LA NUOVA MISURA INTRODOTTA DALLA MANOVRA VALE SOLO PER GLI ORDINISTICI
di Iacopo Buriani
Malattia dei professionisti: così non va. L’articolo 102-bis della legge di bilancio concede la sospensione dei termini relativi agli adempimenti tributari in caso di malattia od infortunio dei professionisti, solamente a coloro che esercitano attività di lavoro autonomo per le quali è previsto l’obbligo di iscrizione ai relativi albi professionali. Pertanto, restano ingiustificatamente privi di tutele i professionisti che esercitano nell’ambito della legge n.4/2013. «Apprezziamo l’accoglimento da parte del governo dell’ordine del giorno a firma dell’on. Flora Frate che impegna il governo a valutare l’estensione delle norme in tema di malattia liberi professionisti anche i soggetti abilitati all’esercizio della materia fiscale, contabile e tributaria di cui alla legge 14 gennaio 2013, n. 4 e al decreto legislativo 27 gennaio 1992, n. 88, anche se, considerata l’urgenza e l’importanza della questione, non è sufficiente. Occorre passare dalle promesse di impegno ai fatti». Una svista del legislatore inaccettabile, una norma aberrante che crea iniquità ed ingiustizia, commenta il presidente nazionale Lapet Roberto Falcone che auspica un immediato intervento modificativo in uno dei provvedimenti in corso di conversione. Va ricordato che già tramite Assoprofessioni, a cui l’associazione aderisce, Falcone aveva suggerito ai parlamentari impegnati nell’esame della legge di bilancio di emendare la norma al fine di estendere la definizione di «libero professionista» e le tutele che da essa derivano, anche ai professionisti non organizzati in ordini o collegi di cui legge n.4/2013. Non solo, nell’ambito della proposta, i parlamentari erano stati avvertiti che l’esclusione dei professionisti di cui alla legge n.4/2013 sarebbe stata manifestamente ingiustificata; pertanto, avrebbe presentato forti profili di incostituzionalità, nonché di contrasto con le norme comunitarie. «Parliamo di categorie professionali che rappresentano una parte importante del mondo del lavoro e offrono i propri servizi ad un numero rilevante di cittadini» ricorda il presidente. Per comprendere la gravità della svista del legislatore basti pensare che il sesto Rapporto sulle libere professioni in Italia evidenzia, negli anni che vanno dal 2017 al 2021, una crescita dell’83,2% delle associazioni iscritte al Mise, a cui aderiscono milioni di professionisti non iscritti in ordini e collegi. «L’approvazione del provvedimento di tutela in caso di malattia è da sempre una priorità indifferibile per tutti i professionisti, soprattutto in questo momento di emergenza, anche perché le sanzioni relative all’omissione degli adempimenti vengono irrogate ai clienti, i quali cercheranno di rivalersi sui professionisti, anche se vittime di malattia» spiega Falcone che sollecita altresì una ripresa dei lavori per l’approvazione del ddl malattia (As 1474) ancora bloccato in parlamento.

Il disegno di legge citato, infatti, è pienamente condiviso dai tributaristi, soprattutto dopo che la Commissione del Senato ha accolto le proposte avanzate dall’associazione nell’audizione del 21 ottobre 2020, ed ha concesso le tutele anche ai professionisti che esercitano nell’ambito delle professioni di cui alla legge n.4/2013.

Sempre al fine di porre rimedio all’iniquità della norma contenuta nella legge di bilancio, Falcone invita il Ministro del lavoro a convocare il più rapidamente possibile il tavolo tecnico di confronto sul lavoro autonomo, vista la sua competenza relativamente ai modelli previdenziali e di welfare. Richiesta condivisa con altre associazioni di rappresentanza e che giungerà sulla scrivania del ministro proprio nei prossimi giorni. «Il tavolo è la sede più opportuna per discutere richieste ed istanze trasversali a diverse categorie di professionisti, che non possono più essere risolte in maniera parziale, coinvolgendo i soli professionisti iscritti in ordini. – chiosa il presidente – La legge di bilancio, invece, interrompe l’unità che i professionisti avevano trovato sul ddl malattia al Senato (As 1474) e sulle convocazioni del tavolo tecnico». Tuttavia, se il pressing politico non fosse sufficiente, Falcone invita gli associati a tutelare i propri diritti in ogni sede opportuna, comprese le aule giudiziarie, «poiché siamo convinti che la giustizia riconoscerà l’illegittimità e l’irragionevolezza della norma che esclude i professionisti non ordinistici dalle tutele in caso di malattia». Anzi la Lapet, per confermare lo spirito di vicinanza agli iscritti da sempre dimostrato, è pronta a sostenerli in giudizio e a farsi carico dei costi relativi ai procedimenti giudiziari. Procedimenti di cui è ragionevole prevedere una conclusione positiva, «poiché la norma così formulata presenta evidenti profili di contrasto con la libertà di iniziativa economica privata e con la tutela del diritto alla salute garantite dalla costituzione italiana, nonché con il principio della libera prestazione di servizi e del diritto ad esercitare una professione liberamente scelta garantiti dall’ordinamento europeo» insiste Falcone. Ma prima di tutto l’esclusione dei professionisti non ordinistici si porrebbe in contrasto con il principio di proporzionalità, che nel contesto normativo conseguente all’attuazione della direttiva (Ue) 2018/958, ispira la disciplina delle professioni autonome.
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