IL PROGRAMMA STRATEGICO PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALEdi ANTONIO LONGO
Sono 24 le specifiche azioni da implementare nei prossimi tre anni secondo il “Programma Strategico per l’Intelligenza Artificiale”, adottato dal consiglio dei ministri e frutto del lavoro congiunto del ministero dell’Università e della Ricerca, del ministero dello Sviluppo Economico e del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e grazie al supporto del gruppo di lavoro sulla strategia nazionale per l’Intelligenza Artificiale costituito in seno al comitato interministeriale per la Transizione Digitale. In linea con la strategia europea, il programma individua, in dettaglio, le politiche da intraprendere attraverso la creazione e il potenziamento di competenze, la ricerca, i programmi di sviluppo e le applicazioni dell’IA. Per rispondere a tali sfide sono state indicate le fonti di investimento europee e nazionali per sostenere ciascuna politica. In particolare, il programma individua nella missione 4 “Istruzione e ricerca” del Pnrr, nelle due declinazioni “Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione” e “Dalla ricerca all’impresa” la principale fonte da cui attingere le risorse per effettuare i relativi investimenti.

La definizione di IA. Con i termini intelligenza artificiale si intendono i modelli digitali, gli algoritmi e le tecnologie che riproducono la percezione, il ragionamento, l’interazione e l’apprendimento e che rappresentano ormai un fattore centrale nella trasformazione digitale della società. Nel prossimo futuro l’IA sarà integrata e influirà sulla maggior parte delle attività economiche, fornendo opportunità per maggiore produttività, sviluppo tecnologico e attività analitiche avanzate in tutti i settori.

I numeri del mercato italiano. L’ecosistema IA italiano possiede un notevole potenziale che, però, non è pienamente sfruttato poiché contraddistinto da comunità di ricerca molto attive ma spesso di piccola scala, poco attrattive per competenze, soprattutto straniere, e con ampi margini di miglioramento anche nella rappresentazione di genere e nella capacità di generare brevetti. Per quanto riguarda i fornitori di soluzioni IA, l’industria italiana sta crescendo rapidamente ma il contributo economico rimane ancora al di sotto del suo potenziale, soprattutto rispetto a paesi europei simili. Nonostante il numero considerevole di attori e start-up, il mercato in Italia è ancora di dimensioni limitate. Nel 2020, secondo una ricerca condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano, il 53% delle imprese medio-grandi dichiaravano di avere avviato almeno un progetto di IA. I settori che mostrano la maggiore diffusione di progetti pienamente operativi sono il manifatturiero (22% del totale dei progetti iniziati), bancario-finanziario (16%) e le assicurazioni (10%). Il mercato ha raggiunto un valore di 300 milioni di euro, con un aumento del 15% rispetto al 2019 ma pari a circa solamente il 3% del mercato europeo. Per quanto riguarda il settore pubblico, le potenzialità sono fortemente legate al processo di digitalizzazione, secondo lo studio E-government Benchmark 2020 della Commissione Europea l’Italia è caratterizzata da un basso livello di penetrazione e un livello medio di digitalizzazione.

Il Programma Strategico. Al fine di migliorare e incentivare lo sviluppo di soluzioni di intelligenza artificiale, il piano contiene sei obiettivi che indicano le ambizioni della strategia italiana, undici settori prioritari che indicano dove l’Italia intende concentrare gli investimenti, tre aree di intervento che indicano come il paese si propone di raggiungere gli obiettivi dichiarati.

I sei obiettivi del programma. Il documento strategico individua come prioritario rafforzare la ricerca, sia fondamentale che applicata, al fine di generare un impatto sui settori dell’industria, del settore pubblico, della società e dell’ambiente. In particolare, va incentivato un approccio multidisciplinare in cui la ricerca è accompagnata dall’innovazione industriale e sociale generando veri e propri ecosistemi di innovazione. Altrettanto importante è ridurre la frammentazione della ricerca aiutando gli ecosistemi a raggiungere massa critica e promuovendo le collaborazioni di rete, in modo da stimolare sia l’eccellenza scientifica che l’inclusività sociale e la coesione territoriale. Inoltre, necessita sviluppare e adottare un’IA antropocentrica e affidabile nel settore pubblico e privato affinché le soluzioni siano conformi alla norme vigenti e vengano accettate dalla società, sostenendo nel contempo lo sviluppo e la progettazione di tecnologie e sistemi responsabili. Occorre anche aumentare l’innovazione basata sull’IA e lo sviluppo della tecnologia promuovendo investimenti industriali e partenariati che trasferiscano i risultati della ricerca sul mercato, facilitando l’adozione dell’IA nelle pmi. E ancora, vanno sviluppate politiche e servizi basati sull’IA nel settore pubblico promuovendo l’innovazione, l’adozione di soluzioni di intelligenza artificiale e la cooperazione tra centri di ricerca, industrie ed enti pubblici. Infine, è imprescindibile creare, trattenere ed attrarre ricercatori di IA in Italia promuovendola in tutti i livelli di istruzione per dare vita ad una nuova generazione di ricercatori ed innovatori con il fine di rendere l’Italia una meta attrattiva per ricercatori qualificati esteri.

I settori prioritari. L’IA consentirà al settore manifatturiero di introdurre sul mercato processi, prodotti e modelli di business innovativi rafforzando il vantaggio competitivo a livello mondiale. Poiché l’intelligenza artificiale sta trasformando molti aspetti della vita, bisogna formare i cittadini a questa tecnologia attraverso un nuovo piano di istruzione per comprendere, rafforzare, integrare e diffondere la stessa. Anche il settore agroalimentare può ulteriormente aumentare la propria competitività tramite l’IA sviluppando l’agricoltura di precisione che permette di evitare la sovrapproduzione e gli sprechi, aumentare la sicurezza alimentare e ridurre le emissioni. Inoltre, le tecnologie avanzate aumenteranno ulteriormente l’attrattività turistica dell’Italia creando nuove sinergie tra industrie culturali e creative, produttori, gestori e utilizzatori del patrimonio culturale. Nel campo della sanità, le applicazioni di intelligenza artificiale stimolano l’innovazione di prodotti e processi, scambiando e aggregando informazioni attualmente disperse in una moltitudine di database pubblici e ampiamente sottoutilizzati. Le soluzioni di intelligenza artificiale avranno un impatto significativo anche sulla conservazione delle risorse, la riduzione delle emissioni, la gestione dei flussi di traffico e dei relativi rischi, il rafforzamento dell’economia circolare e la prevenzione dei disastri naturali. E ancora, le nuove tecnologie consentiranno alle banche e alle compagnie assicurative di migliorare i loro servizi, aumentando la qualità dei servizi offerti ai clienti e riducendo i loro costi, inoltre le applicazioni di intelligenza artificiale rafforzeranno i sistemi di prevenzione delle frodi e semplificheranno l’adempimento degli obblighi degli intermediari attraverso l’adozione di meccanismi per rilevare comportamenti sospetti e analizzare dati e documenti. L’IA ottimizzerà i processi amministrativi, migliorando servizi e prestazioni per i cittadini e le imprese e riducendo i costi. Infine, le tecnologie IA consentiranno all’Italia di ridurre il traffico e limitare la congestione e ad investire in applicazioni che garantiscano la sicurezza dei cittadini. Il successo delle applicazioni in tutti i settori dipende da un alto livello di innovazione nei settori cruciali dell’informatica che incidono sull’intelligenza artificiale, come il rilevamento, il ragionamento e la ricerca, l’elaborazione del linguaggio naturale, la visione artificiale, l’interazione uomo-IA.

Le tre aree di intervento. Gli interventi dovranno snodarsi lungo tre direttrici. In primis, rafforzare le competenze e attrarre talenti per sviluppare un ecosistema dell’intelligenza artificiale. Inoltre, sono previsti interventi per aumentare il numero di dottorati e attrarre in Italia i migliori ricercatori. Il programma include politiche per promuovere corsi e carriere nelle materie STEM e per rafforzare le competenze digitali. Infine, specifiche azioni riguardano l’adozione dell’IA e delle sue applicazioni sia nella pubblica amministrazione che nei settore produttivi in generale. In particolare, le misure a favore delle imprese hanno lo scopo di supportare la Transizione 4.0, favorire la nascita e la crescita di imprese innovative e supportarle nella sperimentazione e certificazione dei prodotti di IA. Gli interventi per la Pa sono volti, invece, alla creazione di infrastrutture dati per sfruttare in sicurezza il potenziale dei big data, alla semplificazione e personalizzazione dell’offerta dei servizi pubblici e all’innovazione delle amministrazioni.
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