di Carlo Giuro
Il mercato è in attesa del nuovo regolamento allo studio del Mef, come anticipato da MF-Milano Finanza del 30 novembre, che potrà dare più autonomia agli investimenti delle casse previdenziali dei liberi professionisti. Le quali, insieme ai fondi pensione, in qualità di investitori istituzionali, possono fornire un contributo di stabilizzazione a mercati caratterizzati da momenti di elevata volatilità e sostenere l’economia domestica.

La riflessione appare ancora più rilevante valutando come il risparmio previdenziale intermediato a fine 2021 ammonta a 321,1 miliardi di euro, il 18% del pil, di cui 107,9 miliardi fa capo alle casse, il doppio di dieci anni prima (55,7 miliardi), e 213,2 miliardi ai fondi pensione. Lo evidenzia la Covip, la commissione di vigilanza guidata da Mario Padula, nel nuovo Quadro di sintesi delle politiche di investimento degli Enti previdenziali in cui riserva un’analisi sull’esposizione all’economia italiana, tema che riveste notevole importanza nel dibattito corrente.

Partendo dalla Casse di previdenza esse investono 37 miliardi nella economia domestica al 31 dicembre 2021, il 34,3% delle attività totali, in discesa di 0,3 punti percentuali rispetto al 2020; gli investimenti non domestici, 54 miliardi, corrispondono al 50% e sono in crescita di 2,2 punti. Completano il quadro delle attività la liquidità, le polizze assicurative e le altre attività che formano nell’insieme il residuo 15,8%.

Al netto di tali ultime componenti, su un totale di 90,9 miliardi l’incidenza è, rispettivamente, del 40,7% (42,1 nel 2020) per gli investimenti domestici e del 59,3% (57,9 nel 2020) per quelli non domestici. Tra i domestici restano predominanti gli investimenti immobiliari (18,6 miliardi, il 17,2 per cento delle attività totali) e i titoli di Stato (8,6 miliardi, il 7,9%). Rispetto al 2020, diminuisce di un punto percentuale la componente immobiliare a fronte della percentuale rimasta stabile dei titoli di Stato. Sono inoltre presenti altri titoli di debito e azioni per un ammontare complessivo di 6,2 miliardi, pari al 5,7% dell’attivo (5,1 nel 2020); l’incidenza sul totale dell’attivo resta invariata per i titoli di debito diversi dai titoli di Stato (700 milioni, pari allo 0,6% delle attività) e, invece, aumenta per le azioni (5,5 miliardi, il 5,1% dell’attivo rispetto al 4,4% del 2020). Sul punto va rilevato che nell’ambito dei titoli di capitale figurano quote della Banca d’Italia sottoscritte da 12 casse di previdenza (due in più sul 2020) per circa 1,5 miliardi, il 19,5% del capitale della Banca. L’evoluzione nel quinquennio 2017-2021 delle componenti dell’attivo ripartite tra investimenti domestici e non domestici evidenzia una diminuzione della quota domestica di 6,1 punti. Tra i vari asset, si riducono gli immobili (2,7 punti percentuali), i titoli di Stato (2 punti percentuali), i fondi immobiliari (2,1 punti percentuali) e gli altri titoli di debito (0,6 punti percentuali); aumenta, invece, l’incidenza dei titoli di capitale (0,8 punti percentuali) e di altri Oicr (0,3 punti percentuali); stabili le quote di Oicvm.

Tra i fondi pensione gli investimenti domestici si attestano a 40 miliardi, il 22,7% delle attività nette (pari a 176,4 miliardi, valore calcolato escludendo i pip vecchi, i fondi preesistenti interni e le riserve matematiche presso imprese di assicurazione); rispetto al 2020 la percentuale cala di 1,1 punti. Gli investimenti non domestici totalizzano 124,2 miliardi, pari al 70,4% dell’attivo netto, 2,1 punti in più sul 2020. Completano il quadro liquidità, polizze assicurative e altre attività che formano il residuo 6,9%. Al netto di tali ultime componenti, su un totale di 164,2 miliardi l’incidenza della quota allocata in Italia si attesta al 24,4% (25,9 nel 2020); quella in Paesi diversi dall’Italia al 75,6% (74,1% nel 2020).

Tra gli investimenti domestici, i titoli di Stato sono predominanti: 29,6 miliardi, il 16,8%, -0,8 punti. Le azioni sono 1,65 miliardi, lo 0,9% del totale (stabile sul 2020) e le obbligazioni diverse dai titoli di Stato 2,9 miliardi, l’1,7% (l’1,9% nel 2020). Quindi casse e fondi investono in tutto in azioni e obbligazioni di società italiane circa 9,3 miliardi, escludendo le quote della Banca d’Italia. Nel 2017-2021 si rileva una diminuzione della quota domestica di 7,2 punti percentuali. Tra le attività, si riduce in modo consistente il peso dei titoli di Stato (-5,9 punti); flessioni si registrano anche per gli immobili (-0,9 punti) e gli altri titoli di debito (-0,4 punti). (riproduzione riservata)

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