Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Lo scorso luglio la Commissione europea ha chiesto ad EBA, EIOPA ed ESMA (ESAs) di assisterla nella preparazione di proposte legislative volte ad attuare la strategia di investimento retail, più specificamente per quanto riguarda la revisione del regolamento (UE) 1286/2014 relativo ai documenti contenenti le informazioni chiave per i prodotti d’investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati (PRIIP). Le ESAs dovranno inviare la propria proposta alla Commissione entro il 30 aprile 2022 e hanno ritenuto opportuno consultare preventivamente gli stakeholder interessati. Le risposte ricevute saranno utilizzate per predisporre la consulenza tecnica per la Commissione.
Le risposte ai quesiti sulla previdenza complementare
I giovani che oggi si affacciano al mondo del lavoro, dice l’Ocse, rischiano di andare in pensione a 71 anni. Ma in realtà al momento questa soglia è già prevista per chi lavora. Non è una bella prospettiva anche se attualmente è possibile ritirarsi prima tramite i diversi canali di pensionamento anticipato, a patto però di accettare tagli all’assegno. Innanzitutto c’è Quota 102, il nuovo meccanismo che somma l’età anagrafica di 64 anni con 38 anni di contributi. Ha preso il posto di Quota 100 (scade a fine anno) ed è la soluzione trovata dal governo in attesa di una riforma organica del sistema che introduca maggiore flessibilità.
Uno dei punti di debolezza dell’Italia che emerge dall’ultima relazione annuale della Covip è la disomogenea diffusione della previdenza complementare, soprattutto tra quelle categorie, come i giovani, che avrebbero maggiormente bisogno di costruire un percorso di integrazione pensionistica in considerazione degli effetti che sul futuro trattamento erogato dal pilastro di base avrà l’applicazione del metodo di calcolo contributivo che lega l’importo della pensione non più agli ultimi stipendi ma ai versamenti effettuati durante la vita lavorativa. Considerando che spesso le carriere sono discontinue e iniziano tardi, pur con la prospettiva di dover lavorare fino a oltre 70 anni, c’è il rischio per queste generazioni di avere assegni insufficienti. Attualmente il 51,6% degli iscritti ai fondi pensione in Italia ha età compresa tra 35 e 54 anni, il 31% ha almeno 55 anni.
In pensione a 71 anni: il monito Ocse di inizio mese rischia di trasformarsi nel rischio più concreto per il sistema Paese nei prossimi anni, ma alcuni aspetti dovrebbero essere considerati con ancor più urgenza. Secondo Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali e sottosegretario con delega al Welfare tra il 2001 e il 2005, è la premessa stessa a essere inesatta: «L’Ocse dovrebbe astenersi da previsioni simili: così sta creando allarmismo ingiustificato».
I giovani italiani che entrano nel mercato del lavoro oggi potranno andare in pensione solo a 71 anni, con un assegno previdenziale pubblico sempre meno generoso, una formazione che non corrisponde all’effettiva domanda delle imprese e troppi anziani da sostenere con le proprie tasse. Anche se non hanno combattuto guerre i Millennials (nati tra il 1981 e il 1996) e i Generazione Z (dal 1997) hanno vissuto la grande crisi finanziaria e poi l’emergenza pandemica, facendo i conti con salari in flessione e spese sempre più elevate.
Ubi Banca avrebbe potuto riuscirci. Sulla nascita di un terzo polo del credito l’Antitrust aveva espresso idee molto nette nell’ambito dell’istruttoria sull’opas di Intesa Sanpaolo. A parte Ubi, «nessuna delle banche di medie dimensioni potrebbe svolgere il ruolo di aggregatore, con la conseguenza che autorizzare l’operazione (l’opas di Intesa, ndr) significherebbe rinunciare alla creazione di un terzo polo bancario, a fronte dell’ulteriore rafforzamento del leader di mercato», spiegava nel maggio 2020 l’authority guidata da Roberto Rustichelli. Previsione errata. A meno di due anni dal blitz della Ca’ de Sass, una versione alternativa del terzo polo sta prendendo forma tra Modena e Bologna.
Sara Valore Combinato è una polizza a premio unico, con possibilità di versamenti aggiuntivi, di tipo multiramo a vita intera. Le cui prestazioni finanziarie sono collegate parzialmente all’andamento della gestione separata Fondo Più e per la rimanente parte al fondo interno Sara Azionario Alto Potenziale. Il contraente è libero di scegliere, al momento della sottoscrizione, la ripartizione percentuale desiderata tra gestione separata e fondo interno, con alcuni limiti: al componente gestione separata deve infatti oscillare nel range 10%-75%, a seconda della propensione al rischio del contraente. La soluzione qui presa in esame si basa sulla ripartizione del capitale equiponderata, ovvero il 50% destinato ad entrambe le componenti finanziarie.
  • Generali, donne per il cda. E Assonime salva Galateri
Alla presentazione della lista del cda Generali mancano ancora mesi, ma dietro le quinte del gruppo si stanno facendo ipotesi su come potrebbe essere costituito il prossimo cda da sottoporre all’assemblea dei soci in primavera. Il board è al lavoro perché la lista sia del più alto standing possibile

corsera

  • Auto, per l’Europa il peggior novembre dal 1993
Sempre negativo il mercato dell’auto europeo. A novembre sono state immatricolate 864.119 vetture, con un calo del 17,5% sullo stesso mese del 2020 e del 25,6% sul novembre 2019.La Germania e l’Italia sono i due Paesi con il maggior crollo, (rispettivamente -31,7% e -24,6%), ma l’Italia è l’unico Paese a «non prevedere sostegni governativi alla domanda di veicoli a zero o basse emissioni. Se questo atteggiamento da parte del Governo resta inalterato, c’è da chiedersi come si possa arrivare ai target di diffusione delle nuove tecnologie proposte dall’Europa», ha commentato Andrea Cardinali direttore generale dell’Unrae. Secondo Paolo Scudieri, presidente Anfia, «per il quinto mese consecutivo il mercato europeo è in flessione, in termine di volumi, nel peggior novembre dal 1993». Per la carenza di semiconduttori mancano all’appello quasi 8 milioni di veicoli rispetto al 2020.

  • Il caso Generali torna all’esame della Consob
La fase di consultazione del mercato sulla possibilità di presentare una lista da parte del board uscente si è conclusa ieri. Adesso la palla torna alla Consob e al suo collegio che dovranno sciogliere anche i dubbi sorto nel mercato (e anche in economisti e docenti universitari) sulla novità di una consultazione costruita su un richiamo di attenzione, invece di rispondere ai quesiti diretti posti dal gruppo Caltagirone per il caso Generali. E poi c’è la questione del quesito sul prestito titoli, e cioè se si può chiedere con lo scopo di votare una lista come ha fatto Mediobanca. Un quesito che è stato lasciato fuori dalla consultazione.
  • Superbonus: slalom di fine anno fra asseverazione, Sal e invii
Corsa contro il tempo per asseverare i Sal per il superecobonus del 110% e inviare i relativi file all’Enea entro il 31 dicembre 2021: questo perché l’unica data contenuta nell’asseverazione per certificare il Sal non inferiore al 30% (allegato 2 del Dm Mise del 6 agosto 2020) che dà diritto alla fruizione del bonus anche a lavori non completati è quella generata in automatico dal portale dell’Enea nel momento in cui si predispone l’asseverazione, per l’invio del file stesso. Dunque, tempi strettissimi, soprattutto per i contribuenti in regime forfettario che rischiano di perdere l’unica chance per beneficiare dell’agevolazione.

  • Osservatorio Pir A novembre vola la raccolta: +172 milioni