Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Intesa Sanpaolo ha avviato Obiettivo Pensione, prestito a condizioni agevolate per chi è vicino alla pensione ma non è in grado di pagare gli ultimi mesi di contributi. Coloro a cui mancano meno di tre anni e più di 6 mesi alla pensione possono così accedere a un finanziamento in tranche trimestrali, utilizzabile solamente per il pagamento dei contributi Inps. Una volta raggiunta la pensione, potranno restituire le somme utilizzate con diverse modalità: in unica soluzione, attraverso la cessione del quinto della pensione o con un prestito personale a tasso agevolato di durata fino a 10 anni. Il prestito si rivolge a disoccupati prossimi al raggiungimento o che hanno raggiunto l’età per andare in pensione ma non hanno ancora raggiunto il requisito minimo di contribuzione previsto e ai disoccupati che versano volontariamente contributi a fini pensionistici ma hanno dovuto sospendere i pagamenti per sopravvenute difficoltà economiche.

 

Attraverso un emendamento alla manovra di bilancio 2021 è stato previsto un credito di imposta fino al 20% del valore complessivo investito nei Pir qualora, al termine dei 5 anni di investimento, venga maturata una perdita. Il credito così generato non permetterà di portare successivamente in deduzione le relative perdite dagli eventuali redditi positivi futuri se non per l’eventuale eccedenza tra l’ammontare della perdita stessa e il limite del 20% per il credito di imposta. Esemplificando numericamente: fatto 200 k l’investimento, se al termine dei 5 anni registrassi una perdita di 30 k potrei maturare un credito di imposta di pari importo senza avere la possibilità di portare tale perdita in deduzione da eventuali profitti futuri; diversamente qualora registrassi una perdita di 50 k avrei la possibilità di maturare un credito di imposta pari a 40 k (tetto del 20% sull’investimento totale) e di portare in deduzione 10 k da eventuali rendimenti futuri.

Domande di moratoria dei prestiti per 301 miliardi di euro. E richieste di garanzia per nuovi finanziamenti bancari alle pmi per 124 miliardi. A cui si aggiungono i prestiti garantiti da Sace per un valore di 19 miliardi di euro. La task force costituita da ministero dell’economia, ministero dello sviluppo economico, Banca d’Italia, Associazione Bancaria Italiana, Mediocredito Centrale e Sace ha diffuso i dati sullo stato di attuazione delle misure messe in campo dal governo nel 2020 a sostegno della liquidità delle imprese per fronteggiare l’emergenza Covid. 
Le cifre, aggiornate al 23 dicembre, stimano oltre 2,7 milioni di domande o comunicazioni di moratoria su prestiti per un valore di oltre 301 miliardi. Nel dettaglio, le domande provenienti da società non finanziarie rappresentano il 43% del totale, a fronte di prestiti per 194 miliardi. Per quanto riguarda le Pmi, le richieste ai sensi del decreto Cura Italia (quasi 1,3 milioni) hanno riguardato prestiti e linee di credito per 155 miliardi. Le 62 mila adesioni alla moratoria promossa dall’Abi hanno riguardato 18 miliardi di finanziamenti alle imprese.
  • Inarcassa, agevolazione più facile per gli under 35
Aliquota soggettiva ed integrativa al 100% (dall’attuale 50%) per i pensionati, a meno che non siano titolari di trattamento di invalidità, o percepiscano «l’assegno per figli con disabilità grave», circostanze che non intaccano l’opportunità di effettuare una contribuzione ridotta alla metà. E novità per i versamenti dei giovani under35 e per i primi 5 anni di attività lavorativa, giacché è previsto un abbassamento del limite di reddito per aver diritto all’agevolazione (ora è di 47.000 euro, ma la sforbiciata ci sarà se le entrate saranno uguali, o inferiori a quelle mediamente dichiarate nel biennio precedente, pari a 28.000 euro). È quanto entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021 per gli iscritti ad Inarcassa (la Cassa previdenziale cui sono associati circa 170 mila architetti e ingegneri liberi professionisti), in virtù dell’entrata in vigore di alcune modifiche regolamentari licenziate dai vertici dell’Ente guidato da Giuseppe Santoro tra l’estate 2019 e quella 2020, e poi approvate dai ministeri del Lavoro e dell’Economia.  Nel frattempo, l’anno che sta per partire svelerà se le stime (negative) legate al Covid dei guadagni delle due categorie si realizzeranno: il reddito medio del 2020 per la platea di Inarcassa, (come anticipato da ItaliaOggi del 3 dicembre 2020) «dovrebbe attestarsi sui 25.600 euro (ammontava a 27.950 euro nel 2019)». E calare, dunque, dell’8%.
  • Pmi, a rischio il 10% dei posti di lavoro 
A rischio più del 10% dei posti di lavoro nelle pmi nel 2021, con la percentuale che sale al 14% per quanto riguarda i lavoratori autonomi. È quanto emerge dal secondo rapporto di monitoraggio sulla crisi da Covid-19 elaborato dalla fondazione studi consulenti del lavoro. Il sondaggio si basa sulle risposte di oltre 3.000 iscritti all’ordine «che dall’inizio dell’emergenza stanno assistendo imprese per lo più di medie e piccole dimensioni e lavoratori nelle loro attività, a partire dal supporto nell’accesso agli strumenti di sostegno al reddito», come si legge nella nota diffusa dalla Fondazione studi.  Il monitoraggio, condotto nella prima metà del mese di dicembre, a distanza di due mesi dalla precedente rilevazione, per le pmi evidenzia in particolare che: le imprese ritorneranno ai livelli di fatturato pre-crisi entro il 2022 (la pensa cosi il 69,2% contro il 53,2% degli intervistati ad ottobre); gli organici delle pmi potrebbero ridursi mediamente dell’11,7% (anche se il 22,2% degli intervistati pensa che la riduzione sarà tra il 10 e il 14% mentre il 6,8% di loro individua un valore uguale o superiore al 25%). Stando alle risposte dei consulenti del lavoro, il grosso delle perdite si registrerà nel settore degli alloggi e della ristorazione, che secondo la metà degli intervistati (49,3%) subirà una riduzione degli organici aziendali superiore al 15% mentre per il 26,7% compresa tra il 10% e 15%, seguito, a distanza, dal commercio, con organici previsti in fortissima (più del 15%) e forte (tra 10 e 15%) riduzione rispettivamente dal 25,9 e 29,2% degli intervistati e infine i servizi ricreativi, culturali e sportivi, per cui le previsioni oscillano tra la fortissima (27,7%) e forte (25,4%) contrazione. Per quanto riguarda il lavoro autonomo, come detto, le valutazioni sono anche peggiori visto che viene stimato che la riduzione media delle attività in proprio prodotta dalla pandemia sarà del 14,6%, mentre ad ottobre il dato si collocava al 13,6%.

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  • Napoli, la furia delle onde sul lungomare: paura e danni
Da lungomare «liberato» a lungomare «cancellato» è stato un attimo. Una mareggiata ha devastato tutto ciò che c’era, l’acqua ha inondato totalmente la carreggiata. Il mix esplosivo di vento e pioggia che ha colpita Napoli ha fatto danni enormi. Totalmente distrutte le strutture esterne dei ristoranti che affollano via Partenope. La dirompente la forza del mare ha perfino disintegrato un muretto borbonico che divide il marciapiedi dal litorale, nel tratto da piazza Vittoria alla sede universitaria. Allagati anche tutti i palazzi della zona. Prima che intervenisse la polizia municipale per chiudere la strada, le auto che stavano transitando sono state sommerse dall’acqua, che ha scavalcato scogli e muretti di contenimento, e colpite dai detriti. Ma una conta dei danni si potrà fare solo in giornata, quando si spera che il maltempo allenti la pressione. Intanto il lungomare è rimasto chiuso per tutta la notte e sarà così fino a quando le condizioni climatiche non consentiranno la riapertura.Già duramente colpiti dalle chiusure imposte dalle ordinanze natalizie a causa del Covid, i molti ristoratori del lungomare si ritrovano adesso anche con i locali allagati e le tensostrutture distrutte. «Faremo ogni sforzo per far fronte, insieme ai ristoratori, ai danni che hanno subìto», commenta Alessandra Clemente, assessore alla polizia municipale.
  • Michele, morto in bici per evitare un cane
Non ce l’ha fatta Michele Santoro, il quindicenne di Montella, in provincia di Avellino, che il 22 dicembre era caduto dalla bici nel tentativo di evitare un cane che gli aveva attraversato la strada. Ricoverato in rianimazione è morto 6 giorni dopo. Michele amava la bicicletta, sul suo profilo Instagram anche un post in cui il 29 luglio dell’anno scorso scriveva: «Quella della bici è l’unica catena che ti rende libero».

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  • Milano sotto la neve Centro-Sud nella bufera Muore un vigile del fuoco
L’ondata di maltempo imbianca e blocca il Nord Italia causando vittime, provocando disagi, ritardi nei collegamenti e il divampare di polemiche politiche a Milano. Le abbondanti nevicate hanno infatti creato problemi in Lombardia, Valle D’Aosta, Piemonte con alcune autostrade chiuse temporaneamente, centinaia di tir bloccati, treni con più di due ore di ritardo e cancellazioni a catena. Danni ma anche morti e feriti per colpa della perturbazione di origine nord-atlantica: un vigile del fuoco è morto folgorato in Sardegna durante un intervento (oltre duemila in tutt’Italia), a Milano un malato oncologico è stato trovato senza vita su un marciapiede. Per la caduta di alberi e rami sono finiti in ospedale due passanti a Roma, uno a Milano e uno in Brianza, altri sono stati colti da infarto mentre spalavano la neve all’esterno delle abitazioni, senza contare i feriti per scivoloni e incidenti . Le coste sono state schiaffeggiate da forti mareggiate: a Livorno onde alte tre metri hanno fatto chiudere i viali vicini al mare perchè sulle strade arrivavano detriti di grosse dimensioni. Stessa misura nel Savonese mentre sul litorale romano spazzato da raffiche di vento anche di 90 chilometri orari, a Ostia, dodici anziani sono stati tratti in salvo dalla polizia fuori dalle case allagate.  Sempre a Milano una donna di 49 anni è stata travolta da un palo “reggifilo” caduto in strada che l’ha colpita alla testa, mentre a Roma un passante è stato ferito da un albero caduto nel quartiere Flaminio.

  • Commercio, il Covid cancella 240mila imprese
 I negozi di abbigliamento e calzature sono tra i più colpiti: 17.700 imprese chiuse, di cui 11.200 a causa del Covid . Tre giorni di respiro, con tutta Italia in zona arancione, avranno un effetto più che altro psicologico per le imprese italiane del commercio non alimentare, che si preparano a chiudere l’anno più nero degli ultimi 50 anni. Stando alle previsioni di Confcommercio (elaborate su dati Istat e Movimprese), il Covid avrebbe cancellato quest’anno 240mila realtà di questo settore, a cui si aggiungono circa 200mila lavoratori autonomi collegati alla filiera. Pesa il crollo dei consumi, stimato dall’associazione in un -10,8% complessivo, che colpisce proprio il commercio non alimentare. Il comparto alimentare, infatti, ha tenuto ed è persino cresciuto, dunque questa cifra nasconde perdite ben più pesanti per settori come abbigliamento e calzature, ma soprattutto per le imprese dei servizi: agenzie di viaggio e tour operator, bar e ristoranti, trasporti e attività legate al tempo libero. Confcommercio stima la chiusura quest’anno di oltre 390mila realtà, a fronte di appena 85mila nuove apertura. Nel complesso, sono quindi oltre 300mila le aziende in meno nei settori considerati (240mila delle quali attribuibili alla pandemia), per un totale di quasi 2,4 milioni di imprese attive a inizio 2021, l’11,3% in meno rispetto allo scorso gennaio.