IN VIRTÙ DEGLI ULTIMI ACQUISTI DI DEL VECCHIO, CHE HA PORTATO LA SUA QUOTA AL 6,618%
Gaudenzio Fregonara
Leonardo Del Vecchio continua lo shopping di azioni di Generali. Attraverso la holding Delfin l’imprenditore e presidente di EssilorLuxottica negli ultimi giorni ha acquistato 1,7 milioni di titoli, pari allo 0,1% circa del capitale, salendo al 6,618% della compagnia assicurativa. Il patto di consultazione siglato da Dal Vecchio insieme con Francesco Gaetano Caltagirone e Fondazione Crt supera così il 16%, arrivando al 16,069% e avvicinandosi ulteriormente al 17,22% dei diritti di voto detenuti dal primo socio Mediobanca in vista dell’assemblea degli azionisti che il prossimo aprile sarà chiamata a rinnovare il consiglio di amministrazione del Leone. Il patto fra Del Vecchio, Caltagirone e Fondazione Crt chiede discontinuità alla guida della compagnia, mentre Mediobanca e il gruppo De Agostini, che detiene una quota dell’1,4%, puntano alla riconferma del group ceo Philippe Donnet.

Va segnalato che in un colloqui con il Corriere della Sera pubblicato ieri Del Vecchio, pur senza nominare Generali, ha dichiarato che nella finanza italiana si deve «iniziare ad abbattere i muri e a creare campioni prima nazionali e poi europei, per competere alla pari con i colossi internazionali. Serve un’ottica da imprenditori più che da finanzieri. I dividendi oggi spesso sono a scapito della crescita dimensionale delle aziende». Una critica, questa, che pare mossa nei confronti della gestione di Donnet, generosa sul fronte della remunerazione dei soci ma accusata di portare scarsi risultati sul fronte della crescita dimensionale di Generali, specie nel confronto con gli altri colossi assicurativi europei, a cominciare dalla tedesca Allianz, dalla francese Axa e dalla svizzera Zurich. «Il mondo della finanza nazionale purtroppo è quello più fragile e in ritardo, protetto fino ad ora da regolamenti e relazioni forti che non potranno più garantirne la sopravvivenza», ha aggiunto Del Vecchio nel colloquio. Per l’imprenditore «per questo e per molte altre ragioni lo slogan ‘piccolo è bello’ non è solamente falso ma diffonde una tranquillità illusoria che frena ogni urgenza di cambiamento». Secondo Del Vecchio, «abbiamo bisogno di scelte rivoluzionarie che scardinino tutti i vincoli che vengono dal passato» e «tutte le forze positive del Paese devono contribuire a costruire questo nuovo mondo rinunciando a comode rendite di posizione».

Sul fronte borsistico, infine, c’è da notare che ieri a Piazza Affari il titolo Generali ha terminato le contrattazioni in rialzo dell’1,08% a 18,75 euro portando al 33,2% il guadagno complessivo accumulato sul listino dall’inizio dell’anno. (riproduzione riservata)
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