Simona D’Alessio
Trasferimento alla gestione separata dell’Inps dei contributi versati (erroneamente) alla Cassa previdenziale dei dottori commercialisti (Cnpadc) per condizioni di incompatibilità «congelato»: è l’effetto dello stallo (che permane da più di un anno) della bozza di convenzione che l’Ente privato aveva inviato all’Istituto pubblico. E, a render impellente lo scioglimento del «nodo», la sentenza del tribunale di Milano (del 4 novembre scorso) che ha accolto il ricorso di un professionista che, avendo esposto d’esser iscritto «senza soluzione di continuità» alla Cnpadc, e d’aver maturato un’anzianità contributiva nell’Assicurazione generale obbligatoria (Ago) dell’Inps, nel 2017 era in possesso dei «requisiti contributivi ed anagrafici utili per il trattamento pensionistico di vecchiaia in regime di totalizzazione» (come previsto dal decreto legislativo 42/2006) ma, una volta inoltrata alla Cassa la domanda, s’era visto annullar la contribuzione relativa a 10 annualità «in ragione dell’incompatibilità dell’esercizio della professione di dottore commercialista» con delle cariche societarie.Il ricorrente, quindi, ha dovuto farsi riconoscere il diritto al trasferimento dei contributi relativi agli anni annullati alla Gestione separata dell’Inps. A denunciare, oltre alla «situazione kafkiana», il «vuoto nella gestione amministrativa di annualità contributive per le quali sarebbe, invece, importante garantire la massima fluidità nel passaggio da un Ente all’altro» è il presidente della Cnpadc Walter Anedda, convinto che il pronunciamento del tribunale costituisca «un importante precedente che potrebbe render superata la convenzione bloccata, di fatto, dall’Inps», autorizzando, dice, la Cassa a trasmettere direttamente alla sua Gestione separata i contributi degli iscritti cui siano stati annullati gli anni per incompatibilità, salvaguardandone, sottolinea Anedda, «l’anzianità contributiva pregressa».

Nel 2018 la Cassa ha avviato un accertamento per dar certezza agli iscritti riguardo alla propria posizione (e il 98% è risultato «compatibile»). Su oltre 60 mila soggetti verificati, lo 0,49% delle annualità sono state annullate per incompatibilità e, indica la Cnpadc a ItaliaOggi, i professionisti «potenzialmente interessati son circa 1.100».

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