UN DECRETO DEL MINISTERO DEL LAVORO FISSA I COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE DEI MONTANTI
di Daniele Cirioli
Buone notizie per chi andrà in pensione l’anno prossimo. Avrà diritto a una pensione più alta rispetto a chi ci è andato o ci andrà entro fine anno. Un esempio. Lavoratore con 67 anni e 400 mila euro di contributi: se è andato a riposo o andrà nel 2021/2022 ha diritto a una pensione di 22.300 euro; di 22.892 euro, cioè con circa 50 euro in più al mese, se lo farà nel 2023/2024. La novità arriva dal decreto 1 dicembre 2022, pubblicato sul sito del ministero del lavoro, che fissa i «coefficienti di trasformazione del montante contributivo» applicabili ai pensionamenti del prossimo biennio. È il sesto appuntamento da quando la revisione è stata introdotta (era il 2009): questa è la prima positiva, le prime cinque sono state negative.

Pensione più pesante. I coefficienti operano nel sistema contributivo: il lavoratore accantona ogni anno i contributi che nel totale (montante contributivo), al pensionamento, sono convertiti in pensione, proprio da questi coefficienti, differenti per età (di pensionamento), fissati periodicamente per legge. L’ultima revisione c’è stata nel 2021 con i coefficienti del 2021/2022. Durante il precedente triennio, 2013/2015, le pensioni sono state alleggerite in media di un 3% rispetto al triennio 2010/2012. Il terzo taglio, per gli anni 2016/2018, è stato circa del 2%. La quarta revisione, per gli anni 2019/2020, sempre negativa, ha tagliato di circa l’1%. La quinta revisione, per gli anni 2021/2022, sempre negativa. Per il prossimo biennio c’è l’inversione: tutti i coefficienti crescono, come indicato in tabella.

Quanto è calata la pensione. Il calcolo della pensione annua su un montante contributivo di 400 mila euro, per chi si mette a riposo a 65 anni, rende l’idea di come stia fluttuando nel tempo l’importo della pensione:

– per i pensionamenti fino al 2009, la pensione annua è stata di 24.544 euro;

– nel 2010/2012 è stata di 22.480 euro: 2.064 euro in meno rispetto al 2009;

– nel 2013/2015 è stata di 21.740 euro: 436 euro in meno rispetto al 2012;

– nel 2016/2018 è stata di 21.304 euro: 436 euro in meno rispetto al 2015;

– nel 2019/2020 è stata di 20.980 euro: 324 euro in meno rispetto al 2018;

– nel 2021/2022 di 20.880 euro: 100 euro in meno sul 2020 e 3.664 euro in meno sul 2009;

– nel 2023/2024 sarà di 21.408 euro: 528 euro in più sul 2022 e 3.136 euro in meno rispetto al 2009.
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