Simona D’Alessio
Platea di associati più «robusta» per Inarcassa, l’Ente previdenziale e assistenziale degli architetti e degli ingegneri che esercitano la libera professione: a fine 2022, infatti, la quota sarà pari a circa 176.800 soggetti, in incremento dell’1,6%, al confronto coi numeri registrati nel 2021. E l’orientamento al rialzo è confermato pure dalle stime per l’anno che sta per iniziare, quando si prevede che si giungerà a 177.500 iscritti, con un ampliamento pure dei pensionati che, nella prossima annualità, dovrebbero essere pari a 46.000. È uno stralcio del documento diffuso dalla stessa Cassa presieduta da Giuseppe Santoro, ieri mattina, a seguito del via libera, da parte del Comitato nazionale dei delegati, al Bilancio previsionale per il 2023, periodo nel quale dovrebbe rilevarsi «un flusso di entrate contributive al di sopra di 1,3 miliardi e un avanzo economico di circa 646 milioni», mentre il patrimonio è arrivato a quasi 12,5 miliardi.

Favorevoli, a seguire, le «performance» reddituali che dovrebbero caratterizzare, mediamente, gli ingegneri e gli architetti, giacché, viene messo in risalto, «il monte redditi degli iscritti dovrebbe, infatti, evidenziare un aumento di almeno il 15% rispetto all’annualità precedente, recuperando la mancata crescita del 2020, legata al blocco delle attività produttive, e riposizionandosi su quel sentiero di crescita sostenuta che era saldamente in corso nel triennio immediatamente precedente la pandemia» da Covid-19, argomenta l’Ente pensionistico privato. La stima, comunque, «in linea con il quadro economico generale, è di una ulteriore crescita nel 2022 dei redditi aggregati degli iscritti, con una variazione positiva (+4,4%) del reddito medio, stimato nel 2022 sui 32.000 euro, e di una crescita dell’1,6% degli associati» che effettuano la dichiarazione dei guadagni. Per Santoro, «l’incessante trasformazione dell’economia, sempre più tecnologica e virtuale, impone flessibilità, specializzazione e aggregazione», elementi necessari ai professionisti per «concorrere alla ripresa del nostro Paese».

Simona D’Alessio
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