LA RACCOLTA SI FERMA A 6,3 MILIARDI DI EURO NEL PEGGIOR NOVEMBRE DEGLI ULTIMI 5 ANNI
di Anna Messia
A novembre la nuova produzione delle polizze Vita individuali raccolte in Italia è stata di appena 6,3 miliardi, il peggior novembre degli ultimi cinque anni per il settore assicurativo. Il calo, nel dettaglio, è stato pari al 10,9% rispetto allo stesso mese del 2021 ed è ancora più pesante se si considera che si inserisce in un trend negativo ininterrotto che le assicurazioni stanno registrando ormai da 17 mesi a questa parte, con la flessione partita a luglio del 2021.

Per avere il dato complessivo dell’intero 2022 mancano ancora i numeri di dicembre ma è evidente le polizze Vita, con la crescita dell’inflazione e la riprese dei tassi d’interesse, stanno soffrendo della concorrenza di altri strumenti d’investimento, a partire dal Btp con il titolo decennale che martedì, spinto dal rialzo del bund, è schizzato al livello del 4,6%. Da inizio anno a novembre la nuova produzione è stata in particolare di 67,5 milioni, in calo del 14,3% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Un fenomeno che le autorità di controllo stanno seguendo con molta attenzione: il rischio è infatti che a minori sottoscrizioni si aggiungano riscatti più alti, ovvero la richiesta di rimborsi anticipati di polizze Vita da parte dei clienti e questo potrebbe indebolire pesantemente il sistema. Le assicurazioni, per pagare i riscatti, potrebbero infatti essere costrette a liquidare gli investimenti in una fase negativa dei mercati, facendo emergere minusvalenze che a maggio del 2022 (ultimo dato disponibile) erano complessivamente pari a -54 miliardi.

La situazione, per ora, resta sotto controllo, con la solvibilità delle assicurazioni che è pari in media a 2,5 volte il minimo richiesto, e la liquidità ancora molto elevata. Ma il monitoraggio è costante, come rilevato dall’Ivass, l’istituto di controllo presieduto dal direttore generale della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini, nell’ultimo rapporto sulla Stabilità finanziaria messo a punto con Via Nazionale.

Il dato emerso dalle autorità è che le assicurazioni italiane del settore Vita sono più esposte della media europea «ai rischi di tensione sulla liquidità dovuti alle estinzioni anticipate dei contratti anche a causa dell’esiguità di vincoli e disincentivi contrattuali in caso di riscatto». In pratica in Italia, più che in altri Paesi europei, e possibile chiedere rimborsi anticipati delle polizze Vita, senza troppe penalizzazioni e se questo rappresenta indubbiamente un vantaggio per i clienti, nell’attuale fase di mercato, con il rallentamento della nuova raccolta, può però trasformarsi in un boomerang per le assicurazioni.

Nella stessa analisi di Bankitalia e Ivass si aggiungeva che da febbraio il rapporto tra riscatti e premi delle assicurazioni italiane è aumentato, raggiungendo a settembre il 55%, 9 punti percentuali in più dell’anno precedente. Trend che andrà ora aggiornato alla luce dei nuovi numeri di raccolta.

Intanto, come anticipato da MF-Milano Finanza, anche le compagnie hanno iniziato a prendere le contromisure per puntellare i portafogli e tentare di rivitalizzare la raccolta sfruttando proprio l’aumento dei tassi d’interesse. I gruppi assicurativi, in particolare, da quale mese hanno iniziato a rispolverare i prodotti a capitale garantito, spingendo quindi sulle polizze di ramo I, le gestioni separate rispetto alle unit linked. Un trend che si evince dai numeri comunicati da Ania: a novembre la raccolta del ramo I, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, è stata di 4,6 miliardi, +16,3% rispetto allo stesso mese del 2021, mentre le unit linked, più legate all’andamento dei mercati borsistici, hanno registrato una pesante frenata del 47,6% a 1,6 miliardi.

In altre parole il rialzo dei tassi ha risvegliato le polizze rivalutabili di ramo I dopo anni di costo del denaro ai minimi e di Borse positive che avevano favorito prodotti più legati all’andamento dei mercati. La repentina inversione di tendenza del costo del denaro quest’anno ha dato quindi una scossa alle gestioni separate sia sul fronte della raccolta sia dei rendimenti con il ricomparsa dei tassi minimi garantiti. Con i dati di dicembre si vedrà se la strategia sta iniziando a funzionare. (riproduzione riservata)

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