Il fenomeno delle truffe online potrà causare, l’anno prossimo, perdite globali all’e-commerce per oltre 48 miliardi di dollari (pari a 45 miliardi di euro), il 20% in più rispetto alle stime di chiusura del 2022. Secondo l’analisi di Yarix Cyber Threat Intelligence sul biennio 2021-2022, i crimini informatici tendono ad aumentare specialmente nel periodo che va dal Black Friday a fine novembre fino alle feste natalizie, ai danni sia dei consumatori digitali sia degli esercenti. In parallelo a un tasso di crescita annuale dell’e-commerce in Italia che spinge i ricavi su del 16,45% e un numero di utenti che dovrebbe raggiungere i 42,1 milioni entro il 2027, il commercio elettronico (e il settore bancario) finisce così sempre di più nel mirino dei cyber criminali. In particolare, nel secondo trimestre del 2022 le attività di phishing sono aumentate del 170% con 7.523.412 attacchi all’attivo.

Le attività di phishing (truffa che punta a ottenere dati e informazioni riservati degli utenti) non sono però l’unica minaccia. Tra gli altri pericoli che potrebbero danneggiare il settore e-commerce nel 2023, ci sono sia le frodi nei pagamenti online, approfittando dell’uso di digital wallets o di servizi come il buy-now-pay-later, sia l’hackeraggio degli stessi dispositivi mobili. Sorte analoga per i canali e-commerce sui social, dove le truffe sono cresciute per via degli account falsi, e sui fake shop, negozi online che copiano fedelmente la pagina ufficiale del brand. «Il crimine è un fenomeno che evolve con l’evolversi della società: non c’è dunque da sorprendersi nel notare come a un incremento del traffico sugli e-commerce corrisponda anche un aumento dell’azione dei cyber criminali», ha commentato Mirko Gatto, ceo di Yarix. «Il progresso tecnologico porta con sé anche una maggiore diversificazione della tipologia di cyber-crimini, che spazia ora dalle più comuni frodi finanziarie ai più sofisticati casi di Man-in-the-Middle. Si tratta di un fenomeno in crescita che necessita di un approccio che promuova sia azioni legali sia una cultura della sicurezza e dell’attenzione da parte di tutti gli attori coinvolti attorno al crescente fenomeno dell’e-commerce».

Le frodi e-commerce più comuni, comunque, continuano a riguardare l’utilizzo di dati di carte di credito rubati per acquistare prodotti da store online, oltre che concentrarsi sui resi ingannando i rivenditori durante la restituzione del prodotto. Quest’ultima forma di crimine si divide in wardrobing, quando vengono restituiti oggetti già utilizzati, receipt fraud, se i truffatori ottengono un rimborso grazie a una ricevuta falsa, e bricking, che prevede (specie nell’industria elettronica) la restituzione di un articolo privato delle sue componenti di maggior valore.
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