di Anna Messia
C’è stato un colpo di scena per Convivio, il primo comparto del fondo d’investimento alternativo immobiliare Dante lanciato da Invimit, la società di gestione interamente controllata dal ministero dell’Economia. Allo scadere della fine dell’anno a spuntarla nella partita, come anticipato da milanofinanza.it, è Poste Vita con un’offerta ritenuta migliore rispetto agli americani di Starwood Capital Group che da mesi erano in pole position. In ballo, come noto, ci sono asset per un valore totale di prezzo d’asta di 249 milioni (rispetto ai 500 milioni totali di Dante), con la fissazione di soglie minime di sottoscrizione che sono state tutte acquistate dalla compagnia del gruppo Poste Italiane. Un’operazione su cui sono accesi da tempi i riflettori del mercato, non solo perché gli utili della vendita delle quote andranno a ridurre il debito pubblico italiano ma anche perché Invimit, che dal 2019 è guidata da Giovanna Della Posta, per la prima volta ha scelto di collocare asset immobiliari pubblici secondo le modalità di un privato. I conduttori degli immobili, che si trovano essenzialmente tra Milano e Roma, sono privati e non enti pubblici come era stato in passato per il fondo immobili pubblici (Fip) e più della metà degli asset coinvolti in questo primo comparto è locato a privati, il resto ancora libero con Invimit che, come reso noto, punta ad aumentare il rendimento (Irr) con un obiettivo tra il 4 e il 5%. Una vetrina importante anche per capire il sentiment degli operatori nei confronti del mercato immobiliare, in un momento eccezionale, e dopo mesi di rinvii imposti anche dall’emergenza sanitaria ora l’operazione si è chiusa con successo. Il patrimonio del comparto è costituito da immobili provenienti da fondi partecipati da Inps, Inail e Regione Lazio e comprende, come detto, immobili di pregio a Roma e Milano ma anche in alcune delle principali città italiane, tra cui Bologna, Genova, Padova e Mantova. «Questa operazione ci ha battezzato sul mercato dei capitali, sia con operatori internazionali che nazionali», commenta Della Poste, «alla fine abbiamo aggiudicato Poste Vita in quanto l’offerta è stata ritenuta maggiormente vantaggiosa per i fondi apportanti, con la corresponsione integrale del prezzo al closing». (riproduzione riservata)

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