Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Il Comitato di Basilea ha colmato un buco della regolamentazione bancaria introducendo normative specifiche per le cartolarizzazioni di crediti deteriorati. Lo strumento è stato utilizzato in passato soprattutto in Italia per pulire i bilanci delle banche. In futuro l’uso potrebbe aumentare in tutta Europa per far fronte all’incremento dei non-performing loans come conseguenza della pandemia. Le regole di Basilea potranno avere un impatto immediato su quelle Ue, in discussione proprio in questi giorni. Le banche temono aggravi patrimoniali e penalizzazioni per il divieto di utilizzare i modelli interni per valutare il rischio dei portafogli di npl. Il Comitato di Basilea ha sottolineato di aver varato una normativa meno stringente di quella proposta in consultazione: è stata confermata per i bilanci bancari una ponderazione patrimoniale minima del 100% per la parte senior (in presenza di uno sconto di almeno il 50% rispetto al nominale degli npl), ma è stata data la possibilità di scendere sotto questo livello in caso di impiego di rating esterni. Tuttavia la disciplina secondo le banche è ancora troppo severa, considerando lo sconto sui valori lordi degli npl e la presenza di tranche junior e mezzanine che riducono i rischi per la parte senior. Gli istituti vorrebbero continuare a usare modelli interni invece che rating esterni (a pagamento).
La crisi rallenta l’innovazione dell’economia italiana, ampliando il divario fra multinazionali e pmi. Secondo l’edizione 2020 dell’indagine sugli investimenti della Bei, che MF-Milano Finanza ha consultato in anteprima, il 41% delle aziende ha intenzione di ridurre i piani di spesa per il 2020. Un quarto li abbandonerà del tutto o quantomeno li rinvierà. Nel settore manifatturiero, uno dei più colpiti e dei più strategici per il Paese, una società su due prevede di diminuire l’entità degli investimenti. Il taglio è frutto della preoccupazione per il futuro che spinge le società ad accumulare liquidità nel timore di dover affrontare nuovi shock, anche a costo di sacrificare trasformazione digitale e sostenibilità. «La pandemia rischia di compromettere la capacità di affrontare le sfide del XXI secolo», spiega il vicepresidente della Bei Dario Scannapieco, «c’è bisogno di un’azione congiunta a livello europeo per superare l’incertezza in quanto fattore che condiziona le società italiane più di quelle di altri Paesi».
Il 2020 è stato un anno decisamente positivo per le assicurazioni che operano nel settore auto. Il lockdown ha tagliato la circolazione e ridotto gli incidenti, con un risparmio per le compagnie calcolato dall’Ivass in circa 1,3 miliardi di euro tra febbraio e settembre. Ma l’anno prossimo si preannuncia pieno di insidie perché la crisi economica provocata dalla pandemia rischia di far crollare le vendite delle auto e quindi delle nuove polizze e perché i prezzi dei pezzi di ricambio stanno già iniziando ad aumentare al ritmo del 10%. Considerazioni che arrivano da Costantino Moretti, responsabile delle attività internazionali di Admiral, gruppo assicurativo leader nel Regno Unito per le polizze auto e moto e presente in Italia con ConTe.it.
Le mutue assicurative europee di Eurapco fanno fronte comune contro il Covid forti dei loro 54 miliardi di euro di premi e 43 milioni di clienti. Si tratta dell’Alleanza fondata nel 1992, con sede a Zurigo, che raccoglie 8 mutue europee attive in 17 Paesi, guidata dalla manager olandese Wilma de Bruijn e presieduta dall’italiano Luca Filippone, direttore generale di Reale Mutua. «Lo scopo è mettere a fattore comune esperienze virtuose con un focus sull’innovazione, ma anche di condividere grandi rischi, gestire la riassicurazione e i sinistri internazionali», spiega de Brujin. Insomma da una parte il business, dall’altra progetti che guardano al futuro.
  • Giallo Btp, Net Ins.vince contro Augusto
Net Insurance incassa i decreti ingiuntivi del tribunale di Milano dopo i ricorsi presentati a maggio nei confronti di Augusto spa. La vicenda è quella dei 26,6 milioni di Btp sottratti a Net Insurance, con un filo conduttore che fa capo a Gianluigi Torzi, italiano con società in Inghilterra il cui nome è emerso in relazione agli affari degli immobili del Vaticano a Londra. Di quella somma 11 milioni sono stati restituiti ma il piano di rimborsi ha subito uno stop con l’obbligazione «Augusto Float 04/30/20» dal valore nominale di 10 milioni. Un titolo che era stato consegnato a Net Insurance dalla controparte nell’ambito del piano di rimborso, emesso da Augusto spa, società partecipata da Sator e dalle famiglie Amenduni e Roveda, che detiene a sua volta la maggioranza della siiq immobiliare Aedes, L’emittente ha motivato il mancato rimborso con l’inadempimento da parte del sottoscrittore originario del prestito obbligazionario, ma nel frattempo Net Insurance ha scelto le vie legali e ha ottenuto dal Tribunale di Milano i decreti ingiuntivi nei confronti di Augusto spa.

Meglio usare un’auto vecchia piuttosto che i mezzi pubblici con il rischio di contagiarsi: è un pensiero sempre più diffuso, da Londra a Madrid, passando per Francia e Germania. Tanto che in Europa il mercato delle auto usate, soprattutto le più obsolete e a basso costo, ha subìto una sferzata di vitalità mentre le vendite di vetture nuove stanno vivendo una battuta di arresto. Il trend è fotografato da una ricerca di Ihs Markit e dai dati forniti all’agenzia Reuters dal portale AutoScout24 che indicano l’aumento delle immatricolazioni di auto vecchie in tutto il Continente, e un picco di ricerche su internet di veicoli obsoleti.
È «boom» di pensionati tra i «camici bianchi», nella stagione (fragilissima) della pandemia, in cui la loro carenza assume contorni preoccupanti: dal 2014 al 2020 la percentuale dei medici di famiglia andati in quiescenza segna +290%, in incessante ascesa (da 898 a 3.500, nel periodo esaminato). Più bassa, ma non meno sostanziosa, la quota di specialisti ambulatoriali nella schiera dei percettori di trattamenti previdenziali, giacché, sempre dal 2014, sono incrementati del 182% (da 411 a 1.160). È la fotografia scattata dall’Enpam, la più grande Cassa italiana, quella dei medici e degli odontoiatri (in totale 371.465 iscritti attivi e 124.417 in pensione nel 2019, mentre nel 2018 erano rispettivamente 366.084 e 116.198), che certifica, con dati aggiornati al 10 novembre, pure l’incremento degli associati della «Quota B» (che esercitano la libera professione) a riposo, pari a +183%, con un balzo dalle 1.909 unità del 2014 alle 5.400 attuali.
Numerose le azioni di sostegno e solidarietà professionale messe in campo dalla categoria dei Consulenti del Lavoro per essere vicini agli iscritti nelle situazioni di difficoltà e disagio personale e fornire loro strumenti concreti che possano essere d’ausilio nell’esecuzione dell’attività professionale. Tra queste rientra il progetto realizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine e denominato Wel.co.m.e. – acronimo di Welfare dei consulenti del lavoro misure efficienti – il cui scopo è quello di fornire un valido contributo a tutti gli iscritti all’Ordine che, per motivi personali, familiari o di salute possano trovarsi in difficoltà nell’espletamento della propria attività professionale, soprattutto in questo particolare momento storico, in cui è necessario sostenere anche chi è temporaneamente impossibilitato ad esercitare la professione a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. A Wel.co.m.e si affiancano, inoltre, la rete delle opportunità, una piattaforma informatica (accessibile dal portale www.consulentidellavoro.gov.it) con cui il Consiglio nazionale supporta le attività delle commissioni pari opportunità creando una rete di informazioni da condividere in tempo reale, e il progetto ProretePA del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio dei ministri. Ma le iniziative di sostegno e sviluppo di categoria non finiscono qui. L’Enpacl, infatti, mette a disposizione numerose misure di welfare integrato per i consulenti del lavoro iscritti all’Ente di previdenza e assistenza e in regola con il versamento della contribuzione obbligatoria.
Aumentano gli infortuni di studenti e docenti a scuola. A denunciarlo è l’Inail nel Dossier Scuola 2020, pubblicato come ogni anno in occasione della Giornata nazionale sulla sicurezza nelle scuole (www.inail.it). Nel 2019, infatti, sono state 78.850 le denunce per infortuni che hanno interessato gli alunni e 13.700 quelle che hanno riguardato gli insegnanti. Dati che, spiega l’Inail, per gli studenti «mostrano una continuazione del trend crescente osservato nei due anni precedenti». Segnando un +1,68% di denunce in 12 mesi. Si è passati da 76.046 infortuni nel 2017 a 77.548 nel 2018 per arrivare, appunto, a 78.850 nel 2019: circa 2.804 denunce in più nel triennio. Nel dettaglio, gli infortuni occorsi agli studenti maschi sono il 56,6% del totale e risultano in aumento del +1,5% rispetto al 2018. Mentre tra le studentesse il numero di denunce è cresciuto percentualmente di più: +1,9%.
  • Reti, Fideuram in vetta nella raccolta netta
Il gruppo Fideuram (Fideuram, Intesa Sanpaolo private banking, Sanpaolo Invest sim e IwBank) si è collocato al primo posto dall’inizio dell’anno per raccolta netta con oltre 9,5 miliardi di euro e per raccolta annua in risparmio gestito a 2,9 miliardi. Figura, inoltre, in vetta nella raccolta netta mensile con 1,1 mld. I dati di Assoreti relativi a ottobre indicano una raccolta netta positiva, per le reti di consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, pari a 3,5 miliardi, in crescita del 68% rispetto al mese precedente e del 2,5% su base annua. Le risorse nette investite in prodotti del risparmio gestito ammontano a un miliardo.

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  • Unipol regala la polizza Covid ai suoi clienti
UnipolSai ha lanciato la polizza #UniSalutePerTe con cui regalerà ai suoi 10 milioni di clienti una copertura sanitaria contro le conseguenze del Covid-19. Include teleconsulto medico 24 ore al giorno, videoconsulto specialistico, 100 euro al giorno d’indennità da ricovero fino a due settimane.

  • La propensione al risparmio balza al 20%
L’impossibilità di spendere il denaro a causa del blocco prolungato delle attività, ma anche l’inquietudine per una situazione economica a rischio di rapido deterioramento e la conseguente maggior incertezza per il futuro. Non servono in fondo molte altre spiegazioni per comprendere come l’atteggiamento degli italiani nei confronti del risparmio e le loro scelte finanziarie siano drammaticamente mutate nell’anno caratterizzato dalla pandemia. La conferma arriva dall’«Indagine sul Risparmio e sulle scelte finanziarie degli italiani 2020», realizzata da Intesa Sanpaolo con la collaborazione del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Il rapporto indica infatti come la propensione al risparmio degli italiani sia improvvisamente balzata dall’11,8% del reddito disponile rilevato lo scorso mese di febbraio, prima che il virus facesse materialmente irruzione sul territorio nazionale, fino al 20% attuale. Si tratta di un livello che non ha precedenti nella storia recente e che si rispecchia nella crescita delle giacenze sui conti corrente attivi nel nostro Paese, il cui ammontare complessivo nelle mani dei privati risultava a fine agosto di ben 117 miliardi di euro superiore rispetto a 12 mesi prima (se si considerano anche i dati di settembre, che hanno confermato la tendenza, si arriva a 126 miliardi) nonostante una riduzione del Pil che dovrebbe essere valutata di circa 168 miliardi (122 miliardi dei quali già accertati nei primi nove mesi dell’anno).
  • Canalizzare i risparmi sulla ripresa
A settembre, il valore dei conti correnti del settore privato è arrivato a sfiorare i 1.280 miliardi, il 10 per cento in più rispetto al dato di gennaio. Una volta superata l’emergenza sanitaria, la vera sfida sarà riuscire a canalizzare queste enormi disponibilità liquide a sostegno della ripresa. Il risparmio, al momento timidamente parcheggiato nei conti correnti, dovrà tornare a “lavorare” per garantire al nostro paese uno sviluppo sostenibile ed inclusivo. Per crescere, le imprese italiane hanno bisogno di capitali “pazienti”. Mentre l’interesse verso l’investimento diretto in azioni si mantiene molto basso, cresce lentamente l’attenzione alle forme indirette di impiego, come i fondi, le gestioni, le SICAV.
  • La Commissione Ue pronta ad aggiornare le norme sugli Npl
L’intenzione di dare nuove regole, in particolare sugli Npl, è stata confermata ieri dalla Commissione europea in risposta a un’interrogazione presentata nei giorni scorsi dall’eurodeputato Antonio Tajani. Nell’interrogazione Tajani chiedeva quali azioni intendesse intraprendere la Commissione per scongiurare il rischio di una stretta creditizia alle famiglie e alle imprese e quali misure si sarebbero adottate per modificare la parte del regolamento 2019/630 (Crr) che disciplina gli accantonamenti prudenziali per gli Npl. «A dicembre la Commissione pubblicherà una comunicazione su misure ulteriori per affrontare la questione dei crediti deteriorati – conclude la risposta all’interrogazione -. La Commissione sta monitorando l’impatto dell’emergenza Covid 19 sulle banche e sui loro clienti, e conferma il proprio impegno a reagire in modo rapido e deciso se e quando necessario». L’intervento atteso dal sistema bancario europeo riguarda soprattutto le regole dell’Eba sulle nuove definizioni di default – in vigore dal primo gennaio – che abbassano la soglia dello sconfinamento (1% dell’esposizione complessiva per le posizioni individuali) in 90 giorni oltre la quale il credito diventa Npl. In particolare, questa regola pesa ancora di più per le operazioni di ristrutturazione con allungamento della durata del prestito e l’erogazione di nuova finanza che ricadono facilmente nella riclassificazione a Npl.
  • Assoreti, raccolta netta ottobre a 3,5 miliardi
Raccolta netta positiva per le reti di consulenti finanziari pari a 3,5 miliardi di euro in ottobre. I volumi, rilevati da Assoreti, sono in crescita del 68% rispetto al mese precedente e del 2,5% su base annua. Le risorse nette totali investite in prodotti del risparmio gestito ammontano a un miliardo, mantenendosi sui livelli di settembre, mentre il bilancio mensile della componente amministrata del portafoglio raggiunge i 2,5 miliardi per il flusso consistente in entrata di liquidità.
  • Cattolica, va deserta l’offerta sul recesso
Va deserta l’offerta in opzione sulle azioni oggetto di recesso di Cattolica. Alla compagnia erano state “restituiti” circa 20 milioni di titoli, pari all’11,64% del capitale pre-iniezione di liquidità, che tuttavia non sono stati assorbiti dal mercato. Generali, che con l’aumento di capitale riservato da 300 milioni, è salita al 24,4% del gruppo assicurativo aveva considerato l’ipotesi di farsi carico di quel pacchetto ma Consob ha imposto lo stop: il rischio, infatti, era che in capo al Leone di Trieste potesse scattare l’obbligo d’Opa.
  • Unipol, polizza anti Covid gratis ai clienti
UnipolSai si muove a favore dei propri clienti, che sono circa 10 milioni, e «regala una copertura sanitaria UniSalute per far fronte alle possibili conseguenze del Covid-19». È quanto ha comunicato ieri la società. Il nome dell’iniziativa è #UniSalutePerTe e nello specifico «offre gratuitamente una specifica copertura sanitaria per il Covid-19 che prevede: teleconsulto medico attivo H24 e videoconsulto medico specialistico; 100 euro al giorno di indennità da ricovero fino a 14 giorni; 2.000 euro di indennità post ricovero in terapia intensiva».
  • Libor, prima intesa ue sul nuovo benchmark
Il Consiglio e il Parlamento Ue hanno trovato l’accordo sulla cessazione del London Interbank Offered Rate (Libor) nel 2021. Si tratta del parametro di riferimento cui sono legati mutui, prestiti, fondi, gestioni patrimoniali, assicurazioni. I punti chiave dell’intesa prevedono che se necessario la Commissione Ue avrà i poteri per sostituire i «benchmark» critici che influenzano strumenti e contratti finanziari con un valore medio di almeno 500 miliardi di euro che possono condizionare la stabilità dei mercati finanziari; i «benchmark» che non possono essere sostituiti o hanno pochi equivalenti la cui cessazione avrebbe un impatto significativo e avverso sulla stabilità dei mercati; quelli dei Paesi terzi la cui cessazione comporterebbe disfunzioni significative per i mercati o porrebbe un rischio sistemico nella Ue.
  • Il mercato delle due ruote regge l’onda della crisi Covid
Poteva andare decisamente peggio, infatti il mercato moto nel 2020, lungi dal poter essere definito una splendida annata, ha retto l’ondata della crisi dei consumi generata dalla pandemia. I dati di immatricolazione delle due ruote infatti sono migliori di quelli delle auto. Quest’ultimo mercato pronto chiudere l’anno con una perdita stimata di circa il 20% a fronte di un calo contenuto al 6/7% per le due ruote. Dopo un novembre chiuso con il segno positivo, il mercato di moto e ciclomotori concluderà “l’Annus horribilis” dell’industria italiana con un risultato oltre le più rosee aspettative dopo gli scoraggianti -66% di marzo e -97% di aprile.
  • Spesa sanitaria, ultimi nella Ue
L’Italia è tra i Paesi che investono di meno nella Sanità in Europa e tra quelli più sviluppati che fanno parte dell’Ocse. Ed è proprio l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico a certificarlo. In attesa degli annunciati maxi investimenti nella Sanità del futuro, quella da ricostruire dopo lo tsunami del Covid, gli ultimi numeri relativi al confronto sulla spesa sanitaria dei Paesi membri dell’Ocse pubblicati nei giorni scorsi nel report annuale «Health at Glance» confermano in modo impietoso che l’Italia è il fanalino di coda in Europa, almeno tra i Paesi big. Se si valuta a esempio la spesa procapite a parità di potere d’acquisto il nostro Paese nel 2019 ha fatto registrare una spesa di 2.473 euro per ciascun italiano. Una cifra più bassa della media Ocse che è di 2.572 euro e soprattutto molto distante da Paesi come Francia e Germania che, rispettivamente, segnano valori di spesa sanitaria procapite di 3.644 euro e 4.504 euro.

  • Gli assicurati possono cambiare la loro protezione complementare in qualsiasi momento
A partire da questo martedì, i privati che desiderano ottenere un’assicurazione sanitaria con una copertura maggiore o a un prezzo inferiore potranno annullare la loro protezione complementare in qualsiasi momento. Promesso dall’esecutivo due anni fa nel bel mezzo della crisi dei “gilet gialli”, questo aumento della concorrenza è visto come una buona notizia dai rappresentanti dei consumatori, anche se le assicurazioni sanitarie, che negli ultimi anni hanno dovuto affrontare importanti cambiamenti normativi, tendono a smorzare le aspettative di prezzi più bassi.
  • Warranty and Indemnity: in Germania sentenza a favore di un assicuratore
Lo “stress test” finisce male per i clienti che hanno stipulato una cosiddetta assicurazione “warranty and indemnity” (W&I) contro il rischio di frode in fusioni e acquisizioni. Dopo cinque anni di procedimento, il gruppo giapponese Lixil non è ancora in grado di far valere la propria assicurazione in un sinistro stimato in 270 milioni di euro per l’acquisizione della società tedesca Grohe, una delle maggiori richieste di indennizzo in questo settore assicurativo in rapida crescita. Il 26 novembre la Corte di Cassazione di Francoforte si è pronunciata ancora una volta in favore del principale assicuratore di un consorzio, l’americana AIG. Ma il caso non è necessariamente chiuso.
  • Brexit: le società di gestione del Regno Unito evitano Parigi
La Francia sperava di attirare in massa le società di gestione britanniche desiderose di vendere i loro fondi nel continente. Solamente una ventina si sono installate a Parigi e la lista completa di questi nuovi arrivati resta un segreto ben nascosto dalle autorità locali.
  • La delega di gestione crea una breccia
L’autorità europea dei mercati finanziari vorrebbe una revisione delle regole che permettono a molti fondi britannici di mantenere libero accesso al mercato continentale. Ciò potrebbe penalizzare Londra, prima piazza europea di gestione delegata.

Handelsblatt

 

  • Christian Mumenthaler (Swiss-Re): “Nessuno si diverte a sottoscrivere una polizza”
Il secondo riassicuratore al mondo, Swiss Re, intende fare grande affidamento, nei prossimi anni, su alleanze innovative con i principali partner del settore. Molte aziende sono sotto pressione, dalle case automobilistiche ai grandi magazzini. “Coloro che hanno contatti con i clienti stanno quindi valutando quali altri servizi possono offrire”, ha detto Mumenthaler. Nella ricerca di nuove fonti di reddito, l’industria si rivolge quindi sempre più risolutamente ai suoi importanti clienti industriali per aprire insieme nuovi settori di attività. Quest’anno, ad esempio, gli svizzeri hanno fondato una società con il gruppo automobilistico Daimler per offrire nuovi prodotti assicurativi digitali a partire dal 2021. Da quest’anno, con Ikea, Swiss Re vende anche assicurazioni per la mobilia domestica e responsabilità civile privata nei negozi di mobili svizzeri. Anche Munich Re, il principale rivale di Swiss Re, ha recentemente iniziato a collaborare con il produttore di auto sportive Porsche e il produttore di macchine utensili Trumpf per esplorare le opportunità di business nel settore delle fabbriche intelligenti. “Comprare un’assicurazione è difficile per la mente umana, perché poi dobbiamo affrontare pensieri negativi e pensare alle probabilità”, spiega Mumenthaler. “Nessuno si siede la sera e si diverte a scegliere una nuova polizza – ecco perché anche gli assicuratori digitali innovativi e poco costosi fanno fatica” ha dichiarato il CEO di Swiss Re. “Stiamo quindi cercando di integrare l’assicurazione in un altro prodotto che la gente ama acquistare”. Naturalmente, questo potrebbe essere fatto anche in settori diversi dall’industria automobilistica.