Entrare nel nuovo anno «molto carichi», con una componente di rischio sostenuta, per riposizionarsi in maniera più difensiva più tardi, verso l’estate, quando la gran parte delle vaccinazioni sarà stata completata. Giacomo Campora, amministratore delegato di Allianz spa, non ha dubbi: il 2021 va aggredito con un portafoglio sbilanciato sull’azionario. «Diciamo un portafoglio 60 e 40», sintetizza, «dove però la parte meno rischiosa è composta da obbligazioni tradizionali e non da quelle che circolano ora, paragonabili all’equity». Campora ha partecipato al programma Outlook2021 che ClassCNBC dedica all’anno che verrà (in onda da lunedì 21 su Sky507 e sul milanofinanza.it).

Domanda. Com’è cambiato il suo modo di guardare il mercato dopo la pandemia?

Risposta. Quello appena trascorso è stato un anno che spiazza. I mercati hanno assunto una dimensione che ricorda moltissimo la costruzione della bolla internet del 1995-2000, con pochi titoli-guida su cui si è scatenata l’azione degli investitori retail, che però vendono e comprano senza vere analisi di bilancio. Per questo tutta una serie di aziende che sono l’ossatura dell’economia reale hanno subito un impatto forte e ora pesano poco negli indici, che sono ponderati per capitalizzazione. In pratica, pochi titoli-guida tengono a galla l’intero mercato.

D. Sono i titoli Faang, quelli della tecnologia, a cui si sono aggiunti Tesla e le ultime ipo. I multipli sono esplosi. Continueranno a guidare le borse?

R. Su alcuni di questi non ho dubbi: Google, Apple e Amazon sono sul mercato da anni ed è possibile farne un’analisi basata su flussi di cassa, capacità di vendita e quote di mercato. Invece Zoom o Tesla sono titoli che, dal punto di vista del bilancio e della capacità di generare utili, rappresentano ancora più una speranza che una certezza. La borsa continuerà a premiare chi esprime crescita genuina ma anche chi interpreta come si evolverà il mondo, perché ormai è chiaro che, per esempio, si lavorerà più da remoto e si viaggerà di meno.

D. Una rotazione è già in atto

R. Sì ed è molto importante perché, se si prende un settore come il pharma, si vede che alla fine non ha ancora beneficiato in pieno della consapevolezza di quanto servano queste aziende. Eppure senza di loro non avremmo avuto il vaccino.

D. Le borse salgono anche perché l’enorme liquidità immessa dalle banche centrali non sembra trovare destinazioni alternative?

R. L’azione delle banche centrali sarà ancora il principale carburante delle borse, visto che non hanno intenzione di drenare la liquidità. Questo flusso continuerà a spingere tutto: al momento si muove tutto insieme e le dicotomia risk-on/risk-off o azionario/obbligazionario, non funzionano più. È tutto correlato.

D. La Cina è uscita per prima dalla crisi. Quanto spazio merita in portafoglio ?

R. È un mercato difficile, con un’alta componente speculativa, ma è anche vero che è fortemente sotto-rappresentato nei portafogli benché sia la seconda economia del mondo, oltre che un fortissimo catalizzatore di crescita.

D. È un’area che conosce bene. Le piace come investitore ?

R. Personalmente sono poco investito in Cina, ma aumenterò l’allocazione nel Paese ed eventualmente, con un po’ di diversificazione, anche nelle altre economie asiatiche. Tuttavia se guardiamo le prospettive di crescita gli Usa restano da preferire: sono l’unica economia mondiale veramente dinamica. In Europa c’è troppa Old Economy, dalle banche alle utility, ed è difficile trovare una leadership tecnologica. Negli Usa c’è più valore.

D. E l’Italia ?

R. Ha un enorme potenziale grazie anche all’ottima azione di questo governo in Europa. L’esecutivo ha una posizione europeista molto forte che ci ha fatto ottenere molte risorse. Ora è importante che questo denaro sia investito con intelligenza.

D. Intanto le famiglie accumulano liquidità in conto corrente. Fanno bene o si stanno danneggiando da sole?

R. Tenere i soldi sul conto corrente in questo momento è una scelta razionale. Di fatto i rendimenti del denaro sono negativi a breve anche in Italia. Quindi la garanzia di avere i soldi sul conto si somma alla serenità psicologica di evitare le oscillazioni di mercato. Bisogna riflettere prima di far investire le persone, perché le relazioni fra i privati e il denaro sono totalmente irrazionali, concentrano aspettative future e paure del passato. Quindi questo lavoro va fatto con grande professionalità perché i clienti si servono uno alla volta e non ce n’è uno uguale all’altro.

D. Come chiuderà l’anno di Allianz?

R. È stato un anno micidiale. La pressione sul fatturato e sui prezzi è stata enorme e noi abbiamo reinvestito tutto il beneficio che abbiamo tratto dalla mancata circolazione di marzo, aprile e maggio, ossia quasi 90 milioni di euro, in favore dei nostri clienti e dei nostri agenti. Per questo ne usciremo meno bene di quanto avremmo potuto e prevediamo ancora fortissima pressione sui costi per il prossimo anno. Il settore assicurativo non è stato il più danneggiato dalla crisi, ma non è stata una passeggiata di salute. (riproduzione riservata)

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