Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Uber torna alle origini. Il gruppo del ride-handling guidato dal ceo Dara Khosrowshahi ha deciso di abbandonare quasi definitivamente i progetti per sviluppare l’auto a guida autonoma cedendo la divisione Advanced Technology Vehicles (Atg) alla startup Aurora Innovaton, specializzata proprio in questo campo. Da tempo circolavano indiscrezioni sulla cessione delle attività come parte della strategia di ristrutturazione aziendale, soprattutto considerando i conti in costante perdita della divisione (solo nell’ultimo trimestre ha registrato un rosso di 303 milioni di dollari). La mossa, tuttavia, non comporta per la società di San Francisco una totale uscita di scena dal business. In base agli accordi stipulati Uber, a fronte della cessione delle attività, otterrà il 26% del capitale di Aurora, garantendo al ceo Khosrowshahi un posto nel cda. In aggiunta il gruppo del ride sharing si è impegnato a investire circa 400 milioni nella startup fondata nel 2017 e attualmente valutata 10 miliardi di dollari, dai 3 miliardi di settembre 2019 (ultimi dati PithcBook), e che annoverà tra i suoi finanziatori giganti come Amazon e Hyundai e fondi come Greylock e Sequoia Capital. Inoltre Aurora si sarebbe impegnata a rilevare metà dei 1.200 dipendenti di Atg, andando così a raddoppiare la propria forza lavoro. Le due società, poi, avvieranno una partnership per lo sbarco delle vetture a guida autonoma sviluppate da Aurora sul network di ride sharing di Uber.
Nonostante la pandemia, il 2020 sarà da record per gli investimenti nelle startup tecnologiche europee. A fine la raccolta di capitali oltrepasserà i 41 miliardi di dollari, stima il report State of european tech realizzato da Atomico in collaborazione con Orrick e Slush. La somma è di poco superiore al totale del 2019, un risultato che pareva irraggiungibile nel secondo trimestre dell’anno. Fra marzo e giugno, infatti, gli investimenti sono sprofondati del 36% a causa della crisi da Covid-19, ma la raccolta ha ripreso vigore in estate per poi decollare negli ultimi mesi del 2020. A settembre le startup europee hanno ottenuto finanziamenti per 5 miliardi, massimo storico; novembre e dicembre dovrebbero attestarsi su cifre simili, se non addirittura superiori. In termini di investimenti l’ecosistema tech europeo resta comunque lontano dall’Asia (74 miliardi raccolti nel 2020) e soprattutto dagli Stati Uniti (141 miliardi, 25 in più dell’anno scorso)
  • Azimut lascia l’Iran, ma con opzione di rientro
Azimut dopo tre anni disinveste dall’Iran. La lussemburghese Az International Holdings Sa, che raggruppa tutte le partecipazioni estere detenute dal gruppo quotato guidato da Pietro Giuliani, ha ceduto il 20% dell’iraniana Mofid Entekhab acquistato nel 2017, ottenendo però l’opzione di un eventuale riacquisto futuro. La notizia è contenuta nel bilancio 2019 della lussemburghese. Mofid Entekhab basata a Teheran è la principale società di brokeraggio dell’Iran e con Azimut aveva firmato anche un accordo parasociale per sviluppare una piattaforma di consulenza finanziaria onshore e istituire un fondo offshore per consentire agli investitori stranieri l’accesso al mercato di capitali iraniano. Con quell’operazione Azimut era stata la prima realtà finanziaria globale a entrare con un investimento azionario in una società che fornisce servizi finanziari in Iran autorizzati dal regolatore locale. Mofid Entekhab, fondata nel 2016, a fine 2017 gestiva 89 milioni di dollari di masse, distribuite tra fondi comuni e depositi amministrati. Mofid Entekhab possiede l’8% di quota di mercato di fondi azionari ed è il più grande asset management indipendente in Iran.

In Italia sono 220.906 le nuove imprese iscritte nei mesi da gennaio a settembre, un numero in calo del 19,2% rispetto allo stesso periodo del 2019, quando erano 273.383. Speculare il risultato di Milano, che conta nello stesso intervallo di tempo 14.826 iscrizioni contro le 18.325 del 2019 (-19,1%; in termini assoluti -3.499 unità), mentre ancora più consistenti sono le contrazioni nelle altre province e in Lombardia. Il saldo tra iscritte e cessate in questi nove mesi del 2020 è positivo in Italia (+13.078), in Lombardia (+1.257) e a Milano (+2.327), mentre di segno opposto a Lodi (-88) e, anche se di pochissimo, a Monza Brianza (-6). E’ quanto emerge dall’elaborazione presentata dall’Osservatorio delle Società e delle Imprese della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza Lodi, con la Camera Arbitrale di Milano nei giorni scorsi nel corso dell’incontro «La Corporate Italy prima e durante il Coronavirus.
Più di 40 miliardi per estendere il Superbonus nel tempo. Per i territori colpiti dal sisma del 2009 e del 2016, almeno fino al 2026. Per gli altri interventi ancora non è stata fissata un limite temporale; per ora ci si limita ad affermare che sarà prolungata la scadenza dell’incentivo. La conferma arriva dalla bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il piano di azione per l’utilizzo delle risorse del Recovery fund, il cui esame è stato avviato dal Consiglio dei ministri lunedì scorso. Nel documento si legge testualmente che sarà predisposto «Il potenziamento delle misure a sostegno dell’efficientamento dell’edilizia privata. In particolare, si prevede l’estensione del superbonus edilizio per l’efficientamento energetico e l’adeguamento antisismico delle abitazioni private, con il quale viene riconosciuta una detrazione fiscale pari al 110% dei costi sostenuti per gli interventi, utilizzabile in compensazione fiscale o convertibile in credito d’imposta cedibile». Lo stanziamento per la voce «Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici» è di 40,1 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’adeguamento antisismico viene inoltre affermato che si provvederà «all’estensione al 2026 del superbonus per i territori colpiti dal sisma del 2016 e del 2009».
Italia paradiso fiscale dei risparmi altrui. Ammontano a 334 miliardi di dollari i depositi nelle banche italiane, e almeno 126 sono da considerare anormali rispetto alla dimensione del paese. L’effetto: 4 miliardi di gettito persi per gli altri paesi. L’Italia non è il paese per società o per chi fa impresa, ma per chi vive di rendita, sembrano dire i numeri che emergono della ricerca del Tax Justice Network, «The State of Tax Justice 2020». L’Italia perde ogni anno a causa dei paradisi fiscali circa 12 miliardi di dollari, ma non è trascurabile l’effetto che l’Italia ha sugli altri paesi, soprattutto in merito all’evasione fiscale di individui facoltosi. L’effetto negativo italiano sul gettito delle società per gli altri paesi è calcolabile in soli 31 milioni di dollari, mentre quello sulla ricchezza privata arriva a una consistente cifra di 4 miliardi di dollari. In totale l’Italia è responsabile per 1.01% di perdite fiscali globali
  • Infermieri, violenze per 9 su 10
L’89% degli infermieri è stato vittima di violenza durante la sua vita professionale: circa 239mila, di cui 180mila infermiere donne. E per oltre 130mila (il 58%) si è trattato di un’aggressione fisica. E’ quanto emerge da uno studio dell’Università Tor Vergata di Roma, i cui risultati sono stati diffusi dalla Federazione nazionale delle professioni infermieristiche (Fnopi). Di tutte le aggressioni al personale sanitario secondo i dati Inail, il 46% sono a infermieri e il 6% a medici (gli infermieri sono spesso i primi professionisti ad intercettare le persone che si rivolgono ai servizi e quindi quelli più soggetti). Quindi le aggressioni a infermieri sono circa 5.000 in un anno (anche se spesso quelle verbali non sono neppure denunciate), 13-14 al giorno in media. “Per questo dal primo dicembre 2020”, si legge nella nota della Federazione, “grazie al co-finanziamento della Fnopi, ha avuto avvio lo studio nazionale multicentrico sugli episodi di violenza rivolti agli infermieri italiani sul posto di lavoro (violence against nurses in the workplace Cease-It)”.
  • Uber cede la guida autonoma ad Aurora
Uber ha ceduto la divisione dedicata alla guida autonoma a un concorrente della Silicon Valley, Aurora Innovation, nell’ambito del piano che prevede di uscire dai mercati non chiave per mantenere la promessa fatta agli investitori di diventare un’azienda redditizia. L’accordo di cessione dell’unità Advanced technologies group (Atg) contempla anche un investimento di 400 milioni di dollari (330 mln euro) in contanti in Aurora da parte del colosso del ride hailing. Uber deterrà una partecipazione del 26% in Aurora e l’a.d. Dara Khosrowshahi siederà nel cda. Aurora potrà raggiungere una valutazione di 10 miliardi di dollari (8,2 mld euro) rispetto ai 2,5 mld ottenuti l’anno scorso. L’acquisto di Atg «accelererà la nostra mission e la consegna del nostro primo prodotto in sicurezza, in modo rapido e ampio», ha spiegato l’azienda. L’a.d. di Uber ha affermato che Aurora è «in pole position per mantenere le promesse sulla tecnologia per la guida autonoma». Aurora è gestita dal pioniere della guida autonoma Chris Urmson, che ha contribuito a lanciare il progetto per Google. «Tutto questo implica che, attraverso la combinazione delle nostre aziende, saremo in grado di diventare il miglior giocatore nel nostro settore», ha scritto ai dipendenti di Aurora.

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  • Accordo sul nuovo InvestEu: sostegno per ricapitalizzare le imprese colpite dal Covid
Un altro tassello importante si aggiunge alla cassetta degli attrezzi dell’Ue per superare la crisi economica: Parlamento Ue e Consiglio hanno trovato l’accordo sul nuovo programma InvestEU che promuoverà investimenti strategici, sostenibili e innovativi per il periodo 2021-2027, con particolare attenzione alle imprese più colpite dal Covid, in modo che non solo i Paesi più ricchi possano aiutare le aziende in difficoltà. La garanzia dell’Ue (circa 26 miliardi di euro) dovrebbe mobilitare 400 miliardi di investimenti e sarà assegnata a quattro obiettivi strategici: infrastrutture sostenibili (9,9 miliardi); ricerca, innovazione e digitalizzazione (6,6 miliardi); Pmi (6,9 miliardi); investimenti sociali e competenze (2,8 miliardi). Come ha spiegato la presidente della commissione Problemi economici del Parlamento Ue, Irene Tinagli (nella foto), il nuovo strumento «include la possibilità di sostenere la ricapitalizzazione delle imprese in difficoltà a causa del Covid: abbiamo creato un collegamento tra i fondi della Recovery Facility e InvestEu, dando così agli Stati l’opzione di trasferire delle risorse dal Recovery al programma di InvestEU». «Si tratta di «un’opzione particolarmente utile per l’Italia», ha aggiunto.

  • Axa investe 270 milioni in asset logistici in Italia
Tra i trend immobiliari evidenziati dalla pandemia di Covid-19, molti dei quali erano già in atto, spicca l’exploit della logistica come punta di diamante. Un settore in netta crescita in tutte le sue declinazioni, dai grandi spazi fuori città a quelli dell’ultimo miglio fino alla logistica urbana, ancora in fase embrionale nel nostro Paese. Un trend che gli investitori rincorrono, soprattutto oggi che la ricerca punta su settori con rendimenti ancora interessanti. Sono proprio le potenzialità del settore a guidare la linea strategica di Axa Investment Managers-Real Assets in Italia, che ha acquistato da Carlyle Group un portafoglio di asset logistici nel Nord Italia. L’ultima transazione messa a punto per il fondo paneuropeo dedicato alla logistica di Axa che ha un portafoglio di 2,2 miliardi di euro. L’operazione, che Il Sole24 Ore è in grado di anticipare, vale 270 milioni di euro ed è il deal di controvalore più elevato concluso quest’anno nel nostro Paese. La transazione riguarda 13 asset , posizionati in segmenti logistici che servono il Nord Italia, tra cui l’area metropolitana di Milano, Torino e Padova. Il portafoglio si distribuisce su una superficie complessiva di 390mila metri quadri, di cui 80mila mq fanno riferimento a due progetti di sviluppo che ci si attende raggiungano la certificazione Leed silver.
  • Per il dopo Mustier anche l’ipotesi Bper con Unipol capofila
Nella scorsa primavera, subito dopo il lancio dell’Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, il ceo di UniCredit Jean Pierre Mustier si è brevemente seduto al tavolo con i vertici di BancoBpm per esplorare una possibile aggregazione. L’ipotesi vagliata, stando a fonti finanziarie, sarebbe stata accompagnata dal piano di scissione in due di UniCredit, assai caro al ceo uscente. Ma il tavolo negoziale con BancoBpm durò pochi giorni e poi fu accantonato da Mustier che preferì dedicarsi a valutare se esistevano le condizioni per negoziare con il Mef un’aggregazione con Mps a zero impatto sul capitale. Opzione che, sempre stando alle indiscrezioni, fu presentata al board di UniCredit ancora in joint con il varo in Germania della subholding delle attività estere. Una aggregazione tra la banca milanese e l’emiliana Bper potrebbe portare Unipol a subentrare ad Aviva. Non solo: l’aggregato UniCredit-Bper, sempre secondo le simulazioni della banca d’affari, porterebbe alla nascita di un gruppo con un nucleo stabile di azionisti italiani vicini al 10%. Quota a cui si arriverebbe sommando le partecipazioni detenute attualmente nelle due banche da Unipol, Fondazione Sardegna, Fondazione Crt, Fondazione Cariverona ed altri enti minori.
  • Il Covid frena anche le imprese femminili

  • Teleconsulto: le start-up sono impegnate nella salute mentale
Le start-up della telemedicina hanno hanno ampliato le loro offerte, quest’anno,
ai professionisti di salute mentale. L’uso di videoconferenza per il sostegno psicologico
è esploso a causa della crisi di Covid-19.

Handelsblatt

 

  • Munich Re re dei dividendi? La compagnia intende aumentare notevolmente il pagamento dei dividendi
Munich Re si appresta a diventare il nuovo re dei dividendi sul mercato azionario tedesco nei prossimi anni. Il dividendo già generoso è destinato ad aumentare di almeno il cinque per cento negli anni fino al 2025. Lo ha annunciato martedì il riassicuratore di Monaco di Baviera con la presentazione della sua nuova strategia pluriennale “Ambition 2025”. Se la strategia fosse già stata attuata per l’anno in corso, gli azionisti potrebbero già aspettarsi un dividendo a due cifre per azione nella fascia a due cifre dell’euro la prossima primavera. Nell’ultimo anno l’assicuratore ha versato 9,80 euro per azione. Il dividendo ha già superato il quattro per cento. Anche un anno di sinistri come il 2020, che ha portato anche a un crollo dei profitti di Munich Re a causa della crisi pandemica, non dovrebbe portare a una riduzione del dividendo, secondo Jurecka. Tuttavia, la decisione sull’effettivo pagamento dei dividendi sarà presa solo all’inizio dell’anno prossimo.
  • Le Insurtech si dividono sempre più in vincitori e vinti
L’assicuratore digitale Getsafe ufficializza la prima parte dell’attuale ciclo di finanziamento: la start-up di Heidelberg ha raccolto 30 milioni di dollari. Il round è stato condotto dal riassicuratore svizzero Swiss Re. Anche gli investitori esistenti Earlybird e Commerz Ventures hanno partecipato nuovamente. “Swiss Re è un partner importante per noi in quanto è il primo investitore del settore assicurativo”, ha dichiarato il CEO di Getsafe Christian Wiens in un’intervista al giornale Handelsblatt. “In qualità di uno dei maggiori riassicuratori al mondo, il Gruppo può sostenerci molto bene nei nostri sforzi di internazionalizzazione”. Wiens ha sottolineato che l’attuale investimento ha fatto un significativo salto di valutazione. Getsafe sta attualmente ampliando il “round di finanziamento della serie B con un’ulteriore tranche, che prevediamo di poter chiudere all’inizio del 2021”. Ciò significa, tuttavia, che le trattative si stanno trascinando un po’ più a lungo del previsto. Il portale “German Start-ups” aveva già segnalato a settembre che Wiens poteva presentare un pacchetto complessivo fino a 50 milioni di dollari.