Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Un’anomalia sul piano europeo, ma in qualche modo giustificata dagli eventi. L’inclusione in Italia di banche e assicurazioni nel perimetro dei settori strategici non conosce infatti eguali in Europa, tanto più nella previsione, permessa in regime transitorio, di applicare i poteri speciali anche alle operazioni che coinvolgono soggetti comunitari. Si tratta di una deroga alle normali regole del mercato unico che, come anticipato da MF-Milano Finanza il 26 novembre, sarà con molta probabilità prorogata per ulteriori sei mesi fino al 30 giugno 2021, secondo quanto emerso nel corso del webinar sull’applicazione del golden power alle banche organizzato da Grandangolo, il Centro di ricerca interdipartimentale sul diritto europeo della banca e della finanza Paolo Ferro-Luzzi dell’Università Roma Tre e presieduto da Giulio Napolitano. Si dovrebbe quindi concretizzare quanto raccomandato dal Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica nell’ultima relazione sulla tutela degli asset strategici in ambito finanziario.
Le banche potranno beneficiare di condizioni di finanziamento favorevoli, grazie ai prestiti e agli acquisti di titoli Bce (che potrebbero essere ulteriormente potenziati il 10 dicembre), e del sostegno delle misure governative. Non ci saranno, invece, troppi sconti su accantonamenti e classificazioni sui crediti. Il messaggio è già arrivato dalla Vigilanza di Francoforte e dall’Eba, in attesa di capire le mosse della Commissione Ue nell’action plan sui crediti deteriorati del 15 dicembre. In particolare le banche sono chiamate a individuare i debitori non più in grado di riprendersi e a fare rettifiche tempestive. Il concetto è stato chiarito dal presidente della Vigilanza Bce Andrea Enria in una lettera inviata ai ceo delle banche vigilate. Finora c’è stata «un’attuazione eterogenea» da parte degli istituti nella valutazione del rischio di credito: per Francoforte tuttavia «assume sempre maggiore importanza per gli enti significativi assicurare che tale rischio sia adeguatamente valutato, classificato e misurato nei bilanci». Ciò consente di «offrire in maniera tempestiva soluzioni appropriate ai debitori in difficoltà, contribuendo a contenere l’accumulo di asset/crediti problematici e quindi riducendo al minimo gli effetti da shock improvvisi (cliff effect) dove possibile».
Per sapere se il gruppo deciderà di approfittare ancora delle condizioni di mercato decisamente favorevoli per emettere altri bond bisognerà aspettare solo qualche mese, quando sarà presentato il nuovo piano industriale, atteso entro il primo trimestre 2021, che farà chiarezza, tra l’altro, su investimenti e allocazione del capitale. Di certo il risparmio postale sarà ancora al centro del nuovo piano, come ci sarà la spinta sulla raccolta di risparmio gestito e sul settore assicurativo. Non solo nel Vita, dove Poste ha già raggiunto da anni la leadership, ma anche nel Danni dove, nonostante la frenata provocata dal lockdown il gruppo ha già iniziato a registrare numeri da record, con la compagnia che nei nove mesi 2020 si è piazzata al secondo posto nel mercato banca-assicurazione non-auto dietro Intesa Sanpaolo. L’impressione è che le Poste vogliano essere considerate a tutti gli effetti anche assicuratori danni, con una proposta semplice e completa che va dalle polizze casa a quelle salute, dalle coperture per gli animali domestici agli infortuni e, inevitabilmente, anche all’Rc Auto: il progetto pilota con i dipendenti, avviato con Unipol e Generali, nella seconda metà del 2021, sarà esteso a tutta la rete ma anche su questo fronte a indicare la rotta sarà il nuovo piano industriale.
La vita resta ben protetta. Nel 2020 le gestioni separate delle polizze vita di ramo I hanno confermano di essere immuni dalla volatilità che quest’anno, nel bene e nel male, ha colpito i mercati finanziari per via della pandemia, e hanno attraversato l’anno con il solito passo tranquillo che le caratterizza grazie alle regole che le governano, anche se fanno un po’ più fatica a difendere i rendimenti per via dei tassi ai minimi. Dalle analisi Ania emerge che nell’ultimo quinquennio (dal 2015 al 2019) il rendimento medio delle gestioni separate è stato pari al 3,2%, a fronte dell’1,3% registrato dai Btp con vita residua superiore a un anno, dell’1,9% della rivalutazione del tfr e dello 0,5% dell’inflazione (grafico in pagina). E, come risulta dai dati raccolti da MF-Milano Finanza di oltre cento gestioni che chiudono l’esercizio al 30 settembre o al 31 ottobre, il rendimento lordo di quest’anno è al 3,1% (dal 3,3% dell’analisi dello scorso anno). Si tratta di un’anticipazione, perché la maggior parte delle linee chiude il bilancio al 31 dicembre. Tuttavia la media definitiva non dovrebbe discostarsi troppo da questa tendenza. Nella gestione dei portafogli la sfida per tutte le compagnie è di trovare asset con i quali sostituire gradualmente gli investimenti in Btp che per via delle politiche monetarie ultra espansive hanno rendimenti ben più bassi rispetto a quelli in pancia alle vecchie polizze, anche se l’aumento degli spread Btp-Bund a inizio anno, in concomitanza con la prima ondata della pandemia ha offerto una finestra utile per comprare titoli con rendimenti più alti e quindi prezzi più bassi (si veda intervista). Nel frattempo si fa spazio anche una quota di asset non quotati, i cosiddetti private asset.
Nelle gestioni separate bisogna garantire rendimenti che non soffrano la volatilità dei mercati. «La parola d’ordine? Stabilità», spiega Jozef Bala, chief financial officer e vicedirettore generale del gruppo Amissima, che col suo comparto assicurativo Amissima Vita propone ai clienti tre prodotti di ramo I: C. Vitanuova, GS Norvita e Multicredit.
Una ricerca di Harris Interactive per conto di Sodexo ha rilevato che il benefit aziendale più ricercato dai dipendenti italiani è il buono shopping, in vista della stagione natalizia. Opzione che batte i buoni pasto, la possibilità di lavorare da casa e persino l’assicurazione sanitaria integrativa. Secondo Sergio Satriano, managing director di Sodexo Benefits&Rewards Services, «la versatilità dei buoni shopping risulta ancora più adatta in una situazione complessa come quella che stiamo vivendo. Rappresentano uno strumento importante per le aziende che vogliono ottimizzare i costi del personale e per i collaboratori che possono scegliere tra benefit aziendali, assistenza medico-sanitaria integrativa, opere e servizi o rimborsi per le spese». Il benessere dei dipendenti è al centro delle misure di welfare aziendale, che non si limitano al buono shopping natalizio. Nel mese di novembre il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha pubblicato un report sull’andamento dei contratti e dei premi di risultato. Su 14.338 dichiarazioni di conformità alla data del 17 novembre, 8.210 di queste prevedono misure di welfare aziendale.
Vera Vita CapitalePiùOpportunità è un prodotto di investimento assicurativo a premio unico con prestazioni legate al valore delle quote di fondi interni affiancati ad una Gestione Separata, con prestazione addizionale per il caso di morte. A fronte del versamento di un premio unico iniziale minimo di 10 mila euro la polizza offre la possibilità di diversificare l’investimento attraverso una allocazione predefinita proposta dalla compagnia sulla base di due elementi. A partire dalla Gestione Separata Vera Stabilità, che beneficia della garanzia di ricevere almeno il capitale qui investito alla scadenza, in caso di decesso dell’assicurato o in caso di riscatto alle ricorrenze annuali previste. La misura annua di rivalutazione da applicare è pari al tasso di rendimento finanziario annuo realizzato dalla Gestione Separata diminuito dei costi, misura che potrà essere anche negativa in quanto non c’è garanzia di rendimento minimo. Il secondo elemento il fondo assicurativo Veravita 50, a gestione flessibile con il limite massimo del 50% in azioni. L’allocazione predefinita iniziale proposta dalla compagnia prevede l’investimento del 70% del capitale nella Gestione Separata e del rimanente 30% nel fondo interno.
Per tutte le persone che sono ancora alle prese con l’annoso dilemma su cosa lasciare sotto l’albero per fare felici i propri cari a Natale, una soluzione senz’altro originale potrebbe essere quella di aiutarli a togliere i risparmi dal materasso e investirli in prodotti finanziari. La vera domanda è a questo punto un’altra: come riuscirci in modo semplice, sicuro e soprattutto economico? Per dare una mano a chiunque volesse cimentarsi con questo dono decisamente sui generis le società di gestione offrono uno strumento specifico, quello dei piani di accumulo di capitale, o pac. In poche parole, una modalità di sottoscrizione di fondi comuni o Etf attraverso organismi di investimento collettivi del risparmio (oicr) che permette di entrare nei mercati finanziari attraverso l’investimento di piccole somme periodiche, dilazionate nel tempo. Si tratta di un meccanismo flessibile, perché l’investitore può scegliere importo, cadenza delle rate e durata dell’investimento, ed economico. Inoltre, può essere usato anche da risparmiatori non avvezzi alle complessità dei mercati, perché abbatte il rischio di stagionalità e di oscillazione dei listini, e la problematica dell’emotività, che nel breve periodo spesso conduce gli investitori a compiere scelte impulsive.
Gli italiani considerano centrale la necessità di proporre un futuro migliore e con più ampie prospettive ai giovani. Potrebbe essere allora interessante spostare la soglia psicologica temporale di investimento funzionalizzando il proprio risparmio a sostegno del futuro previdenziale dei giovani. Va infatti sottolineato come i millennials sono particolarmente esposti al rischio pensionistico, essendo compresi nel perimetro di applicazione del metodo di calcolo contributivo, per due ragioni. Primo, l’effetto del ritardato ingresso nel mondo del lavoro: come ricorda il recente studio Moneyfarm-Progetica che riporta le evidenze di un approfondimento dell’Università Bicocca di Milano, nel 1950 il 90% dei ragazzi e delle ragazze trovava il primo impiego entro i 22 anni, oggi l’età media è di 32 anni. Secondo, uno scenario di carriere discontinue e retribuzioni più basse rispetto alle generazioni precedenti. Si aggiungano poi l’effetto sul pil (fattore di rivalutazione del montante contributivo) della crisi epidemiologica e la revisione periodica dei coefficienti di trasformazione in adeguamento all’invecchiamento della popolazione.
Il sistema previdenziale italiano va verso un nuovo intervento di riordino che dovrebbe avvenire in due fasi. Una prima fase che si concretizzerà con la prossima legge di Bilancio (che prevede la proroga di un anno per opzione donna e Ape sociale) e un secondo tempo con nuove misure di flessibilità in uscita che dovrebbero prendere il testimone da quota 100 alla fine del 2021. Minimo comune denominatore del dibattito in corso e del confronto tra Governo e parti sociali è rappresentato da un rilancio della previdenza complementare. MF-Milano Finanza ha affrontato il tema con Dario Moltrasio, amministratore delegato di Zurich Investments Life, secondo cui per far decollare le adesioni servirebbe riproporre il meccanismo del silenzio assenso, ma sarebbero anche auspicabili nuove misure di incentivazione fiscale.
Roberto Crescentini di Roma chiede perché in Italia non esiste un sistema efficiente di assicurazione contro i danni da catastrofi naturali. Abbiamo segnalato come da più parti si sia contrari alla scelta dell’assicurazione obbligatoria perché finirebbe per essere considerata un’ulteriore e non opportuna tassa sulla casa. Il modello che economisti e addetti ai lavori considerano esemplare è quello francese, che vede la partnership di assicurazioni private con la Caisse Centrale de Réassurance (Ccr) società a capitale pubblico che opera sul mercato come riassicuratore (anche in rami diversi da quelli catastrofali). Il regime è appunto semi obbligatorio e prevede per legge la copertura del rischio da catastrofi quando si sottoscrive una polizza per danni con qualsiasi compagnia privata.
  • Cattolica cambia struttura
Ok del cda di Cattolica alla riorganizzazione progettata dall’ad Carlo Ferraresi. Per il ceo il nuovo assetto sarà in grado di rispondere meglio alle nuove strategie di business, alle esigenze dei clienti e alle sfide del nuovo mercato del post pandemia. Oltre alla fine del piano industriale 2018-2020, si è conclusa, di comune accordo, la collaborazione tra la società e Valter Trevisani, condirettore generale. Nominato Marco Lamola come vicedirettore generale con focus per la rete agenti. A riporto dell’ad anche i tre vicedirettori generali Nazareno Cerni (con responsabilità danni non auto e riassicurazione), Samuele Marconcini (coo e responsabile sinistri) e Atanasio Pantarrotas (cfo del gruppo con l’aggiunta della struttura m&a). Sono stati inoltre nominati otto nuovi dirigenti, di cui circa il 40% donne e tutti con età inferiore ai 45 anni.
  • Per Fitch Italia resta BBB-
Fitch ha confermato a BBB- il rating dell’Italia, con outlook stabile. In un report diffuso ieri, l’agenzia statunitense ha spiegato che la pandemia ha avuto un impatto significativo sull’economia nazionale e sulla posizione fiscale del Paese. Motivo per cui l’effetto congiunto di un debito pubblico estremamente elevato e di una crescita economica ormai strutturalmente asfittica continueranno a pesare sul giudizio. Al tempo stesso, tuttavia, l’attuale livello di rating è giustificato e supportato da un’economia altamente diversificata e dall’appartenenza all’Eurozona, oltre che da un reddito lordo pro capite e da indicatori molto più solidi rispetto alla media degli altri Paesi Ue. L’Italia sta inoltre beneficiando del Quantitative easing messo in campo dalla Bce e continua ad avere un livello d’indebitamento privato piuttosto contenuto e una duration media del debito di 6,95 anni.
  • Caccia ai sottovalutati
Il noto esperto di finanza Marc Faber propone un portafoglio di asset sottovalutati che va dalle azioni del tabacco e della cannabis alle grosse banche europee passando per il settore petrolifero, le derrate alimentari e i Paesi emergenti. «Non sarei stupito se nei prossimi anni, questi asset salissero del 100% o di più. Viviamo tempi molto rischiosi», sottolinea, «e in linea di massima il mio portafoglio è diviso in quattro parti uguali: il 25% in azioni; il 25% in titoli del debito e liquidità; il 25% in investimenti immobiliari; il 25% in metalli preziosi». All’interno della componente azionaria una parte va assegnata ai titoli sottovalutati di cui andremo a parlare. Secondo Faber, in generale tra le azioni europee si possono cercare e trovare azioni depresse: «In fondo», dice, «le borse del Vecchio Continente sono tuttora sotto i livelli del 2000 e in alcuni casi di parecchio». Uno dei comparti più massacrati e forse attraenti sarebbe quello bancario-assicurativo: «Io posseggo titoli come Intesa Sanpaolo, Banca Ifis, Banco Santander, Ing, Swiss Re, Swiss Life, Zurich Insurance. E anche titoli finanziari di Paesi emergenti e statunitensi come Jp Morgan, Citigroup e Bank of America».
  • Banca Generali lancia la polizza per i progetti di vita
Investimenti per tutti i portafogli e per tutti i progetti di vita. Una scommessa in cui ha creduto Banca Generali, che ha da poco lanciato la polizza multiramo BG Insieme Progetti di Vita, uno strumento che consente di lavorare non solo sull’asset mix, ma che introduce anche la possibilità di finalizzare il piano dei premi ricorrenti sulla base di uno o più avvenimenti di particolare rilevanza della vita del cliente o dei suoi cari. Questo significa, ad esempio, fornire un supporto per l’acquisto di una prima casa, per la nascita di un figlio o per l’inizio di un ciclo di studi. Il tutto con un taglio minimo di investimento di 3 mila euro, per un prodotto sottoscrivibile dai 18 ai 70 anni per una durata minima di 10 anni, senza limiti massimi. L’asset mix può essere personalizzato: la componente di azionario, pari al 90%, può essere destinata a uno o più dei 63 fondi della gamma Lux Im, mentre il restante 10% investe in ramo I. Scopo della polizza? Secondo Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali, è «garantire che la priorità di ciascun risparmiatore sia quella di mettere il patrimonio famigliare al sicuro dall’incertezza, in modo da potervi attingere nel momento del bisogno».

Cattolica assicurazioni accelera sul recesso nell’ambito dell’offerta in opzione e vara una nuova struttura organizzativa che vede anche l’uscita di Valter Trevisani. Il cda, preso atto dell’esito dell’offerta, ha deliberato di procedere direttamente al rimborso mediante acquisto delle azioni detenute dagli azionisti che legittimamente hanno esercitato il diritto di recesso, per complessivi 20,577 milioni di azioni e dunque di riconoscere il valore stabilito in caso di recesso pari a 5,47 euro per azione, con termine massimo per la liquidazione in favore degli azionisti alla data del 31 gennaio 2021, utilizzando a tale scopo le riserve disponibili da utili. Via libera anche alla riorganizzazione proposta da Ferraresi, volto a definire una nuova struttura di gruppo più snella e funzionale alle strategie di business, ai clienti e alle sfide del mercato, mutato in maniera radicale a causa dell’emergenza sanitaria ed economica.
Rivolgere accuse infondate a un collega è mobbing. Il datore, in questi casi, è tenuto al risarcimento del danno per non aver garantito la serenità del dipendente dalle maldicenze degli altri. Con una delle pochissime pronunce che riconosce il mobbing, la Corte di cassazione – sentenza n. 27913 del 4 dicembre 2020 – ha condannato una srl a rifondere alla dipendente il danno per le condotte vessatorie degli altri. Condotte che avevano un esplicito intento persecutorio. Non importa che il capo ufficio non si sia reso protagonista di tali offese e maldicenze perché ha comunque il dovere di garantire un ambiente di lavoro sereno. La decisione si radica sul concetto di sicurezza sul lavoro che comprende anche l’esclusione di danni morali.
Dal prossimo mese di gennaio la retribuzione minima imponibile ai fini del versamento della contribuzione previdenziale rimane ferma a 1.273,48 euro mensili. Il valore utile per il 2021 è frutto del mancato aggiornamento Istat. Pertanto, anche se la variazione tra l’anno 2019 e l’anno 2020, accertata dall’Istat è stata negativa e in particolare pari a -0,1%, la misura per l’anno 2021 del limite minimo di retribuzione giornaliera e degli altri valori per il calcolo delle contribuzioni dovute per la generalità dei lavoratori dipendenti è pari a quella del 2020.
La stagione sciistica non è ancora partita. L’ultimo dpcm del 3 dicembre, infatti, ha prorogato la chiusura degli impianti per gli sciatori amatoriali sino al 7 gennaio 2021. In attesa di tornare in attività, importanti novità potranno arrivare per gli sciatori anche dalla recente riforma dello sport avvenuta con la recente approvazione in cdm. Tra di essi, infatti, vi è quello relativo alle nuove «misure in materia di sicurezza nelle discipline invernali» per gestori ed utenti delle piste e che andrà ad abrogare la Legge n. 363/2003 ad eccezione della parte sui finanziamenti. Il testo di riforma, ha come principale obiettivo quello di migliorare gli standard di sicurezza nella pratica sciistica, garantendone altresì una maggiore partecipazione delle persone con disabilità.
  • Attacco informatico a Campari
Campari, vittima di un attacco ransomware mirato, a seguito di un accesso non autorizzato alla propria rete, ha confermato che alcuni dati personali e aziendali sono stati compromessi. Si tratta dell’Active directory che contiene i dati personali di 4.736 dipendenti, 1.443 ex dipendenti e 1.088 consulenti come erano registrati per scopi aziendali. Potenzialmente compromessi risultano i dati aziendali e/o personali, informazioni commerciali e dettagli di pagamento di clienti, fornitori e altri partner commerciali di Campari. Il numero globale stimato di clienti attivi è pari a 10 mila e quello dei fornitori attivi a 8.500. L’azienda ha aggiunto che non detiene sistematicamente carte di credito personali o altre informazioni di pagamento o credenziali o qualsiasi altro tipo di password personale. Non ci sono evidenze di accessi non autorizzati ai siti web del gruppo. Inoltre, ha concluso la società, tutte le password aziendali per accedere alla rete di Campari Group erano crittografate.
  • Investire sgr
È stato firmato l’accordo tra Reale immobili, affiliate di Partners group e InvestiRE sgr, parte del gruppo Banca Finnat, che vede le tre società coinvolte nel primo Fondo di residenza in affitto in Italia.

corsera

  • «Per gli italiani la salute vale di più anche delle libertà»
Non hanno dubbi gli italiani: la salute vale di più anche delle proprie libertà. Ed è il 57,8 per cento che ha dichiarato al Censis di essere disponibile a rinunciare alle libertà personali in nome della salute collettiva. Un dato che sale al 64,7 tra i giovani tra i 18 e i 34 anni. C’è un dato che mette tutti d’accordo: il 90,2 per cento degli italiani è convinto che l’emergenza Covid abbia danneggiato le persone più vulnerabili. E i numeri lo confermano: da una parte è quasi un italiano su 4 in più (il 22 per cento) che da marzo a settembre ha percepito il reddito della cittadinanza e dall’altro ci sono quasi un milione e mezzo di persone, ovvero il 3% degli adulti, che ha una ricchezza che supera il milione di dollari. Di questi 40 sono miliardari e sono aumentati durante la prima ondata della pandemia. La vera frattura sociale – ritiene l’85 per cento degli italiani – risulta essere tra chi ha la certezza del reddito e chi no. Il Censis ha fatto i conti a partire dai «garantiti assoluti», 3,2 milioni di dipendenti pubblici, a cui si sommano 16 milioni di pensionati, i «silver welfare». Vive con insicurezza il proprio posto di lavoro il 53,7% degli occupati nelle piccole imprese, per i quali la discesa agli inferi della disoccupazione non è un evento remoto, contro un più contenuto 28,6% degli addetti delle grandi aziende.
  • Balza la raccolta Fineco,+59%
La raccolta netta di Fineco (nella foto l’amministratore delegato, Alessandro Foti) a novembre ha raggiunto 611 milioni di euro, in progresso del 59% rispetto ai 384 milioni dello stesso mese del 2019. Da inizio anno il saldo è positivo per 7,7 miliardi di euro, in crescita del 50% (a/a), di cui 3,5 miliardi per la raccolta gestita (+26%), 2,4 miliardi per l’amministrata e 1,8 miliardi per la raccolta diretta.
  • Parte Fondo Reale-InvestiRe
È stato recentemente firmato l’accordo tra Reale Immobili, affiliate di Partners Group, e InvestiRE Sgr, parte del Gruppo Banca Finnat, che vede le tre società coinvolte nel primo Fondo di Residenza in Affitto (Prs) in Italia, 250 milioni.

  • Generali, in Germania il check up con un clic
Dopo la prevenzione, il monitoraggio. Generali Deutschland, business unit tedesca del Leone di Trieste, che qualche anno fa aveva promosso Generali Vitality, programma di salute e benessere per i propri clienti pensato per incoraggiare uno stile di sano, ora lancia Generali VitalSigns & Care, un’App innovativa che consente agli utenti di monitorare autonomamente i propri parametri vitali attraverso nient’altro che la fotocamera dello smartphone e di ottenere, di conseguenza, servizi personalizzati in termini di copertura assicurativa, prevenzione e assistenza. L’offerta partirà in Germania il primo trimestre del 2021. L’idea, ovviamente è di allargare l’ambito di impiego ad altre aree geografiche, tra le quali, si presume, l’Italia. Al momento, tuttavia, è presto per dirlo. Chiave in ottica di sviluppo futuro della App sarà il “test” tedesco.
  • Cattolica liquida il recesso con le riserve da utile
Cattolica liquida i soci che hanno deciso di esercitare il diritto di recesso, ossia quelli che hanno detto no alla trasformazione in spa, pescando dalla riserva straordinaria. Lo ha stabilito il consiglio di amministrazione della compagnia riunito ieri sotto la presidenza di Paolo Bedoni. In particolare, verranno utilizzate le riserve disponibili da utili per complessivi 112,5 milioni di euro (poco più di 20 milioni di azioni a un prezzo di 5,47 euro l’uno). L’operazione, che dovrebbe chiudersi entro gennaio 2021, avrà un impatto peggiorativo sul Solvency II di gruppo pari a circa 8 punti percentuali. Possibile poi che a stretto giro la società debba versare altri tre milioni ai soci. Questo perché alcune posizioni sono state oggetto di contestazione e ora toccherà all’amministratore delegato, Carlo Ferraresi, vagliare la legittimità caso per caso. Nel mentre, Cattolica verrà comunque a detenere complessivamente un pacchetto di azioni proprie pari al 12,2% del capitale sociale. Il cda ha anche approvato una nuova riorganizzazione proposta da Ferraresi.
  • Reale e Banca Finnat insieme negli immobili
Reale Immobili, alcune affiliate di Partners Group e InvestiRe Sgr, parte del gruppo Banca Finnat, hanno lanciato il primo Fondo di Residenza in Affitto in Italia (riguarda proprietà destinate all’affitto privato, Prs). L’obiettivo della partnership è promuovere lo sviluppo di progetti nel settore residenziale con focus sulla locazione a lungo termine nelle maggiori città italiane.
  • Fineco, a novembre raccolti 611 milioni
A novembre la raccolta netta di FinecoBank ha raggiunto i 611 milioni di euro (+59% rispetto a un anno fa) portando così il totale da inizio 2020 a 7,7 miliardi. Netta la prevalenza della componente gestita (più che raddoppiata a 749 milioni), mentre il brokerage ha visto i ricavi stimati salire a circa 21 milioni, (+67% rispetto a un anno fa) a novembre e a circa 213 milioni (+75%) nel 2020.

  • L’Ania ha due nuovi co-direttori
Nuove promozioni all’Ania. Secondo quanto risulta a Plus24 infatti nell’organigramma dell’associazione che rappresenta le principali compagnie assicurative, con l’eccezione di Unipol uscita ormai sei anni fa, ci sono due nuovi co -direttori generali. Si tratta di Umberto Guidoni e di Angelo Doni che andranno ad affiancare il direttore generale Dario Focarelli e riporteranno direttamente alla presidente Maria Bianca Farina.
  • Il Covid si mangia 200 miliardi di dividendi
Il Covid ha prosciugato anche i dividendi azionari, che quest’anno si sono molto ridotti. Nel 2020 i dividendi globali sono stimati in calo di oltre 200 miliardi di dollari a 1.200 miliardi complessivi, come riporta uno studio di Janus Henderson. Un calo così, di oltre il 15%, non si registrava da anni. Europa, Regno Unito e Australia sono le regioni più colpite, il Giappone si posiziona a metà strada, mentre hanno resistito i mercati emergenti – grazie alla ripresa in Cina – e il Nord America, in parte per la rinuncia delle società Usa al riacquisto di azioni proprie. A livello settoriale si sono evitati tagli tra i farmaceutici, gli alimentari e i rivenditori al dettaglio. Viceversa, l’industria dell’auto e quella del tempo libero hanno registrato molte cancellazioni dei dividendi. A Piazza Affari, i dividendi distribuiti dalle società del Ftse Mib – le più capitalizzate del listino – ammontano a 11,2 miliardi di euro, quelli revocati a 8,6 miliardi.