Il 2020 è stato un anno record per l’insurtech, con 5 mld di investimenti mondiali e colossi come Amazon e Walmart in campo Ma l’Italia rimane maglia nera e i manager tricolori giocano in difesa
Simone Ranucci Brandimarte

di Anna Messia

Tanta voglia di polizze ad alta digitalizzazione, poca offerta sul mercato. Con l’Italia maglia nera che rischia di arrivare senza fiato e senza investimenti anche nella nuova competizione all’innovazione che si è inevitabilmente innescata tra pandemia e lockdown. La fotografia, aggiornata agli ultimi giorni, l’ha scattata l’Italian Insurtech Association, associazione presieduta da Simone Ranucci Brandimarte nata nel marzo scorso per promuovere lo sviluppo del mercato assicurativo digitale che tra i suoi aderenti, oltre alle compagnie di assicurazione, ha anche broker, riassicuratori e fornitori di tecnologia. «Il bilancio 2020 dell’insurtech italiano è deludente, nonostante la domanda sia in crescita con il 32% dei consumatori che vorrebbe già oggi usufruire di un’offerta assicurativa digitale», dice Ranucci Brandimarte, sottolineando che in Italia le assicurazioni «non stanno ancora cavalcando l’accelerazione del consumatore digitale post-covid». Oggi i consumatori digitali in Italia sono appena l’1,5% (quasi tutti nell’RcAuto) e le incertezze legate alla pandemia rischiano addirittura di frenare gli investimenti in innovazione che le compagnie programmano per il 2021. Proprio quando ce ne sarebbe più bisogno».

L’Italian Insurance Association ha chiamato a raccolta 33 top manager delle compagnie italiane e solo il 24% di loro considera l’insurtech una priorità per l’anno a venire, a differenza dell’81% dei capi azienda che lavorano in Paesi come Francia, Germania, Spagna o Uk. Nella Penisola appena il 4% del fatturato della compagnie è stato poi investito in tecnologia, contro il 13% del resto d’Europa. «La sensazione è che i manager italiani restino sulla difensiva per capire quali saranno le conseguenze del virus sul loro business, ma questo sarebbe invece il momento di accelerare sugli investimenti in innovazione, vista la spinta alla digitalizzazione che il lockdown ha impresso a tutti i cittadini», continua Brandimarte, che è anche presidente dell’insurtech italiana Yolo, fortemente convinto che il mondo assicurativo si trovi oggi alla vigilia di un grande cambiamento «come è stato negli anni ‘90 per l’industria dei contenuti, nel 2000 per il commercio elettronico, nel 2005 per i viaggi e poi ancora nel 2010 per il banking». Un’occasione di sviluppo per le imprese assicurative considerando che secondo principali studi di mercato, la crescita delle polizze digitali e dei nuovi distributori aumenterà la penetrazione dei prodotti danni non auto dal 25% al 50% nel prossimo decennio. Quindi una grande opportunità per le compagnie e per l’Italia, da sempre indietro nella distribuzione delle polizze Danni.

Il fatto è che con la tecnologia il mercato diventa sempre più globale e ritardi negli investimenti nel Paese possono essere decisamente dannosi perché nel frattempo sono altri a muoversi senza guardare ai confini nazionali. Con concorrenti che, oltretutto, sono particolarmente agguerriti. Il colosso dell’e-commerce Amazon, ad esempio, è già oggi il primo venditore di polizze digitali in Europa (in particolare nel settore delle coperture di garanzia) e ha stretto per esempio un’alleanza con la tedesca Allianz. Del resto proprio i grandi gruppi assicurativi europei sono tra i principali investitori in insurtech. La stessa Allianz, tramite AllianzX, è tra gli investitori dell’americana Lemonade, un caso di successo per l’offerta in tempo reale di polizze danni, quotata al Nyse da luglio. Mentre la francese Axa è tra le realtà più attive negli investimenti insurtech e tramite Kamet ha investito per esempio in Setoo, società inglese specializzata nelle coperture assicurative tagliate su misura per gli utenti di e-commerce o ancora Anorak, che innova invece nella distribuzione delle polizze vita.

Pronti a scendere in campo nel mercato assicurativo, con polizze digitali e innovazione, ci sono poi nuovi concorrenti, dalle utilities alle telco, passando per i player della grande distribuzione come Carrefour o Esselunga, oppure il settore automotive, da Tesla che punta a diventare primo assicuratore RcAuto negli Usa, a Nissan. Walmart e Amazon sono entrati nella vendita polizze auto digitali su Mobile app, mentre la catena di caffetteria americana Starbucks è stata la prima al mondo a offrire un programma d’assicurazione salute digitale e modulare a tutti i dipendenti. Per tornate all’Italia Telepass è diventato primo ecosistema di mobilità integrato con polizze infortuni e sci giornaliere distribuite digitalmente via mobile. «A livello mondiale i finanziamenti di progetti insurtech hanno registrato quest’anno una crescita del 52%, decretando il 2020 come un anno record», conclude il presidente dell’Italian Insurtech Association. In ballo, nei primo nove mesi del 2020 ci sono stati investimenti globali di oltre 5 miliardi di dollari e di questi poco meno del 10%, 470 milioni, proviene da investimenti europei, con l’Italia che in Europa ha pesato appena per l’1,7% (8 milioni), con una quota che cuba lo 0,16% a livello mondiale. (riproduzione riservata)

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