Una delle reazioni più evidenti indotte dalla pandemia è la decisa accelerazione impressa ai processi di digitalizzazione che hanno riguardato anche il mondo delle banche e delle assicurazioni, dove sono sorte nuove opportunità di business per le imprese innovative.

Nel corso del 2020 si contano oltre 300 startup Fintech e Insurtech italiane. Di queste, il 54% non ha subito impatti negativi dal primo lockdown e il 19% delle startup ha colto durante la fase di emergenza nuove opportunità di business. E’ quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano.

“Il Covid ha impresso una decisa accelerazione alla digitalizzazione del settore finanziario e assicurativo italiano, sia dal punto di vista della domanda che dell’offerta di servizi”, ha spiegato Marco Giorgino, direttore scientifico dell’Osservatorio Fintech & Insurtech.

A livello mondiale il Polimi censisce 2.541 startup Fintech & Insurtech, per un totale di 55,3 miliardi di dollari di fondi raccolti (in media 22 milioni di dollari a startup). Il 45% ha sede nel continente americano, con gli USA primo paese per numero di nuove imprese innovative (39%) e investimenti (21,4 miliardi).

“Se il Fintech è sempre stato considerato un’opportunità, ora è diventato anche una grande necessità che non potrà che rendere più efficiente il sistema”, ha aggiunto il direttore scientifico dell’Osservatorio. Secondo Giorgino, “per banche e assicurazioni, startup e nuovi attori innovativi non rappresentano solo competitor, ma soggetti con cui creare importanti sinergie”.

Durante il lockdown il 51% dei clienti italiani ha avuto necessità di interagire con la sua banca e il 73% di questi si dice soddisfatto del servizio ricevuto grazie a strumenti digitali, in particolare della possibilità di eseguire facilmente bonifici e pagamenti online, di interagire con il personale e di firmare documenti in digitale. Sono meno, il 39%, i clienti che hanno interagito con la compagnia assicurativa e di questi il 77% si dice soddisfatto, soprattutto per la facilità di interazione con l’agente e la semplicità del rinnovo della polizza, anche se il 23% degli insoddisfatti si lamenta per le difficoltà di comunicazione.

Nell’emergenza è cresciuto l’uso di servizi Fintech e Insurtech, in particolare quelli di identità digitale (utilizzata dal 48% dei consumatori), di telemedicina inclusi nella polizza (6%) e di Robo Advisoring (6%), anche se per alcuni l’effetto potrebbe essere di breve periodo, legato alle necessità contingenti.

In termini generali i consumatori italiani confermano la fiducia nelle istituzioni tradizionali ma sono al tempo stesso più aperti ad attori meno tradizionali come produttori di smartphone, siti eCommerce, startup. Ad esempio, per piccoli finanziamenti, il 53% si affiderebbe anche ad attori innovativi, fra cui produttori di smartphone come Apple e Samsung (21%), startup (19%), siti eCommerce come Amazon (19%) e aziende internet come Google e Facebook (17%)

Per garantire una user experience adeguata alle banche e alle assicurazioni servono i dati dei clienti, che spesso sono restii a condividerli. Oggi solo l’11% condivide con la banca dati su viaggi e spostamenti, il 9% con l’assicurazione; il 15% comunica alla banca informazioni sulla famiglia, il 10% all’assicurazione. Il 27% dichiara che al momento non intende condividere nessuna informazione con la banca, il 26% con l’assicurazione, il 17% con nessuna delle due.

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