di Iacopo Buriani
Tra poche ore abbandoneremo il 2020, un anno che lascerà un segno indelebile non solo in chi l’ha vissuto ma anche nei posteri, a causa della pandemia che si è abbattuta sull’umanità intera. «Anche la Lapet, purtroppo, è stata segnata dalla perdita di alcuni dei suoi cari associati, ed è a loro ed ai loro cari che va il nostro pensiero», ricorda il presidente Falcone. Ma se agli esordi dell’emergenza sanitaria il motto forgiato dalla Lapet è stato «noi non ci arrendiamo, resistiamo, non molliamo», è con questo spirito che l’attività associativa e politica è andata avanti senza tregua, raggiungendo obiettivi di straordinaria importanza per l’associazione e per tutti gli associati. «Il nostro obiettivo era essere vicini agli associati», rivendica Falcone, per questo l’associazione ha stipulato una polizza assicurativa contro i danni procurati dal coronavirus, ed ha fatto ampio ricorso agli strumenti digitali per garantire agli associati la partecipazione alla vita associativa. A decorrere dal 13 marzo scorso, infatti, tutti i tributaristi associati alla Lapet sono coperti da una polizza assicurativa contro gli effetti negativi del covid-19, che garantisce un’indennità per il ricovero, un’indennità da convalescenza e una assistenza post ricovero, e i cui costi sono interamente a carico dell’associazione. Tramite un largo ed efficace impiego degli strumenti digitali, inoltre, è stata garantita agli associati la partecipazione alla vita associativa, sia agli eventi formativi, dei quali si è preservata la qualità, sia a entrambe le assemblee nazionali che si sono tenute nel corso dell’anno. Proprio l’ampia partecipazione degli associati, soprattutto all’assemblea nazionale del 25 novembre scorso, che ha rieletto Roberto Falcone alla carica di presidente, conferma quanto gli iscritti abbiano a cuore la loro associazione. Peraltro la lista unica a sostegno del presidente uscente è stato un segnale di unità e coesione e di stimolo al nuovo consiglio a proseguire sul percorso già avviato.

Tutti in aula, virtuale

Prima di tutto, la formazione. Gli eventi in streaming hanno avuto grande successo nei mesi precedenti e sono stati dedicati all’analisi, tempestiva ed approfondita, delle frequenti novità fiscali contenute nella legislazione di contrasto all’emergenza economica conseguente alla pandemia. I corsi sono stati organizzati in diverse giornate, ognuna delle quali dedicata a un gruppo di regioni, ed anche gli appuntamenti del prossimo anno seguiranno le stesse modalità organizzative. Oltre agli eventi in streaming la Lapet ha inteso confermare anche gli appuntamenti in e-learning, il cui calendario è già pubblicato sul sito. L’ultimo quadrimestre dell’anno ha visto confermate anche le fortunate dirette Lapet news, dedicate al commento ai temi di attualità d’interesse per i tributaristi, confermate anche per il 2021 nell’ormai consueto appuntamento del mercoledì alle 17,30.

La formazione universitaria

Proprio in diretta Facebook è stata presentata una importante convenzione con Unitelma La Sapienza che arricchisce l’offerta formativa per gli associati: si tratta del corso di laurea triennale in scienze dell’amministrazione e della sicurezza, indirizzo amministrazioni, professioni e organizzazioni economiche, che mira a formare i professionisti delle professioni economiche, e tramite il quale il tributarista riuscirà a ottenere una posizione superiore nel mercato del lavoro.

Una proposta per le imprese: la disapplicazione degli isa

La prima parte dell’anno è stata dedicata alle proposte per il contrasto degli effetti economici della pandemia, prima tra tutte il differimento delle scadenze e dei versamenti fiscali, e la disapplicazione degli isa. L’andamento ondivago della situazione sanitaria, che ancora sfugge al controllo, mal si presta all’elaborazione di dati e medie statistiche, come appunto gli isa.

L’approvazione del test di proporzionalità

Nella seconda parte del 2020, invece, sono stati numerosi i successi politici della Lapet. In almeno due casi si tratta di successi epocali, e il riferimento è alla piena attuazione del test di proporzionalità e all’insediamento del tavolo tecnico sul lavoro autonomo. Il decreto legislativo 142 del 16 ottobre 2020, ha reso pienamente operativo il test di proporzionalità previsto dalla direttiva 2018/958. Con la definitiva approvazione del test «non ci saranno più alibi per le riserve professionali, le quali dovranno tutte, siano nuove o vecchie, sottostare all’applicazione del test di proporzionalità», rimarca Falcone. Dunque nei prossimi mesi il direttivo sarà impegnato a stimolare il legislatore affinché rimuova le riserve relative all’apposizione del visto di conformità e al patrocinio davanti alle Commissioni tributarie, che dovranno poter essere esercitate anche dai Tributaristi qualificati e certificati.
Il tavolo tecnico sul lavoro autonomo

Il 17 dicembre scorso il presidente Falcone ha partecipato alla prima riunione del tavolo permanente di confronto del lavoro autonomo, previsto dal Jobs act con il compito di formulare proposte e indirizzi operativi in materia di politiche del lavoro autonomo. Per la prima volta il tavolo ha riunito i rappresentanti di tutti i professionisti, sia di quelli organizzati in ordini e collegi, sia di quelli che esercitano la professione nell’ambito della legge 4 del 2013, e dunque ha confermato la centralità della stessa legge 4/2013 nella disciplina e nell’organizzazione delle libere professioni.

Welfare e tutela del tributarista

Non possono essere un caso gli importanti obiettivi conseguiti dai professionisti proprio a margine della prima riunione del suddetto tavolo tecnico. Il riferimento è all’introduzione nella legge di Bilancio 2021 dell’indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro), a favore dei professionisti e dei lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata dell’Inps. L’emendamento riproduce, nella sostanza, i contenuti del ddl elaborato dal Cnel, di concerto con la consulta del lavoro autonomo e dei professionisti, e già presentato in entrambi i rami del parlamento, al fine di assicurare la continuità e il rilancio dell’attività economica dei lavoratori autonomi, qualora questa abbia subito una riduzione significativa per effetto di eventi critici di carattere personale, sociale o economico. Sempre in tema di protezione del lavoro autonomo, un ulteriore emendamento alla legge di bilancio prevede un esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali, in questo caso sia a beneficio dei professionisti iscritti alla gestione separata dell’Inps e sia di quelli iscritti alle casse di previdenza private.
Centrale la legge 4/2013

Il tavolo tecnico ha un ruolo fondamentale anche nella realizzazione del diritto all’equo compenso per i professionisti, perché è investito del compito di determinare la misura del compenso equo. Tramite la definizione di un equo compenso, il disegno di legge 1995 in discussione al Senato, intende riequilibrare una situazione di squilibrio in danno del professionista, che nel rapporto contrattuale con il committente viene ad assumere la posizione di soggetto debole. Inoltre, seppure, indirettamente, l’equo compenso vuole anche garantire i consumatori mettendoli al riparo da servizi professionali di bassa qualità. Centrale è il riferimento ai professionisti che svolgono la professione nell’ambito della legge 4/2013, e dunque il riconoscimento del doppio binario nell’esercizio delle professioni, che vede, con pari dignità, da un lato le professioni ordinistiche e dall’altro le professioni organizzate in associazioni ai sensi della legge 4/2013. Il riconoscimento del doppio binario e la centralità della legge 4/2013 sono infine ribaditi anche nel disegno di legge malattia dei professionisti, che dopo l’audizione del presidente Falcone del 21 ottobre, ha visto presentati tutti gli emendamenti suggeriti dalla Lapet. Il testo introduce un ventaglio di tutele in caso di infortunio, malattia o morte del professionista, che garantiscono non solo quest’ultimo ma anche il cliente assistito. L’elemento centrale della tutela consiste nella sospensione dei termini relativi all’adempimento di una prestazione a carico del cliente da eseguire da parte del libero professionista, quando, quest’ultimo, sia stato costretto ad un ricovero in ospedale per un periodo non inferiore a tre giorni a causa di una grave malattia, di un infortunio o per un intervento chirurgico. La stessa sospensione si applica anche in caso di cure domiciliari sostitutive del ricovero ospedaliero della medesima durata di almeno tre giorni, che comportino un’ inabilità temporanea all’esercizio dell’attività professionale.

«Il bilancio delle attività del 2020 è anche un manifesto di ciò che il direttivo dovrà realizzare nel 2021: a partire dall’estensione del visto di conformità e del patrocinio tributario, e fino al definitivo miglioramento del welfare e delle tutele per i tributaristi», annuncia Falcone.

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