Dario Ferrara
Nulla la sottoscrizione di titoli avvenuta negli uffici dei promotori finanziari. E ciò perché l’operazione deve essere considerata «fuori sede» e il contratto deve dunque contenere la clausola di recesso entro sette giorni per l’investitore, pena l’invalidità. Lo studio del professionista, infatti, non possiede i requisiti indicati dall’articolo 30 Tuf: è quindi necessario che l’operazione sia perfezionata presso la sede legale dell’intermediario autorizzato oppure presso una dipendenza di quest’ultimo. È quanto emerge dall’ordinanza 35787/22, pubblicata dalla prima sezione civile della Cassazione. Accolto il ricorso proposto da centottanta investitori che hanno sottoscritto strumenti finanziari firmando schede di adesione ad hoc e ora chiedono il rimborso o il risarcimento di un danno stimato in oltre 4 milioni di euro. Sbaglia la Corte d’appello a escludere che sia avvenuto «fuori sede» il collocamento dei titoli laddove le operazioni risultano conclude presso gli studi dei singoli promotori che lavoravano per conto della banca.

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Dario Ferrara
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