Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’inflazione calerà in modo significativo nel 2023, mentre la recessione dovrebbe essere lieve e di breve durata. Philip Lane, capoeconomista e membro del comitato esecutivo della Bce, in questa intervista a MF-Milano Finanza traccia lo scenario macroeconomico nell’Eurozona e interviene su tutti i principali ambiti della politica monetaria in vista del consiglio direttivo del 15 dicembre. Sui tassi la Bce ha fatto già molto e considererà anche quanto faranno le altre banche centrali, mentre la riduzione del bilancio (il Quantitative Tightening) secondo Lane dovrebbe essere un processo in due fasi.
Moneyfarm, società internazionale di consulenza finanziaria con approccio digitale, ha acquistato Profile Financial Solutions (Profile Pensions), consulente digitale leader in Gb, specializzato nell’aggregazione e consolidamento di posizioni pensionistiche, che conta oltre un miliardo di euro di masse e 24.000 clienti. L’operazione, informa una nota, segna un progresso significativo nel percorso di espansione internazionale di Moneyfarm, che supera i 3,8 miliardi di euro di masse in gestione e 115.000 clienti a livello globale, tra i leader europei nella gestione del risparmio con approccio digitale.
Banca Generali ha conseguito a novembre una raccolta netta di 501 milioni, portando a 5,1 miliardi il valore complessivo da inizio anno. E’ cresciuta la domanda di soluzioni gestite e della consulenza evoluta sull’amministrato che complessivamente hanno superato i 500 milioni in risposta ai nuovi lanci di prodotti orientati a sfruttare le opportunità offerte dai mercati obbligazionari e azionari dopo i mesi di forte volatilità.
Giudizi positivi confermati su Anima dopo che la raccolta netta di risparmio gestito (escluse le deleghe assicurative di Ramo I) del gruppo nel mese di novembre è stata positiva per 238 milioni di euro, per un totale da inizio anno positivo per oltre 1,3 miliardi di euro.
Secondo l’attuale regime di remunerazione, la banca che ha emesso la carta utilizzata per il prelievo versa una commissione interbancaria all’istituto che è titolare dello sportello presso cui il prelievo avviene e può chiedere al proprio cliente una commissione. Il progetto presentato da Bancomat spa prevedeva invece un nuovo modello, in base al quale la banca presso cui si fa il prelievo avrebbe potuto richiedere una commissione direttamente al titolare della carta e in una seconda proposta Bancomat spa aveva previsto anche un tetto massimo alla commissione applicata sui prelievi pari a 1,50 euro. Un cap che non è stato però sufficiente per convincere gli uffici tecnici dell’Antitrust.

Strada strettissima per lo sblocco della cessione crediti e dietrofront di Palazzo Chigi. Mentre sulla manovra Bankitalia lancia un monito sul contante. Giovambattista Fazzolari (Fdi), sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, ha chiuso ieri a una riapertura termini per la presentazione della Cilas: “Il superbonus non lo proroghiamo, anche perché non è quello il problema. Il problema sono i crediti di imposta e stiamo tentando di trovare su questo una soluzione”. Soluzione in salita considerato che la Ragioneria generale dello stato, secondo quanto risulta a ItaliaOggi ha dato parere negativo alla proposta Abi-Ance di poter riversare gli F24 all’erario, con una quota dell’1% dei crediti acquisiti dalle banche.
  • Turismo post-Covid
cresce la richiesta di flessibilità da parte dei viaggiatori. La richiesta di maggiore flessibilità da parte dei viaggiatori sta definendo i viaggi post-pandemia, con i clienti che cercano di gestire una gamma più ampia di potenziali problemi. Questa una delle tendenze chiave evidenziate nello States of Mind Travel Report pubblicato da Allianz Partners, operatore mondiale nei servizi di assicurazione e assistenza, che indaga sullo stato attuale e sul futuro dell’industria dei viaggi e del turismo.
  • Generali
ha acquistato, fra il 28 novembre e il 2 dicembre, 1,698 milioni di azioni proprie al prezzo medio ponderato di 16,98 euro, per un controvalore complessivo di 28,832 milioni, portando a termine l’operazione di buyback da 500 milioni avviata in agosto.

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  • Opzione Donna, così si discute sui limiti all’uscita anticipata
Una moltitudine di critiche. Il giro di vite su Opzione Donna ha sollevato numerosi attacchi verso la norma che introduce la stretta sull’anticipo pensionistico, stabilendo che a beneficiarne saranno appena 2.900 lavoratrici. Nel disegno di legge di Bilancio sono fissati una serie di paletti con l’età minima per lasciare il lavoro che sale a 60 anni, si abbassa a 59 anni per chi ha un figlio e a 58 anni dai 2 figli in su. Ma per accedere al beneficio è richiesto di appartenere a tre categorie: caregiver, donne con un’invalidità almeno al 74% oppure, terza possibilità, essere state licenziate o lavorare in aziende in crisi. Un perimetro circoscritto che taglia fuori moltissime donne, introducendo una «discriminazione» tra lavoratrici con figli e lavoratrici che non ne hanno. Quanto basta per invocare da parte delle opposizioni l’illeggittimità costituzionale della norma. Così, tra le ipotesi figura il ritorno in via temporanea alla norma vigente: in pensione a 58 anni, senza il vincolo dei figli.
  • Niente obbligo di Pos. La soglia dei 60 euro e l’ipotesi di scendere a 40
La linea è quella dettata dalla premier Giorgia Meloni. L’importo minimo al di sotto del quale i commercianti possono rifiutare carte di credito e bancomat potrebbe essere rivisto al di sotto dei 60 euro, fissati nel testo del disegno di legge di Bilancio. «La soglia dei 60 euro è indicativa può essere anche più bassa, c’è un’interlocuzione in corso con l’Ue e vediamo come andrà a finire», ha spiegato Meloni. Certo è che l’esecutivo non intende «impiccarsi» a una misura del genere, alimentando frizioni con Bruxelles. Probabile, dunque, che tra gli emendamenti segnalati alla manovra possa figurare un ritocco che abbassi il limite (nelle bozze della manovra era indicato in origine a 30 euro). A sostenerlo è anche Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia. «La soglia di 60 euro per il Pos? Non ne farei una battaglia di religione, che siano trenta o quaranta, purché si lasci un minimo di discrezionalità nel potere pagare in contanti nei negozi di prossimità». Mulè, intanto, ritiene che 40 euro vada bene.

  • Imposta al 26% sui rendimenti finanziari delle unit linked
  • Pir, investimenti defiscalizzati ma con vincolo di cinque anni
  • Minusvalenze compensabili con cedole e dividendi
  • Fino a 130 km all’ora per le auto con guida autonoma di livello 3
  • Il trasportato può sempre rifarsi sulla Rc del vettore
  • Dal clima all’ambiente: parte la lotta contro le future pandemie
  • Stime Ismea: nel 2022 la produzione di extravergine è crollata del 52 per cento
  • Automotive, il settore chiede di correggere gli incentivi per il 2023
Il Governo Meloni riapre il dossier auto e lo fa partendo dall’industria. Con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che incontra le principali sigle del settore – Anfia, che rappresenta i componentisti italiani e Unrae, a cui aderiscono le case estere – oltre a Confindustria e Stellantis per fare il punto delle misure in campo. Da un lato ci sono i sostegni alla domanda, da poche settimane aperti anche alle società che fanno noleggio, dall’altro le misure destinate alle iniziative industriali per la riconversione di parte delle attività industriali del comparto, a cominciare da quelle più esposte sulle motorizzazioni tradizionali. Sul fronte incentivi il Governo si aspetta un “avanzo” pari a oltre 200 milioni di euro rispetto alle risorse stanziate. Saranno rimesse in pista l’anno prossimo, assicura il Ministero, con la nuova programmazione per il 2023. Quello che servirebbe fare, però, è anche provare a immaginare come correggere strutturalmente il tiro per garantire un miglior utilizzo della misura che ha evidenziato un basso tiraggio sia per l’acquisto di vetture full electric – da 0 a 20 grammi di emissioni di CO2 per chilometro – sia per le ibride a basso impatto – da 21 a 60 grammi di emissione per chilometro.

Handelsblatt

 

  • Inversione di tendenza per milioni di assicurati del ramo vita: il calo dei tassi d’interesse, durato anni, è terminato
Per anni, i tassi d’interesse degli assicuratori vita tedeschi hanno conosciuto una sola direzione: il ribasso. Ma ora milioni di assicurati in Germania possono sperare in una svolta nella previdenza privata. Il declino delle politiche, durato anni, sembra essere giunto al termine. Il leader di mercato tedesco Allianz, che detiene una quota di mercato del 28% in questo Paese, offrirà in futuro il 2,5% per i contratti classici con garanzie fisse, dopo il 2,3% dell’anno precedente. Lo ha annunciato l’assicuratore lunedì.