Carlo Giuro
Tra i diversi punti di attenzione per il rilancio della previdenza complementare c’è quello dell’integrazione pensionistica per i dipendenti pubblici, che al momento hanno un tasso di adesione ridotto. MF-Milano Finanza ne ha parlato con Francesco Moretti, direttore generale del fondo Espero, unica soluzione di comparto attiva, unitamente a Perseo Sirio, e pioniere dei fondi pensione del pubblico impiego.

Domanda. A chi si rivolge Espero e quali le sue caratteristiche?

Risposta. Espero è il fondo pensione complementare destinato ai lavoratori della scuola. A settembre erano iscritti circa 100 mila lavoratori, senza considerare i circa 20 mila che hanno già ritirato i loro risparmi quando sono andati in pensione. Attualmente più del 95% degli iscritti al fondo sono dipendenti pubblici. Il patrimonio è suddiviso in due comparti di investimento: un bilanciato, denominato Crescita, che gestisce circa 1,1 miliardi di euro, e un garantito, il Garanzia, che gestisce circa 240 milioni.

D. È stata appena stata attivata la procedura di adesione con il silenzio assenso a Perseo Sirio, a distanza di oltre 15 anni dalla legge 252/2005, con cui a suo tempo venne prevista l’adesione tacita con il meccanismo del silenzio-assenso per il settore privato. E in Espero?

R. L’accordo collettivo riferito a Espero non prevede ancora questa possibilità, ma il percorso segnato dal fondo Perseo Sirio in questa direzione costituisce un precedente. Il tema del meccanismo semi automatico di iscrizione è la derivazione di quanto da anni si teorizza in finanza comportamentale. Tra le parti istitutive di Espero si è aperto un confronto finalizzato a facilitare la circolazione di queste idee: non va dimenticato che gli attuali lavoratori, soprattutto i più giovani, avranno un futuro pensionistico di povertà. Per affrontare questo scenario, è necessario mettere ciascuno nella condizione di scegliere.

D. Quale l’architettura finanziaria del fondo?

R. All’adesione il lavoratore ha la possibilità di scegliere tra il comparto bilanciato e il garantito: il primo è destinato a un investitore che ha un orizzonte temporale superiore a cinque anni, caratterizzato da un’asset allocation composta per il 30% da azioni quotate e per il 70% in titoli di debito. L’obiettivo di rendimento nel medio periodo è del 2% in termini reali. Il comparto si caratterizza anche per la presenza di un mandato di gestione dedicato alla copertura dei rischi estremi. Il garantito ha la garanzia di restituzione del capitale a scadenza e ha un profilo di rischio contenuto: è destinato a un lavoratore prossimo alla pensione, a chi ha poca propensione nel breve periodo a escursioni nel valore della quota e agli iscritti silenti.

D. Quali sono le peculiarità di funzionamento dei fondi pensione del pubblico impiego rispetto ai fondi negoziali?

R. Esistono due peculiarità per i fondi negoziali destinati ai pubblici: l’applicazione della previgente normativa (decreto legislativo 124/93 invece del 252/05, ndr), e la virtualità del tfr. La diversa normativa comporta un differente regime fiscale per le prestazioni, in alcuni casi più vantaggiosa per i dipendenti privati. Sulla virtualità del tfr vige una regola per così dire bizzarra: il tfr viene destinato al fondo, mentre il suo valore rivalutato viene versato al fondo solo alla scadenza del rapporto di lavoro. Ciò non ha però un impatto sostanziale per il lavoratore pubblico: l’iscritto ha piena trasparenza di tale accantonamento e della sua rivalutazione grazie a un protocollo di comunicazione tra fondo e Inps.

D. Chi aderisce in forma collettiva a Espero o Perseo Sirio è disciplinato dalla precedente normativa, mentre chi aderisce in forma individuale a un fondo pensione aperto o un pip rientra nell’applicazione della nuova normativa del 2005. Questa discrasia pone problemi?

R. Le diverse normative generano alcune differenze, ma c’è una diversità sostanziale tra la decisione di utilizzare un fondo negoziale come Espero e quella di utilizzare una forma individuale: il costo. Nonostante i due strumenti siano identici nella struttura un fondo contrattuale come Espero ha costi molto più bassi, che generano maggiori pensioni, soprattutto in orizzonti temporali lunghi come quelli di un lavoratore lontano dalla pensione. (riproduzione riservata)
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