L’ambiente è oggi un tema sotto i riflettori nella realtà di tutte le imprese. La ragione non va ricercata soltanto nella tendenza green che orienta ormai moltissime attività nel nostro paese, nonché le scelte dei consumatori, ma anche nei margini di rischio che tale aspetto porta con sé sia in termini sociali che economici.

«La normativa ambientale è complessa, mutevole e piena di articolate sfaccettature», ricorda l’avvocato Attilio Balestreri, partner di B&P Avvocati, studio legale specializzato in ambiente e sicurezza sul lavoro. «Negli ultimi anni si è infatti assistito a una crescita esponenziale degli adempimenti richiesti alle imprese e a un progressivo inasprimento delle sanzioni, con l’effetto di annoverare la gestione ambientale tra i più rilevanti rischi per le aziende». Se da un lato i sistemi di controllo e di prevenzione in materia ambientale sono quindi, oggi, imprescindibili, dall’altro lato diventa fondamentale capire come prevenire, o comunque mitigare, il rischio ambientale in impresa con strumenti sostenibili. Una politica non attenta agli aspetti di risk management ambientale può pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi aziendali e minacciare la competitività.

«La costruzione di strumenti di prevenzione del rischio ambientale efficaci», spiega Balestreri, «non può che partire dall’analisi del contesto della singola azienda, dei relativi adempimenti e delle dinamiche operative. Un primo importante strumento di tutela è la presenza di procedure e istruzioni operative chiare, aggiornate e specifiche, che disciplinino, per quanto possibile, i principali adempimenti ambientali dell’impresa, costituendo una guida per gli operatori chiamati a svolgere le attività e una prova per l’azienda della propria organizzazione interna. L’adeguata formazione è poi essenziale per garantire diffusione e consapevolezza degli adempimenti. Medesimi criteri sono alla base del Modello organizzativo richiesto dal dlgs 231/2001, ormai fondamentale in ragione della rilevanza di molti illeciti ambientali per la disciplina della responsabilità d’impresa. Il sistema 231 passa infatti attraverso mappatura dei rischi, misure di prevenzione e sistemi di controllo, oltre al monitoraggio dell’Organismo di vigilanza».

Anche l’organizzazione delle responsabilità interne è fondamentale. Deleghe di funzione, organigrammi e flussi informativi, se correttamente implementati, permettono una più efficace gestione ambientale. «Non vanno poi dimenticati i sistemi di autocontrollo», conclude l’avvocato. «Audit, controlli periodici e strumenti di gestione e monitoraggio (anche informatizzato) delle scadenze e degli adempimenti, in una disciplina connotata da numerose prescrizioni formali e rigidi sistemi autorizzativi, possono costituire strumenti chiave per evitare errori senza aggravi di costo».

Per le imprese, soprattutto quelle meno strutturate, dotarsi di tali sistemi può apparire complesso e oneroso. «Tutto sta, però», sottolinea Mauro Santini, ceo del Gruppo Santini, punto di riferimento nazionale nel settore del riciclaggio con sede a Bolzano, «nell’implementarli con coerenza in funzione della dimensione aziendale e dell’ambito di attività, affinché siano ritagliati sulla realtà d’impresa e possano contribuire a svilupparne l’attività evitando rischi e pregiudizi per l’operatività aziendale. Non appare possibile, oggi, evitare di porsi il problema di come gestire i propri rifiuti, le emissioni o gli ulteriori adempimenti ambientali. Strumenti di organizzazione e controllo, per quanto semplici, e l’ausilio di professionisti e associazioni di categoria, possono costituire importanti strumenti di tutela, a costi sostenibili, per gestire il proprio business con maggiore serenità e poter, ove necessario, dimostrare la massima proattività nella tutela ambientale». (riproduzione riservata)

Fiorella Cipolletta
Fonte: logo_mf