di Oscar Bodini
Entro marzo del prossimo anno Credem lancerà sul mercato un Eltif di nuova generazione per il quale ha ottenuto nei giorni scorsi il via libera del regolamento da Banca d’Italia. «Riponiamo molta fiducia nelle capacità dell’Italia, che anche se è alle prese con la crisi pandemica resta uno dei Paesi europei con maggior ricchezza finanziaria rapportata al pil», ha spiegato a MF-Milano Finanza Paolo Magnani, coordinatore dell’area Wealth Management dell’istituto emiliano.

Il top manager ha ricordato come questa ricchezza fatichi ad arrivare alle piccole e medie imprese, problema a cui il legislatore aveva cercato di porre rimedio qualche anno fa con i Pir. Dopo il boom iniziale e una raccolta che in meno di due anni aveva sfiorato quota 15 miliardi di euro, a inizio 2019 un tentativo di regolamentazione maldestro introdotto con la Legge di Bilancio aveva finito per paralizzare il mercato. Il settore promette di riaprirsi nei prossimi mesi, mano a mano che banche e sgr inizieranno a proporre la naturale evoluzione dei Pir, gli Eltif. Proprio in questa direzione muoverà la nuova proposta del Credito Emiliano. «Dall’avvio della fase operativa, pensiamo di riuscire a raccogliere tra 150 e 200 milioni entro una finestra tra tre e sei mesi che terminerà entro inizio autunno», spiega Magnani.

«Sarà un prodotto flessibile, la cui strategia d’investimento sottostante prevede la costruzione di un portafoglio entro due anni dall’avvio. Dal quinto al settimo anno avverrà poi la progressiva dismissione degli asset, con un eventuale periodo di grazia di due anni». L’sgr del Credem investirà le risorse del fondo in pmi italiane sia start-up sia scale-up. «Una parte della raccolta verrà veicolata su aziende growth a elevata marginalità», osserva ancora Magnani. Il fondo sta anche valutando con alcune controparti esterne l’opportunità di operare su pre ipo e nel promettente segmento del private debt.

Mentre rimangono ancora da definire alcune caratteristiche del prodotto, a iniziare dal suo profilo commissionale, è già stato stabilito il taglio minimo per accedervi (10 mila euro). Il fondo potrà essere sottoscritto da investitori professionali e privati, mentre come prevede la normativa a chi investe sarà garantita un’esenzione totale dal capital gain fino a un investimento massimo di 300 mila euro, a condizione che non disinvesta per almeno cinque anni. (riproduzione riservata)

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