LA COMPAGNIA VENNE FONDATA NEL 1921 DA UN GRUPPO DI IMPRENDITORI
Vittoria assicurazioni festeggia il suo primo centenario puntando a un presente tecnologicamente innovativo e a un futuro sempre più sostenibile. Tutto cominciò il 21 settembre 1921, quando alcuni imprenditori italiani rilevarono il portafoglio nostrano della compagnia londinese The Excess Insurances fondando la società The Italian Excess Insurance Company. Gli anni 1950 rappresentarono un nuovo capitolo, che si concluse nel 1959 con l’autorizzazione all’esercizio del ramo Vita. Da qui si arrivò alla prima quotazione in borsa nel 1988, al superamento di un miliardo di lire di premi nel 1998 fino al primo bilancio di sostenibilità nel 2017.

L’anno successivo venne sancito, inoltre, il consolidamento del controllo: nel 2018 Vittoria Capital, che già deteneva il 51,15% della compagnia assicurativa, lanciò un’offerta pubblica di acquisto e scambio (opas) su Vittoria assicurazioni finalizzata al ritiro da piazza Affari che avvenne lo stesso anno. Si è avviata così una nuova visione industriale, che si è tradotta anche in una decisiva spinta verso il fattore tecnologico: dal consolidamento di New Age, il sistema gestionale d’avanguardia per la filiera produttiva, alla nascita di Vittoria hub, il primo incubatore Insurtech in Italia dedicato all’open innovation inaugurato a fine 2019. Un progetto fortemente voluto da Vittoria per realizzare un’assicurazione basata su un ecosistema insurtech. Oggi l’hub può contare su sei startup incubate.

«Nel festeggiare questo centenario, oltre a ringraziare le persone di oggi, voglio ricordare e coinvolgere tutti coloro che ci hanno preceduti», ha affermato il presidente emerito Carlo Acutis. «Una lunga scia luminosa di professionisti che, susseguendosi nel tempo, hanno dedicato alla compagnia la loro vita di lavoro. Il reciproco rispetto, la competenza e la serietà che oggi come ieri ci guidano devono continuare a essere un prezioso strumento per posizionarci in un mondo sempre più complesso e dominato da colossi internazionali».
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