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A novembre la nuova produzione delle polizze Vita individuali raccolte in Italia è stata di appena 6,3 miliardi, il peggior novembre degli ultimi cinque anni per il settore assicurativo. Il calo, nel dettaglio, è stato pari al 10,9% rispetto allo stesso mese del 2021 ed è ancora più pesante se si considera che si inserisce in un trend negativo ininterrotto che le assicurazioni stanno registrando ormai da 17 mesi a questa parte, con la flessione partita a luglio del 2021.
Il rimbalzo autunnale delle borse si è fatto sentire sulla propensione all’investimento degli italiani, favorendo la raccolta dei prodotti di risparmio gestito. Proprio i fondi azionari, non a caso, hanno trainato il bilancio dei comparti aperti, che a loro volta hanno sostenuto l’intera industria nazionale dell’asset management. È questa la fotografia del mese di novembre fornita ieri da Assogestioni, associazione di categoria dell’industria del risparmio gestito guidata da Carlo Trabattoni. L’undicesimo mese ha portato in dote una raccolta netta di 268 milioni di euro per un totale nel 2022 di 8,6 miliardi.

Non basta l’esame delle urine positivo alla cannabis e alla cocaina a far scattare l’aggravante nell’omicidio stradale: i metaboliti dello stupefacente, infatti, possono restare per qualche giorno nei liquidi ematici. E dunque serve il prelievo di sangue, che dà certezza sull’attualità dell’assunzione. L’accertamento condotto sui liquidi biologici deve allora essere riscontrato da dati sintomatici rilevati dalla polizia sul conducente del veicolo al momento del fatto: ad esempio pupille dilatate, occhi lucidi e stato di ansia. Mentre la guida spericolata costituisce un dato del tutto neutro rispetto all’accertamento dello stato di alterazione.
  • Fondi, raccolta positiva per 268 mln a novembre
Nel mese di novembre il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito si è attestato a 2.260 miliardi di euro. A influire positivamente sulle masse è stato principalmente l’effetto mercato favorevole, quantificato da Assogestioni in un +2,4%. La raccolta netta è stata positiva per 268 milioni. I fondi aperti hanno raccolto 231 milioni. In particolare, è stato confermato l’interesse dei sottoscrittori per i prodotti azionari, con afflussi netti per 1,63 miliardi. Si sono affievoliti i deflussi dai comparti obbligazionario e bilanciato, pari rispettivamente a 216 e 379 milioni.

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  • Assogestioni: raccolta giù a 8,6 miliardi
La raccolta del risparmio gestito ammonta dall’inizio dell’anno a 8,6 miliardi, secondo i dati di Assogestioni. Ai circa 7,4 miliardi di euro dei primi 9 mesi del 2022, si sommano i 967 milioni di ottobre e i 268 milioni di novembre. Numeri che sono sopra i 7,8 miliardi del 2020 ma lontanissimi dai record del 2021 che ha chiuso con 93 miliardi di sottoscrizioni, segnando il miglior risultato dal 2017. Nel solo mese di novembre il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito si è attestato a 2.260 miliardi euro.
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  • «Pensioni minime a 1.000 euro? Costerebbero 36 miliardi l’anno»
La manovra prevede una rivalutazione al 120% delle pensioni minime e alza l’assegno minimo 600 euro per gli over 75 nel 2023. Misure che avranno un costo di circa 5,4 miliardi l’anno. Se a questo aggiungiamo i 2,4 miliardi di entrate in meno dovute agli sgravi fino a 8 mila euro per le assunzioni di under 35, arriviamo a un buco di 7,8 miliardi per le casse dell’Inps. «La legge di Bilancio premia i percettori di assegni sociali e pensioni più basse, con una generosa rivalutazione all’inflazione, che si traduce in un aumento dell’8,8% e porta tutte le minime a 600 euro per gli over 75, facendo pagare il conto a chi ha versato più contributi», dice Alberto Brambilla, presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, tra i massimi esperti di politiche del lavoro, welfare e previdenza sociale. «Su 16 milioni di pensionati oltre 7 milioni sono totalmente o parzialmente assistiti dallo Stato e quindi da tutti noi attraverso le tasse che paghiamo. Portare tutte queste pensioni a mille euro costerebbe oltre 36 miliardi l’anno. Con la certezza di prendere mille euro netti al mese, aumenteranno gli evasori e pagheranno quelli che invece hanno il prelievo alla fonte. Perché pagare tasse e contributi tutta la vita per prendere una pensione che, tassata, arriva a poco più di 1.000 euro se, non versando nulla, ne posso prendere mille netti esentasse?».

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