IL VOSTRO QUESITO

Il subagente ha diritto a un’indennità di fine mandato anche se nel contratto che ha firmato con l’agente viene esclusa in funzione del fatto che riceve un compenso fisso annuale a cui si aggiungono le provvigioni pattuite sui contratti conclusi? Sembra che ci siano sentenze che stabiliscono diversamente quando le clausole del contratto siano peggiorative rispetto all’art.1751 cc.

L’ESPERTO RISPONDE


Poiché non esiste un contratto nazionale “erga-omnes” con la normativa inerente il rapporto tra agente e subagente, per dirimere un contenzioso insorgente tra le parti è d’obbligo riferirsi al contratto intercorrente firmato all’inizio del rapporto di collaborazione.
Qualora, come nel caso in esame, il subagente reclami un suo diritto a percepire quale indennità di fine mandato un importo superiore o comunque differente a quello indicato nel mandato di subagenzia sottoscritto, occorre riferirsi al Codice Civile, che all’Art.1751 dispone, oltre a precisare in modo articolato le circostanze in cui l’indennità è dovuta o non è dovuta, che “l’importo dell’indennità non può superare una cifra equivalente ad un’indennità annua calcolata sulla base della media annuale delle retribuzioni riscosse dall’agente negli ultimi cinque anni e, se il contratto risale a meno di cinque anni, sulla media del periodo in questione”.
Ciò premesso, ove il contenzioso confluisca in un’aula giudiziaria, sarà il giudice a valutare se quanto previsto contrattualmente è equo o, in caso contrario, a definire mediante sentenza un differente importo da liquidare al subagente. In merito si può affermare che i giudici potrebbero – per determinare un equo compenso di fine mandato subagenziale – riferirsi, oltre che al Codice Civile, anche ai contenuti dei contratti suggeriti dalle associazioni di categoria ed anche, per analogia, all’Accordo Ana 2003.
È opportuno comunque considerare che un compenso fisso corrisposto annualmente difficilmente potrebbe essere considerato equo in sostituzione dell’indennità di fine rapporto, in quanto questa deve essere, per sua definizione codicistica, variabile in funzione delle provvigioni retrocesse durante il mandato.