Numerose le azioni di sostegno e solidarietà professionale messe in campo dalla categoria dei Consulenti del Lavoro per essere vicini agli iscritti nelle situazioni di difficoltà e disagio personale e fornire loro strumenti concreti che possano essere d’ausilio nell’esecuzione dell’attività professionale. Tra queste rientra il progetto realizzato dal Consiglio nazionale dell’Ordine e denominato Wel.co.m.e. – acronimo di Welfare dei consulenti del lavoro misure efficienti – il cui scopo è quello di fornire un valido contributo a tutti gli iscritti all’Ordine che, per motivi personali, familiari o di salute possano trovarsi in difficoltà nell’espletamento della propria attività professionale, soprattutto in questo particolare momento storico, in cui è necessario sostenere anche chi è temporaneamente impossibilitato ad esercitare la professione a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. L’iniziativa consiste, in particolare, nella possibilità di raccogliere la disponibilità dei consulenti del lavoro per poi attivare, attraverso un’apposita banca dati, una procedura di sostituzione temporanea o affiancamento mirato per affrontare alcune specifiche situazioni. I casi in cui si procederebbe con una sostituzione o un affiancamento riguardano: gravi patologie; maternità; sostegno alla genitorialità; assistenza continua alle persone di cui alla legge 104/1992; temporaneo impedimento e/o causa di forza maggiore, come ad esempi l’assistenza continua per la malattia di un familiare; carichi di lavoro non preventivati o che richiedono l’esecuzione di pratiche straordinarie, che necessitano di una preparazione altamente specializzata e settoriale; affiancamento propedeutico al passaggio generazionale. In quest’ambito, un ruolo importante svolgono anche i consigli provinciali, e in particolari le Commissione pari opportunità che operano al loro interno, alle quali è demandato il compito di divulgare il progetto ai territori e vigilare sulla correttezza dei rapporti intercorrenti tra le parti coinvolte nell’attuazione dell’incarico professionale. A Wel.co.m.e si affiancano, inoltre, la rete delle opportunità, una piattaforma informatica (accessibile dal portale www.consulentidellavoro.gov.it) con cui il Consiglio nazionale supporta le attività delle commissioni pari opportunità creando una rete di informazioni da condividere in tempo reale, e il progetto ProretePA del Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio dei ministri. Una banca dati con cui le consulenti del lavoro potranno inviare i propri curricula per ricoprire posizioni di governo o di controllo in una società pubblica ed essere inserite nei board al momento del rinnovo dei consigli di amministrazione. Uno strumento utile per agevolare l’applicazione della legge sulle quote di genere, che impone alle società quotate e alle società pubbliche di riservare alle donne un certo numero dei posti disponibili all’interno degli organi di governo e di controllo. Ma le iniziative di sostegno e sviluppo di categoria non finiscono qui. L’Enpacl, infatti, mette a disposizione numerose misure di welfare integrato per i consulenti del lavoro iscritti all’Ente di previdenza e assistenza e in regola con il versamento della contribuzione obbligatoria. Si passa dall’assistenza sanitaria, alla polizza Long term care, dall’indennità di maternità ai prestiti e mutui agevolati, fino al sostegno al praticante e al consulente del lavoro dominus durante il tirocinio professionale. Inoltre, per alleviare gli effetti prodotti dalla gravissima emergenza sanitaria ed economica sugli studi professionali, l’Enpacl ha attuato uno specifico piano di intervento che prevede, non solo il differimento dei termini di versamento della contribuzione obbligatoria dovuta per l’anno 2020, ma anche una polizza assicurativa che prevede, per tutti gli iscritti con età inferiore a 75 anni, una copertura collettiva in caso di decesso, con decorrenza 1 aprile 2020 e senza oneri per gli interessati; l’accesso al credito con finanziamenti di importo fino al 30% del volume d’affari dichiarato all’Ente nel 2019, nel limite di 100 mila euro, a un tasso agevolato; finanziamenti agevolati da restituire in un periodo di 17 mesi, di cui 3 di preammortamento e provvidenze di 3 mila euro in caso di quarantena o isolamento predisposti da autorità sanitaria e di 10 mila euro in caso di ricovero ospedaliero.

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