NEL MONDO PREVISTI 2.000 MILIARDI $ L’ANNO PER GLI INVESTIMENTI IN INFRASTRUTTURE
di Manuel Follis
Almeno 2.000 miliardi di dollari di investimenti in infrastrutture di trasporto ogni anno fino al 2040 e crescita di passeggeri che aumenterà da circa 53.000 miliardi di chilometri nel 2015 a 125.000 miliardi nel 2050. Sono alcune delle previsioni contenute nel recente Global Infrastructure Outlook realizzato da McKinsey & Company secondo cui rapida urbanizzazione, aumento della domanda di servizi di trasporto e piani di stimolo post pandemia stanno accelerando il ritmo di sviluppo delle infrastrutture mondiali. In più, anche se la pandemia ha provocato una battuta d’arresto sui trasferimenti globali, per McKinsey si tratta di un effetto temporaneo. Anzi, già dalla metà del 2021 ci sono molti segnali di ripresa. Le previsioni sono che la domanda totale di passeggeri aumenterà da circa 53.000 miliardi di chilometri nel 2015 fino a 125.000 miliardi nel 2050. Una progressione che ci si aspetta sarà guidata soprattutto dall’Asia, attesa da una crescita di circa il 3% l’anno tra 2015 e 2050 mentre nello stesso periodo in Europa e negli Usa la crescita dovrebbe essere più moderata, meno dell’1% all’anno. In questo contesto «l’Italia continua a occupare i primi posti per dotazione infrastrutturale», commenta con MF-Milano Finanza Nicola Sandri, partner e Global leader of Transport Infrastructure di McKinsey & Company. Il nostro risulta infatti anzi «tra i Paesi con gli indicatori più elevati in termini di strade, ferrovie, aeroporti e porti pro capite». Tuttavia, prosegue Sandri, «la maggior parte delle infrastrutture è stata costruita oltre 60 anni fa e necessita di interventi di manutenzione e upgrade, specialmente in considerazione dell’alta esposizione del nostro Paese ai rischi da cambiamento climatico». Quanto invece alla mobilità, «dovremo probabilmente aspettare il 2023-2025 per tornare ai livelli pre Covid», commenta il partner di McKinsey che sottolinea però come il 2019 sia stato l’anno con il più alto tasso di mobilità nella storia. «Se consideriamo i dati europei e li confrontiamo con il 1990, la mobilità è cresciuta di 2 volte e mezzo, con un aumento della popolazione inferiore al 10%. Inoltre, se analizziamo le crisi passate, in ambito mobilità i tempi necessari per ritornare ai volumi precedenti sono sempre stati di 2-4 anni». Oltre ai dati e alle stime di crescita, il Global Infrastructure Outlook mette però in evidenza il fatto che le grandi opportunità per il settore delle infrastrutture di trasporto hanno un costo crescente per l’ambiente e per questo McKinsey individua cinque direttrici che potrebbero portare maggiore sostenibilità sul settore. Resilienza climatica, inclusione, tecnologia, produttività e creazione di valore e infine resilienza sono i cinque fattori strategici cui il mondo delle infrastrutture del trasporto dovrà dare priorità per ridurre l’impatto sull’ambiente. Il settore dei trasporti è infatti il maggior contribuente di emissioni di gas serra nella Ue (circa il 28% delle emissioni totali), eppure continua a registrare una crescita in tonnellate metriche di biossido di carbonio equivalente. (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf