Assofondipensione chiede al Governo agevolazioni fiscali e semplificazioni per sviluppare la previdenza complementare

Ridurre il prelievo fiscale sui rendimenti, semplificare i meccanismi di tassazione e introdurre agevolazioni per gli investimenti dei fondi pensione nell’economia reale.

Sono queste le richieste avanzate al governo da Asssofondipensione durante l’assemblea dell’associazione che rappresenta gli interessi dei fondi pensione negoziali.

Nella sua relazione il presidente Giovanni Maggi ha richiamato l’attenzione sulla “necessità di un potenziamento non più differibile della previdenza complementare. Dalle sfide che oggi e nel prossimo futuro ci troviamo a dover affrontare, anche in vista dell’arrivo dei Peep, vengono nuove opportunità di crescita che i fondi negoziali in primis e l’associazione devono saper cogliere per rendere la previdenza complementare un pilastro sempre più forte a sostegno del sistema pensionistico pubblico e del sistema sociale in senso più ampio”.

previdenza

Maggi ha poi auspicato la riduzione del prelievo fiscale sui rendimenti, oggi pari al 20%, che andrebbe a incentivare correttamente il risparmio previdenziale rispetto al puro investimento finanziario. Il presidente di Assofondipensione ha anche sollecitato una generale semplificazione del meccanismo di tassazione previsto dalla normativa vigente e ha ribadito l’esigenza di maggiori incentivi fiscali per incoraggiare gli investimenti di lungo periodo dei fondi pensione nell’economia reale italiana, a supporto del sistema Paese.

Secondo Maggi è quanto mai urgente trovare i meccanismi giusti per favorire le adesioni alle forme di previdenza complementare: “In un contesto di difficoltà economiche e sociali il rischio non è soltanto che i giovani non entrino, ma anche che nuovi disoccupati siano costretti a uscire e che lavoratori con cali di reddito riducano la loro partecipazione. E’ necessario agire in fretta per incrementare le adesioni, rafforzando il secondo pilastro pensionistico nel nostro Paese, anche per sostenere un sistema di welfare che dovrà essere sempre più sostenibile nel lungo periodo, soprattutto per le giovani generazioni, già penalizzate da carriere spesso discontinue e dai ritardati ingressi nel mercato del lavoro”.

Maggi ha anche ricordato come il rischio di sostenibilità del primo pilastro, minacciato dalla crisi economica, ma soprattutto da quella demografica, renda imprescindibile il rafforzamento della previdenza complementare. La popolazione italiano è in calo da sette anni consecutivi ed è passata dai 60,3 milioni del 2014 ai 59,3 milioni a fine 2020 e la pandemia ha ulteriormente aggravato la situazione. Tra calo delle nascite e progressivo aumento della speranza di vita da una parte e assottigliamento della popolazione attiva sul mercato del lavoro il rapporto tra over 65 e la fascia d’età 15-64 anno è già vicino al 35%. Quindi, ha concluso Maggi “la pressione demografica mette a serio rischio la sostenibilità del primo pilastro del sistema sociale italiano”.