Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Tanta voglia di polizze ad alta digitalizzazione, poca offerta sul mercato. Con l’Italia maglia nera che rischia di arrivare senza fiato e senza investimenti anche nella nuova competizione all’innovazione che si è inevitabilmente innescata tra pandemia e lockdown. La fotografia, aggiornata agli ultimi giorni, l’ha scattata l’Italian Insurtech Association, associazione presieduta da Simone Ranucci Brandimarte nata nel marzo scorso per promuovere lo sviluppo del mercato assicurativo digitale che tra i suoi aderenti, oltre alle compagnie di assicurazione, ha anche broker, riassicuratori e fornitori di tecnologia. «Il bilancio 2020 dell’insurtech italiano è deludente, nonostante la domanda sia in crescita con il 32% dei consumatori che vorrebbe già oggi usufruire di un’offerta assicurativa digitale», dice Ranucci Brandimarte, sottolineando che in Italia le assicurazioni «non stanno ancora cavalcando l’accelerazione del consumatore digitale post-covid». Oggi i consumatori digitali in Italia sono appena l’1,5% (quasi tutti nell’RcAuto) e le incertezze legate alla pandemia rischiano addirittura di frenare gli investimenti in innovazione che le compagnie programmano per il 2021. Proprio quando ce ne sarebbe più bisogno».
I materassi degli italiani sono sempre più gonfi di liquidità e la grande sfida di autorità politiche, economiche e consulenti, soprattutto nell’anno della pandemia di Covid-19, è quanto mai impellente: qual è la ricetta per incanalare questo immenso tesoro verso l’universo degli investimenti? Secondo i dati del nuovo rapporto sugli investimenti finanziari delle famiglie italiane della Consob, le strade da seguire sono molteplici: incentivare la domanda tramite un sistema di benefici fiscali, scommettere su Esg e sostenibilità, rafforzare la digitalizzazione. Ma la stella polare in cima a tutto deve essere un’altra: aumentare il livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani. MF-Milano Finanza ne ha parlato con Nadia Linciano, capo dell’ufficio studi economici dell’Authority e curatrice del rapporto.
Dall’Imu all’imposta di bollo fino all’imposta sostitutiva per chi acquista casa con il mutuo. Lo studio legale Lenzi e Associati ha elaborato un quadro delle principali patrimoniali che colpiscono la ricchezza sotto le sue varie forme in Italia. Completano il quadro, a ben vedere, bollo auto e canone Rai.
Mentre si discute di una possibile revisione dell’Irpef, nell’attesa di verificare se ci saranno impatti sul trattamento della previdenza complementare, è importante muoversi per cogliere i possibili vantaggi che la normativa prevede. In questa prospettiva entro il 31 dicembre gli iscritti ai fondi pensione e ai pip devono comunicare alla propria forma pensionistica l’ammontare dei contributi versati lo scorso anno (nel 2019) per quella parte per cui non si sia usufruito della deduzione. Infatti in fase di contribuzione si prevede la deducibilità dal reddito complessivo di un importo non superiore a 5.164,57 euro l’anno dei versamenti al fondo.
L’imposta patrimoniale è uno spauracchio che compare e scompare periodicamente sulla scena italiana. Ultimo caso in ordine di tempo è stata la petizione che il Fatto Quotidiano ha lanciato su Change.org – sulla scia di alcune iniziative come l’emendamento della sinistra di governo a firma Leu/Orfini – proponendo un prelevamento forzoso del 2% su ricchezze superiori a 50 milioni e del 3% per patrimoni di oltre un miliardo, con l’obiettivo di recuperare risorse da utilizzare per fronteggiare la pandemia. Una proposta shock che in pochi giorni ha raccolto più di 50 mila adesioni. Restano fuori soltanto i fondi pensione, le gestioni separate delle polizze vita di ramo I (e i fondi sanitari). Accanto all’imposta di bollo sul capitale maturato ogni anno, gli investimenti finanziari sono soggetti alla tassazione sul rendimento e anche in questo caso dal governo Monti in poi il peso dell’imposizione è cresciuto: fino al 2011 aveva un’aliquota del 12,5% per poi salire al 20% nel 2012 e al 26% nel 2014 sotto il governo Renzi. I rincari hanno interessato tutti gli strumenti, a parte i titoli di Stato che restano al 12,5% e i fondi pensione al 20% (anche se prima erano all’11%). Ma ecco, asset per asset, come viene tassato il risparmio in Italia.
UnipolSai Risparmio Giovane è un piano di risparmio per giovani pensato per garantire ad un figlio, nipote o ragazzo un capitale utile dopo le scuole superiori. Si tratta di un’assicurazione di previdenza scolastica a termine fisso, con rivalutazione annua delle prestazioni con Bonus finale, a premio annuo costante e possibilità di versamenti aggiuntivi, con esonero dal pagamento dei premi in caso di decesso o di invalidità del parente/assicurato. Il tutto avviene attraverso un piano di versamenti annui. In termini finanziari si incasserà la rivalutazione del capitale assicurato iniziale, comprensivo di un rendimento minimo garantito dello 0% (tasso tecnico), in base al rendimento della gestione separata Valore UnipolSai che negli ultimi anni è stata molto performante. L’obiettivo è quindi di risparmio/investimento su un orizzonte temporale medio, per coloro che hanno una propensione al rischio molto bassa e non vogliono esporsi ai saliscendi dei mercati finanziari. Nel dettaglio l’assicurazione è destinata a garantire ad un minorenne, una volta raggiunti i 20 anni di età, un adeguato sostegno economico per la sua istruzione universitaria o per agevolarne l’ingresso nel mondo del lavoro, premiando la sua dedizione allo studio e tutelandolo in caso di invalidità o di decesso della persona parente-assicurato da cui dipende economicamente.
Il mercato dei mutui ha dato prova durante il primo lockdown di una buona resistenza (+9,7% le erogazioni durante il primo semestre), per poi registrare una forte ripresa durante la pausa estiva (+30% la domanda durante luglio e agosto). Tuttavia la seconda ondata Covid e il ritorno del lockdown, seppur a fasce colorate, stanno frenando la domanda di mutui da parte di privati e famiglie e a ottobre si sono registrati dati contrastanti: se la domanda di nuovi mutui nel mese ha registrato un -8% (fonte Crif), le erogazioni hanno continuato il loro trend di crescita con un ottimo +13,5% (fonte Assofin).
  • Bankitalia migliora a -9% la stima sul pil 2020
Dopo una contrazione del pil in Italia del 9% quest’anno, ci dovrebbe essere una ripresa nel prossimo triennio (+3,5% nel 2021, +3,8% nel 2022 e +2,3% nel 2023). Lo stima Bankitalia nelle proiezioni macroeconomiche nel quadriennio 2020-23 elaborate nell’ambito dell’esercizio coordinato dell’Eurosistema. Rispetto allo scenario di base pubblicato nel Bollettino economico di luglio, la revisione al rialzo nel 2020 riflette l’andamento particolarmente favorevole registrato nel 3° trimestre, mentre nel successivo biennio la ripresa è spostata in avanti di alcuni mesi. Il più contenuto dato medio annuo del 2021 risente dell’effetto-trascinamento della flessione del prodotto nella parte finale del 2020; la crescita sarà più rapida dal secondo trimestre in poi e significativamente più forte nel 2022. In termini congiunturali, il pil si ridurrebbe nel trimestre in corso e rimarrebbe debole all’inizio del 2021, per poi tornare a espandersi a ritmi significativi nella parte centrale del prossimo anno, grazie all’ipotizzato miglioramento del quadro sanitario e all’effetto delle misure di politica economica. Bankitalia ipotizza un persistere sugli attuali livelli dell’epidemia nelle prossime settimane, un suo successivo graduale ritorno sotto controllo nel corso della prima metà del 2021 e un completo superamento dell’emergenza entro il 2022 grazie anche alla diffusione di soluzioni mediche efficaci. Lo scenario di base è fortemente dipendente dalle ipotesi sull’evoluzione della pandemia. Minori ripercussioni dei contagi sull’attività nella parte finale del 2020 e all’inizio del 2021 potrebbero tradursi in un ritmo di crescita più elevato nella media dell’anno prossimo. Per contro, un prolungamento degli effetti sfavorevoli della pandemia a livello globale potrebbe rappresentare un rischio per le prospettive di crescita se si ripercuotesse sui comportamenti di consumo e investimento, sugli scambi internazionali o sulle condizioni finanziarie.

Vendita del prodotto, distribuzione, comunicazione e fidelizzazione della clientela sono necessità che, solitamente, un’azienda può approcciare una alla volta a seconda del mercato in cui opera. Nel caso del mercato assicurativo, invece, sono tutte sfide attuali e contemporanee; soprattutto in Italia dove il cittadino ha una scarsa propensione a garantirsi contro possibili sinistri futuri. Così se per esempio una griffe di moda può concentrarsi sulla comunicazione più che sulla fidelizzazione al suo marchio, «le assicurazioni stanno rivedendo sia l’offerta di prodotto sia la strategia di distribuzione», spiega a ItaliaOggi Paolo Mori, expert partner in Italia della società globale di consulenza Bain & Company, «senza dimenticare la comunicazione che si sta aggiornando solo ora, colmando un gap che spiega in parte proprio la loro scarsa penetrazione di mercato».
  • Zurich Insurance
La sussidiaria Farmers Group ha stipulato un accordo per acquistare l’unità danni e infortuni di MetLife negli Stati Uniti per 3,94 miliardi di dollari.

 

corsera

  • «Risparmio e imprese La consulenza motore per la nuova crescita»
Il consulente è un po’ come il medico di base del risparmio, perché riesce a interloquire con le famiglie, dando consigli utili e aiutandole a difendersi dall’inflazione. I grandi patrimoni, che da anni si affidano al mondo della consulenza, lo hanno sempre saputo, ma ora ne hanno preso coscienza anche i risparmiatori più piccoli, che vogliono e chiedono il supporto di un professionista, anche per aiutare il sistema Italia. Un salto evolutivo importante per un Paese che non ha mai brillato in termini di educazione finanziaria e che emerge chiaro dalla ricerca «Risparmio e consulenza, insieme per il rilancio del Paese» realizzata da Eumetra per Assoreti: sette italiani su dieci, infatti, si dicono disposti a investire per rilanciare l’economia, con l’85% che considera la consulenza un bene sociale, utile per tutti.

  • Zurich nel danni Usa Farmers Exchanges
  • Assofondipensione, con Cdp in quattro pronti al debutto
Nel 2021 dai fondi pensioni negoziali e preesistenti (120 miliardi di patrimoni) potrebbe arrivare almeno un miliardo di investimenti a favore delle Pmi. Quattro fondi – Arco, Byblos, Laborfond e Pegaso – hanno già aderito con un centinaio di milioni al progetto lanciato un anno fa da Assofondipensione con Cdp e la Sgr Fondo Investimento italiano (si prevede un addendum del 50% da parte di Cdp sul finanziato dei fondi) e altri 25 hanno dato il benestare al piano. Lo spiega in questa conversazione con Il Sole 24Ore Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione. «Considero i cento milioni delle prime adesioni come lo starter di una corsa che quest’anno ha come obiettivo il primo miliardo – spiega Maggi -. Le condizioni ci sono, il confronto con Cdp è avanzato e all’inizio del progetto abbiamo costituito una cabina di regìa cui partecipano otto grandi fondi per verificarne la fattibilità».
  • Maltempo, poche polizze ma danni oltre i 600 milioni
  • Dop e Igp perdono 3,2 miliardi di ricavi

  • Investimenti green, le Pmi italiane ci contano
La sostenibilità sta mettendo radici tra le imprese italiane. Si è finalmente capito che lì arriveranno gli investimenti nei prossimi anni. Dal recente sondaggio di BlackRock fra oltre 400 investitori istituzionali, è emersa la volontà di raddoppiare gli asset sostenibili nei prossimi cinque anni. A questo dato si aggiunge il passaggio di 23 mila miliardi di dollari di ricchezza dai Baby Boomers americani ai Millennials, notoriamente più vicini alle tematiche green (rapporto Deloitte, 2015). Il combinato disposto dei due fattori darà l’accelerazione finale al mondo Esg, soprattutto a quello statunitense, in ritardo rispetto all’Europa.
  • Consulenza sempre più digitale
La professione del consulente finanziario evolve e, grazie anche all’emergenza pandemica in corso, pigia il piede sull’acceleratore della digitalizzazione per gestire la relazione con i clienti. La conferma arriva da oltre 600 consulenti finanziari che hanno partecipato e risposto in base alla loro esperienza diretta, alle indagini condotte a più riprese nel corso del 2020 da McKinsey e i cui risultati sono stati presentati in settimana nel corso di Consulentia20, l’evento organizzato dall’Anasf per la prima volta in questa occasione in versione completamente digitale.
  • Il passaggio di testimone resta un tabù