LA BORSA PROMUOVE IL PIANO CHE PREVEDE UNA GENEROSA REMUNERAZIONE DEGLI AZIONISTI
di Luca Gualtieri
Dopo un lungo periodo di sacrifici, gli azionisti di Unicredit potrebbero essere ricompensati nell’arco del nuovo piano industriale presentato ieri dal ceo Andrea Orcel. Se con una punta di sarcasmo gli analisti di Kwb si sono spinti ad accostare gli annunci del banchiere ai doni di Babbo Natale, è fuor di dubbio che la strategia sia stata accolta con entusiasmo dal mercato, come dimostra il corso del titolo: ieri il prezzo è salito del 10,82% a 12,8 euro, riguadagnando così il livello pre-pandemia del febbraio 2020. Il piano, battezzato Unicredit Unlocked, prevede per gli azionisti una remunerazione di almeno 16 miliardi entro il 2024 tra cedole e riacquisto di titoli (buyback). Sul 2021 la banca distribuirà 3,7 miliardi e circa lo stesso ammontare l’anno successivo. «Da lì in avanti questa distribuzione di capitale dovrà aumentare per raggiungere o superare i 16 miliardi nell’arco del piano», ha sottolineato Orcel nel corso della presentazione.

Questa strategia deriva da target aggressivi sul fronte della redditività e del contenimento dei costi: Unicredit punta infatti a raggiungere nel 2024 un Rote superiore al 10% e un rapporto cost/income inferiore al 50%. In che modo? La banca prevede ricavi netti in crescita del 2% annuo, con commissioni nette in rialzo del 4% e un utile netto a +10%. Al termine del piano quindi i ricavi dovrebbero complessivamente salire di 1,1 miliardi a oltre 17 miliardi, portando l’utile netto sopra i 4,5 miliardi. Sul fronte dei costi invece è previsto un risparmio lordo di 1,5 miliardi, di cui più dei due terzi saranno reinvestiti. La riduzione netta entro il 2024 sarà quindi di 500 milioni, al netto di 600 milioni di investimenti e di 500 milioni di inflazione. La scelta di puntare sugli investimenti è legata soprattutto alla scommessa che la banca intende fare sulle nuove tecnologie. Saranno infatti messi sul piatto 2,8 miliardi totali e avviati quattro progetti chiave: User Experience, New Digital Offering, Payments value Chain e Cyber Security.

Per quanto riguarda il capitale, Unicredit punta a raggiungere un Cet1 ratio target del 12,5-13%, con 150 punti base di generazione organica media annua di capitale, mentre sul fronte dell’asset quality il rapporto tra esposizioni deteriorate lorde e totale crediti lordi è previsto in miglioramento al 3,5% e il rapporto tra le esposizioni deteriorate nette e il totale dei crediti netti sarà stabile all’1,8 per cento circa nel 2024. Novità anche sul personale, visto che la banca ha messo in cantiere 3.600 nuove assunzioni nette nelle aree business e digital & data. Nel business è prevista l’assunzione di 1.500 persone in tutte le macroaree geografiche, di cui 900 in Italia, 300 in Europa Centrale e in Europa Orientale, 200 in Germania e 100 nelle funzioni di controllo.

Come emerso nelle scorse settimane, particolare attenzione è andata alle alleanze commerciali in essere. «Nell’ambito del nuovo piano strategico al 2024», ha spiegato Orcel, «la banca varerà un modello di partnership semplificato, specialmente nel settore Danni, e prevede di ottenere una maggiore efficacia commerciale con l’assunzione di specialisti e di offrire una gamma di prodotti arricchita con una gamma completa di soluzioni». Il business assicurativo rientra nelle attività della fabbrica prodotto Individual Solutions, per cui si prevedono ricavi a quota 3 miliardi nel 2024, con una crescita media annua del 5%. L’altra fabbrica prodotto, Corporate Solutions, avrà oltre 5 miliardi di ricavi 2024 (+4% medio annuo), con un focus particolare sullo sviluppo delle attività di advisory e capital markets, il cui fatturato salirà dell’11% medio annuo a quota 500 milioni. «Stiamo costruendo la banca per il futuro dell’Europa, mettendo la nostra clientela al centro di tutto quello che facciamo, collegando 15 milioni di clienti e 87.000 dipendenti in un percorso unificato», ha commentato Orcel. Positivo anche il giudizio dei sindacati: «Quello presentato oggi dall’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel», ha spiegato il segretario della Fabi Lando Sileoni, «è un piano industriale che segna una netta svolta rispetto alla passata gestione del gruppo, a dir poco disastrosa, che abbiamo sempre contrastato in ogni ambito». (riproduzione riservata)
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