Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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L’Antitrust accende un faro sulle pratiche di rimborso dei danni Rc Auto da parte di tre big assicurativi: UnipolSai, Generali e Allianz. Secondo l’autorità presieduta da Roberto Rustichelli, le tre compagnie avrebbero realizzato una pratica commerciale aggressiva ostacolando il diritto dei consumatori danneggiati ad accedere agli atti dei fascicoli dei sinistri attraverso comportamenti dilatori, ostruzionistici o di ingiustificato diniego alle istanze presentate. Secondo l’autorità, Generali e Allianz avrebbero attuato un’ulteriore pratica commerciale aggressiva richiedendo documentazione ritenuta necessaria per la liquidazione del danno nonostante fosse stata già trasmessa al liquidatore della compagnia o fosse già nella sua disponibilità e violando i tempi previsti dalla legge per l’espletamento della procedura liquidativa. Da ultimo, UnipolSai e Generali avrebbero realizzato una pratica commerciale ingannevole non indicando i criteri di quantificazione del danno nella fase di formulazione dell’offerta risarcitoria o delle motivazioni sottese al rifiuto del risarcimento. Una condotta che, se verificata, non consentirebbe ai danneggiati di decidere se accettare la proposta della compagnia o rifiutarla.
L’idea arriva dal senatore del Movimento 5 Stelle Sergio Puglia, che è anche presidente della commissione parlamentare per il controllo sull’attività degli enti previdenziali: per stimolare la ripresa dell’economia, sostenendo le piccole e medie imprese, si può far ricorso alle enormi risorse della previdenza complementare. L’intenzione sarebbe pertanto quella di introdurre un credito d’imposta, anche cedibile sul mercato a banche e ad altri intermediari finanziari, pari al 40% dell’ammontare dell’investimento effettuato da parte degli enti e delle altre forme pensionistiche complementari, in azioni, in quote di partecipazione, obbligazioni e titoli di debito, emessi da pmi nel limite del 2% del loro patrimonio dell’ente pensionistico e con un vincolo di durata dell’investimento di almeno cinque anni.
Il settore automobilistico è in difficoltà: a novembre le immatricolazioni erano in calo dell’8,3% e da inizio anno la flessione è stata del 29%. A incidere, oltre al Covid-19 è stato lo stop agli incentivi. Ma in chiave prospettica, in un mercato che non sta brillando, c’è un altro rischio potenziale. Una scure legata al business del leasing dedicato agli autoveicoli), che a fine 2019 valeva 13,2 miliardi (il 16,5% dell’intero comparto del leasing, 80 miliardi) e alle moratorie già definite dal governo su finanziamenti, mutui e altri contratti alle imprese, in questi mesi di pandemia. E ora con le imminenti decisioni dell’esecutivo Conte, che potrebbe prolungare di altri sei mesi il termine delle moratorie, c’è la concreta possibilità che le tante flotte aziendali finiscano sul mercato del secondario (usato), magari a prezzi fortemente ribassati, andando così a ingolfare e ingessare il mercato automobilistico nella sua interezza.
Se inizialmente le offerte vincolanti per il portafoglio di proprietà dell’Ente nazionale di previdenza e assistenza dei medici italiani, presieduto da Alberto Oliveti, erano attese per l’autunno inoltrato e poi per il prossimo gennaio, adesso le indiscrezioni di mercato indicano a fine marzo la deadline imposta dal venditore e dall’advisor Deloitte. E se inizialmente erano stati invitati 18 potenziali pretendenti, la rosa si è via via ristretta a 8-9 soggetti interessati. Di questi, però, tre sono in netto vantaggio. E l’unica cordata al momento presente, pare essere la più avvantaggiata. Perché, come già riferito da MF-Milano Finanza nei mesi scorsi, il consorzio composto da Bain (attivo anche su Progetto Brera, ovvero il pacchetto di crediti bancari relativi al Gruppo Statuto messi in vendita dal BancoBpm), l’americana Hines, guidata in Italia da Mario Abbadessa, Prelios e la controllante Usa Davidson Kempner ha da tempo studiato il dossier e intende definire l’operazione. Ad affiancare in qualche modo questa cordata (assistita dall’advisor Mediobanca e dagli studi legali Dentons e Linklaters), potrebbe poi essere anche Antirion, la sgr indipendente che ha avuto tra i suoi quotisti lo stesso Enpam. A sfidare questo pool di investitori ci sono in particolare il fondo Apollo del director Alessandro Bozzano (assistito dall’advisor Lazard), e Gwm, guidato in Italia dal country manager Roberto Tamburrini, affiancato dal managing partner Antonino Errigo. Il corposo dossier (68 immobili di proprietà) è comunque valutato con attenzione anche da altri operatori nazionali ed esteri del settore real estate a partire da Dea Capital Re, Allianz, Jp Morgan e Deutsche Bank. Fuori dai giochi è invece Blackstone.
Mentre l’attenzione del mercato è concentrata su Unicredit e sulle scelte del consiglio di amministrazione dopo l’uscita di Jean Pierre Mustier, c’è movimento anche in Mediobanca. Ieri Consob ha comunicato che Leonardo Del Vecchio è salito ulteriormente nel capitale di Piazzetta Cuccia, portandosi all’11%. Gli acquisti sono stati effettuati tra il 2 e il 9 novembre, quindi pochi giorni dopo l’assemblea che il 28 ottobre ha rinnovato il board della merchant bank e nell’ambito della quale Delfin aveva sostenuto i candidati di Assogestioni. Dopo l’autorizzazione della Bce Del Vecchio può salire fino al 20% di Mediobanca, ma per il momento gli acquisti sono stati cauti. La soglia del 10% per esempio è stata superata soltanto all’inizio di novembre, mentre l’ultimo arrotondamento non modifica di molto gli equilibri all’interno dell’azionariato. Già oggi comunque Mister Luxottica è di gran lunga l’azionista più forte di Piazzetta Cuccia e supera notevolmente Vincent Bollorè (sceso al 5,6%) e Mediolanum (3,28%), mentre l’accordo di consultazione creato nel 2018 si ferma al 12,6%.

Il disegno di legge per consentire ai professionisti di curarsi, senza il «peso» degli adempimenti (1474), si toglie i bastoni dalle ruote. E, usufruendo di un «lasciapassare», continuerà a esser esaminato dalla commissione Giustizia del Senato. Ventiquattro ore dopo la notizia dell’appello lanciato alla numero uno dell’Assemblea di palazzo Madama Elisabetta Casellati da esponenti di diversi schieramenti, affinché il provvedimento per lo spostamento dei termini in caso di malattia, o infortunio del lavoratore autonomo non venisse accantonato (si veda ItaliaOggi di ieri), è scattato il semaforo verde.

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  • Antitrust avvia istruttoria su Generali, Allianz e UnipolSai
L’Antitrust ha avviato un procedimento nei confronti di UnipolSai, Generali e Allianz per pratiche commerciali scorrette nella liquidazione dei danni da sinistri della Rc Auto. Secondo l’Autorità i consumatori sarebbero stati tra l’altro ostacolati nell’accesso agli atti dei fascicoli con comportamenti dilatori e ostruzionistici. Il 26 novembre sono state condotte ispezioni nelle sedi delle tre società. Le associazioni dei consumatori plaudono all’iniziativa, Generali e Allianz ribadiscono la propria correttezza e offrono piena collaborazione.

 

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  • L’Antitrust indaga su UnipolSai Allianz e Generali
UnipolSai, Generali e Allianz finiscono nel mirino dell’Antitrust. L’Autorità ha infatti aperto un procedimento nei confronti delle tre big delle assicurazioni per pratiche commerciali scorrette nella liquidazione dei danni da sinistri della Rc Auto. L’Antitrust afferma che le tre compagnie avrebbero realizzato una pratica commerciale aggressiva, ostacolando il diritto dei consumatori danneggiati ad accedere agli atti dei fascicoli dei sinistri attraverso comportamenti dilatori, ostruzionistici o di ingiustificato diniego alle istanze presentate. Immediata la reazione delle compagnie. Generali, oltre a confermare la piena collaborazione con l’Autorità «afferma la correttezza di tutte le pratiche verso i clienti», mentre Allianz «confida di poter dimostrare l’attenzione che ha sempre dedicato alle tematiche oggetto di indagine».

  • «Per gli investimenti delle Casse nelle Pmi una detrazione del 40%»
Una detrazione fiscale dall’Ires, nella misura del 40%, per incentivare nuovi investimenti a favore delle piccole imprese da parte delle Casse previdenziali dei professionisti e dei fondi pensione. È quanto prevede un emendamento al disegno di legge di Bilancio presentato per il Movimento 5 Stelle dal senatore Sergio Puglia, presidente della Commissione bicamerale di vigilanza sugli enti previdenziali. I nuovi investimenti, diretti e indiretti (tramite FIA oppure Società di investimento semplice – SiS) dovrebbero essere effettuati nel limite del 2% del totale degli attivi in azioni, quote di partecipazione, obbligazioni e titoli di debito non negoziati su mercati regolamentati. E i destinatari dovrebbero essere, appunto, le imprese minori, quelle affette da totale bancocentrismo e cui non sono mai arrivate altre iniziative di finanza alternativa come, per esempio, i Pir.
  • «Fondi pensione, adesioni automatiche da ripensare»
Il 2021 sarà un anno “trasformativo” per tanti aspetti della vita economica, come sostengono molti osservatori nazionali e internazionali. Per la previdenza complementare italiana si preannuncia invece come un anno qualunque, forse condizionato in negativo da maggiori vincoli di liquidità dei lavoratori e delle famiglie. L’operazione “silenzio/assenso” per incentivare le adesioni alle forme pensionistiche complementari è sfumata; nessuna norma in legge di Bilancio.
  • Generali, Allianz e UnipolSai nel mirino Antitrust
L’Antitrust ha avviato ieri tre procedimenti istruttori nei confronti di UnipolSai, Generali Italia e Allianz per presunte pratiche commerciali scorrette nella fase di liquidazione dei danni da sinistri Rc auto. In particolare, secondo quanto ricostruito dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, tutte e tre le compagnie avrebbero realizzato una pratica commerciale aggressiva, ostacolando il diritto dei consumatori danneggiati ad accedere agli atti dei fascicoli dei sinistri attraverso comportamenti dilatori, ostruzionistici o di ingiustificato diniego alle istanze presentate. In tal modo, di fatto le compagnie non avrebbero consentito ai titolari del diritto al risarcimento di conoscere la modalità di gestione della propria richiesta e i criteri di quantificazione della cifra poi proposta.
  • La sfida della legge di bilancio: Piano welfare per i professionisti
Il dibattito sugli strumenti di welfare per il mondo del lavoro autonomo e professionale non è iniziato con il Covid-19, ma di certo – lo hanno scritto bene su queste pagine Maria Carla De Cesari e Andrea Dili – le risposte date durante la pandemia hanno rappresentato una svolta nel rapporto fra lo Stato e questo settore. In mezzo alla crisi economica e alle porte del 2021, con la metà dei professionisti italiani sotto la soglia di 20mila euro di reddito annui e i più giovani imprigionati nel precariato economico, è impossibile oggi negare che il mondo delle partite Iva ha bisogno di reti di protezione universali: un ammortizzatore sociale e misure di welfare sempre disponibili, per la perdita involontaria del reddito, la formazione, la malattia, la maternità.
  • Prosegue l’iter sul Ddl malattia dei professionisti
Il Ddl sulla malattia dei professionisti non si ferma. La conferenza dei capigruppo e la presidente del Senato Elisabetta Casellati hanno dato una deroga, rispetto alle indicazioni date ai presidenti delle Commissioni di limitare i lavori alla conversione dei decreti legge e ai pareri sugli atti del governo connessi all’emergenza sanitaria in corso. Il Ddl sulla malattia degli autonomi, potrà continuare l’esame e, anticipa il primo formatario del Ddl, senatore Andrea de Bertoldi (FdI), che sarà chiesta anche dal senatore Cucca (Italia viva) la sede deliberante. «Già dalla prossima settimana – aggiunge de Bertoldi – si potranno discutere gli emendamenti».

  • Hotel e ristoranti: Le Maire dà un ultimatum agli assicuratori
Nuova pressione sugli assicuratori. Martedì sera, il Ministro dell’Economia, Bruno Le Maire, ha chiesto loro di impegnarsi “almeno” a congelare i premi per i bar, gli alberghi e i ristoranti. In caso contrario, l’esecutivo potrebbe lasciare che il Parlamento adotti una tassa che costerebbe al settore 1,2 miliardi di euro. “Questo è il gesto minimo che chiedo loro di fare, che congelino i premi assicurativi, e penso che possano fare ancora meglio”, ha detto martedì sera Bruno Le Maire, intervistato sul canale televisivo LCI, dopo un incontro con i rappresentanti del settore. “Hanno tempo fino a lunedì prossimo per farlo”. Il settore assicurativo ha già annunciato misure di sostegno alle imprese, in particolare dotando il fondo di solidarietà di 400 milioni di euro per le imprese e i lavoratori autonomi, ma “non basta”, secondo il Ministro dell’Economia.
  • Il settore rimane cauto nei confronti dei prestiti partecipativi per le aziende deboli
Sollecitati dallo Stato per dare più sostegno ai commercianti indeboliti da Covid, gli assicuratori sono anche chiamati a contribuire al progetto immaginato dalle autorità pubbliche per aiutare le imprese francesi a rimettersi in piedi dopo la crisi. Lo schema, le cui basi iniziali sono state presentate quest’estate, ma i cui contorni sono ancora da definire, è destinato a dare alle imprese un maggiore margine di manovra finanziaria attraverso i prestiti partecipativi. Questi prestiti da 7 a 8 anni, che potrebbero ammontare fino a 20 miliardi di euro, sono destinati a migliorare la solvibilità delle imprese rafforzando il loro capitale. In questo modo sarebbero più in grado di investire durante un periodo di ripresa. Sulla carta, gli assicuratori, che sanno di essere attesi dal governo, riconoscono che questi investimenti potrebbero offrire prospettive interessanti, mentre i titoli di Stato registrano tassi negativi. Tuttavia, in un momento in cui l’indebitamento delle imprese è salito alle stelle e la crisi ha suscitato timori di fallimenti, non sono disposte a partecipare incondizionatamente.

Handelsblatt

 

  • Allianz abbassa i tassi d’interesse: esistono ancora polizze di assicurazione sulla vita valide?
Si tratta di annunci di grande rilevanza per milioni di tedeschi. Ogni anno a dicembre, la maggior parte degli assicuratori vita tedeschi determina il tasso d’interesse che i circa 84 milioni di assicurati vita in Germania possono aspettarsi. Ora il leader del mercato tedesco Allianz ha inviato un chiaro segnale: Il gruppo di Monaco di Baviera ha nuovamente ridotto il suo attuale tasso d’interesse dello 0,2%. Ora è del 2,3% per le polizze classiche e del 2,4% per il prodotto più venduto “Perspektive”. Con “Perspektive” non è più garantito un tasso d’interesse minimo per decenni. Poiché la garanzia genera anche dei costi, questo prodotto ha un tasso d’interesse corrente leggermente più alto. Da anni la tendenza è fondamentalmente in una sola direzione: verso il basso. I tassi d’interesse zero e gli elevati pagamenti supplementari nella riserva di interessi supplementari gravano sui rendimenti della maggior parte degli assicuratori. Ciò è dovuto al fatto che i redditi da investimento rimarranno bassi nel prossimo futuro.