di Marco Capponi
Per tutte le persone che sono ancora alle prese con l’annoso dilemma su cosa lasciare sotto l’albero per fare felici i propri cari a Natale, una soluzione senz’altro originale potrebbe essere quella di aiutarli a togliere i risparmi dal materasso e investirli in prodotti finanziari. La vera domanda è a questo punto un’altra: come riuscirci in modo semplice, sicuro e soprattutto economico? Per dare una mano a chiunque volesse cimentarsi con questo dono decisamente sui generis le società di gestione offrono uno strumento specifico, quello dei piani di accumulo di capitale, o pac. In poche parole, una modalità di sottoscrizione di fondi comuni o Etf attraverso organismi di investimento collettivi del risparmio (oicr) che permette di entrare nei mercati finanziari attraverso l’investimento di piccole somme periodiche, dilazionate nel tempo. Si tratta di un meccanismo flessibile, perché l’investitore può scegliere importo, cadenza delle rate e durata dell’investimento, ed economico. Inoltre, può essere usato anche da risparmiatori non avvezzi alle complessità dei mercati, perché abbatte il rischio di stagionalità e di oscillazione dei listini, e la problematica dell’emotività, che nel breve periodo spesso conduce gli investitori a compiere scelte impulsive.«Si tratta di una soluzione adatta a tutte le tasche», commenta Davide Gatti, responsabile divisione retail e private di Anima, una delle società di gestione più attive nel comparto. Il motivo? «Lo strumento», prosegue il money manager, «consente anche attraverso piccoli importi di acquistare quote di uno o più fondi indipendentemente dall’andamento dei mercati». Un fattore decisivo, ancor più marcato nell’anno del Covid-19: «A maggior ragione, in un contesto come quello di quest’anno, riteniamo che torni di attualità un metodo di investimento: quello graduale nel tempo, a piccoli passi», chiosa il gestore, che conclude sottolineando un ulteriore elemento vincente del meccanismo: «L’investitore fa proprio, in modo naturale, un comportamento virtuoso, grazie a una sorta di risparmio forzoso». «A sottolineare l’estrema flessibilità dei pac», spiega Paolo Paschetta, country head per l’Italia di Pictet Asset Management, «lo strumento è indicato anche per chi possiede ingente liquidità da investire, ma non si fida dell’andamento volatile dei mercati e predispone quindi programmi di acquisto periodici, solitamente con versamenti più sostanziosi». Come si può vedere dalla tabella in pagina, un investimento da 4.600 dollari fatto nel 2007 utilizzando un pac avrà nel 2020 un controvalore di 12.027 dollari (+161,5%), mentre la stessa quota investita in piani di investimento di capitale (pic) in soluzione unica ha una resa di 9.202 dollari (+100%). Un’evidenza di lunga durata che ribadisce il concetto essenziale: «Mediamente», evidenzia il money manager, «il momento migliore per far partire un piano di accumulo è durante una crisi di cui non si conoscono a priori durata e minimi». In questo modo gli investitori possono approfittare dell’eventuale calo dei prezzi per acquistare titoli a un costo scontato, e al contempo beneficiare del successivo rimbalzo dei mercati, annullandone le oscillazioni. Anche quest’anno, quindi, «un pac, pianificando gli investimenti nel tempo, avrebbe consentito di evitare più facilmente scelte determinate dall’emotività», conclude il gestore. Il concetto di orizzonte temporale viene ribadito anche da Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum: «Tutte le esigenze di vita vanno pianificate nel tempo, prevedendo le risorse per la loro realizzazione», spiega il money manager. I pac sono alleati importanti in questo compito, tanto più se, come strumenti di comprensione finanziaria, vengono affiancati da altre risorse: «Per esempio l’Intelligent Investment Strategy», dice il gestore, «che, con i suoi automatismi, è in grado di raddoppiare fino a quintuplicare gli investimenti in fondi azionari in base alle percentuali di calo dei mercati». (riproduzione riservata)

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