I nuovi rischi estremi per gli investitori: riscaldamento globale al primo posto, terrorismo fuori dalla classifica

Riscaldamento globale, collasso del commercio globale e cyber warfare: questo è il podio degli eventi rari che potrebbero avere il maggiore impatto sulla crescita economica globale e sui rendimenti degli asset secondo gli investitori. Lo rivela l’Extreme risks 2019 report and ranking del Thinking Ahead Institute (TAI) di Willis Towers Watson.

La classifica dei rischi estremi del 2019 ha visto salire al primo posto un tema di grandissima attualità: il riscaldamento globale, con la conseguente progressiva inabitabilità del nostro pianeta. Al secondo posto il potenziale collasso del commercio globale, spinto dall’aumento del protezionismo causato principalmente dagli sviluppi politici mondiali negli ultimi sei anni. Al terzo posto si trova il cyber warfare, una new entry assoluta che si posiziona ai vertici della classifica, dimostrando come, in un mondo sempre più connesso, sia aumentato anche il rischio dell’utilizzo di Internet come arma.

Tra le altre novità della classifica di quest’anno, rispetto all’ultima edizione del 2013: l’ingresso di nuovi rischi come il collasso della biodiversità e la dismissione della moneta legale, a favore di quella virtuale, e l’uscita di rischi “storici” come deflazione, crisi assicurativa e terrorismo. Cresce la preoccupazione per il fallimento delle infrastrutture, in salita di otto posizioni, e per il collasso del commercio globale e la crisi valutaria, che guadagnano tre posti. Scende invece la stagnazione, in calo di otto posti, e la scarsità di risorse, primo rischio ne 2013, ora in quarta posizione.

Gianmarco Tosti, Country Manager per l’Italia di Willis Towers Watson, ha detto: “Dalla classifica dei rischi estremi emerge un trend generale in cui i rischi finanziari perdono posizioni mentre i rischi estremi non finanziari diventano sempre più rilevanti. Il riscaldamento globale è diventato il rischio più temuto nella nostra analisi che abbina la probabilità che un fenomeno si verifichi all’importanza del suo impatto. Riteniamo che il mondo stia attraversando cambiamenti cruciali, sia ambientali sia politici, in grado di modificare gli equilibri di potere. Un mondo così complesso può generare conseguenze estreme difficili da immaginare quando si lavora con una modello distributivo dei rischi ’tradizionale’. Ciò significa che gli eventi estremi sono molto più probabili di quanto si pensasse in precedenza. Per muoversi in questo mondo complesso, suggeriamo che gli investitori adottino una mentalità aperta, evitino concentrazioni di rischi, siano attenti ai segnali di allarme e adattino costantemente la loro politica per essere pronti ad affrontare anche le congiunture negative”.

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