di Cristina Bartelli
Piattaforma per la cessione dei crediti di imposta rafforzata e portale unico per le comunicazioni sul Superbonus. Inoltre un testo unico dell’edilizia che abbia l’obiettivo di semplificare. Sono queste alcune delle proposte messe a punto dalla commissione Anagrafe tributaria di Camera e Senato nel documento di indagine sul superbonus per interventi di riqualificazione energetica e sismica. Nel documento (si veda ItaliaOggi del 4/12/2020) i parlamentari pongono l’accento su diversi aspetti del meccanismo agevolativo che consente di ricevere uno sconto fiscale fino al 110% dell’importo dei lavori con la possibilità di cedere il credito a banche e intermediari o ricevere direttamente uno sconto in fattura dall’impresa. E evidenziano come, secondo i dati forniti dall’Ance in una seduta dei lavori: «il saldo per il sistema economico del Paese risulterebbe positivo per quasi 27,6 miliardi di euro».

Superbonus allargato. La commissione chiede di ampliare il campo di applicazione della norma. Si punta a ricomprendere categorie di edifici finora esclusi: uffici, negozi, hotel, fabbricati logistici e industriali e agli edifici di proprietà pubblica e di investitori immobiliari professionali.

Testo unico edilizia. Si parte dalla considerazione della frammentazione dei provvedimenti che rappresentano un quadro complesso di norme che si incrociano. Con l’obiettivo di semplificare dunque: «Lo strumento a tal fine più idoneo parrebbe risiedere in un Testo unico compilativo da redigere a cura del governo in forma di decreto legislativo, cosa che presuppone l’approvazione da parte del parlamento di una legge di delegazione» si legge nel documento. Ma il rovescio della medaglia sono i tempi lunghi di attuazione della realizzazione del testo unico che al suo interno avrebbe norme non solo di carattere fiscale ma anche urbanistiche e ambientali che scendono fino nella legislazione regionale e locale. «Tale esigenza di chiarezza», per la commissione dunque, «indubbiamente da perseguire, deve quindi essere accompagnata nell’immediato da altre misure (…) volte a semplificare l’applicazione della normativa posta in essere, il cui arco temporale è già piuttosto limitato».

Sconto in fattura e cessione del credito, come moneta fiscale. La possibilità contenuta nel decreto Rilancio (dl 34/20) all’art. 21 prevede, per un periodo transitorio, anni 2020 e 2021, di cedere i crediti fiscali legati al superbonus. «Lo sconto in fattura e la cessione del credito consistendo in un mero trasferimento di un credito di imposta da un soggetto a un altro, non implicano alcun onere per la finanza pubblica» scrivono i deputati nella relazione e mettono in evidenza gli effetti positivi: effetti espansivi nell’economia stessa; la rigenerazione urbana, la messa in condizione per tutti, a prescindere dal proprio reddito, di riqualificare i propri immobili, la garanzia di fatto della libera circolazione del credito. Nella relazione si spinge, poi, l’acceleratore verso la moneta complementare rappresentata proprio dall’utilizzo dei crediti di imposta: «Si ritiene, inoltre, che la libera circolazione del credito di imposta, se opportunamente disciplinata, potrebbe utilmente trasformarsi in moneta complementare, che consista nella libera trasferibilità, nonché utilizzabilità come mezzo di pagamento fra privati, di crediti fiscali». Sul punto è intervenuto Emiliano Fenu (M5S): «La libera circolazione dei crediti d’imposta potrebbe anche essere utilizzata per finanziare alcuni tipi di spesa, per esempio per pagare i fornitori, ed eventualmente per il recupero dei crediti per prestazioni di beni e servizi o di natura professionale vantati nei confronti della pubblica amministrazione. Per questo la Commissione chiede di agevolare la trasferibilità volontaria dei crediti di imposta, mediante una piattaforma digitale centralizzata, introducendo specifici strumenti finanziari dematerializzati da poter utilizzare nelle transazioni».

Parola d’ordine: semplificare. Il documento mette in evidenza la necessità di semplificare le procedure: «È necessario», spiegano i parlamentarii, «fornire nell’immediato risposte semplici ed univoche, che agevolino in primo luogo il lavoro degli operatori del settore, i quali sentono, forse in modo più significativo rispetto al comune cittadino, la responsabilità che potrebbe ricadere su di essi in caso di errori procedurali». Tra le soluzioni individuate quella di costituire un portale unico in cui contribuenti e professionisti possano effettuare tutte le comunicazioni necessarie. Un’altra richiesta è quella di approvare appositi formulari cui i professionisti possano far riferimento.

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