DISOCCUPAZIONE ALL’8,9% E DEBITO PUBBLICO A QUOTA 150,4% DEL PIL. A LIVELLO GLOBALE PREOCCUPA LA DIVERGENZA TRA PAESI
di Roberto Italia
Italia promossa, l’economia globale un po’ meno. È questo il messaggio principale del nuovo economic outlook «cautamente ottimistico» dell’Ocse, presentato ieri a Parigi dalla capo economista Laurence Boone.

Secondo le previsioni dell’organizzazione internazionale, dopo un rimbalzo del 5,6% quest’anno (5,7% nella stima precedente), la crescita globale annua del pil si dovrebbe muovere a un ritmo comunque sostenuto del 4,5% nel 2022 per poi attestarsi al 3,2% nel 2023. L’Eurozona seguirà la stessa dinamica: crescita al 5,2% nel 2021, 4,3% nel 2022 e 2,5% nel 2023. L’economia mondiale continua dunque il suo rilancio, tuttavia stanno emergendo squilibri notevoli. In primo luogo, ci sono marcate differenze nella ripresa tra i Paesi. In particolare, preoccupano lo scostamento del sentiero di crescita dei mercati emergenti e il potenziale impatto a livello globale del rallentamento della Cina. In secondo luogo, in alcuni settori si registrano gravi carenze di manodopera, anche se l’occupazione e le ore lavorate devono ancora tornare sui livelli pre-Covid. Si tratta di una dinamica senza precedenti nella prima fase di un ciclo economico, a causa di tre ragioni: l’incertezza della situazione sanitaria; la divergenza tra le capacità della manodopera e quelle richieste dalle aziende; la chiusura dei confini internazionali, che ha frenato l’immigrazione dall’estero. Il terzo aspetto è un divario persistente tra offerta e domanda di alcuni beni, insieme a costi alimentari ed energetici più elevati che hanno portato ad aumenti dei prezzi più duraturi del previsto. L’Ocse ha ammesso che questi squilibri hanno spinto a rivedere di continuo al rialzo le proiezioni del caro vita. L’istituto stima ora che l’inflazione nel blocco Ocse tocchi il picco a fine 2021 (4,9%) per poi calare al 3,4% a fine 2022 e al 3,1% a fine 2023. Certo, priorità della politica economica deve essere la vaccinazione, ha sottolineato Boone, perché i ritardi rischiano di alimentare gli shock d’offerta e la corsa dei prezzi.

Relativamente all’Italia, l’Ocse ha ritoccato al rialzo le stime di settembre con una crescita del pil al 6,3% quest’anno (5,9% nella precedente previsione), seguita dal 4,6% nel 2022 e dal 2,6% nel 2023. La ripresa sarà sostenuta dalla politica di bilancio favorevole e dalla progressiva normalizzazione dell’attività dei servizi. La disoccupazione scenderà dal 9,6% nel 2021 all’8,9% nel 2022 e all’8,4% nel 2023. Previsto anche un calo del debito pubblico, dal 154,6% del pil nel 2021 al 150,4% nel 2022 e al 148,6% nel 2023. L’inflazione, invece, non accelererà, con un picco del 2,2% il prossimo anno. «I vincoli al turismo e alla catena di approvvigionamento globale diminuiranno costantemente, sostenendo la crescita delle esportazioni. Si prevede che i consumi delle famiglie aumenteranno man mano che l’occupazione aumenta, la politica fiscale è di supporto, la fiducia cresce e le restrizioni legate al Covid-19 si attenuano sulle attività dei servizi», ha affermato l’Ocse sull’Italia. (riproduzione riservata)
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