Tra dicembre 2018 e giugno 2019 lo stock totale di credito alle imprese è passato da 759 miliardi a 737 miliardi, riducendosi di altri 21 miliardi, pari al 2,8%. Questi i dati dell’ultimo rapporto pubblicato dalla Banca d’Italia per le economie regionali. Quindi come finanziarie le imprese e la catena dei fornitori in un periodo in cui i cordoni della borsa del credito bancario sono sempre più stretti? La risposta, stando ai dati, è nel factoring, lo strumento principe per la gestione dei crediti e delle fatture in bonis, che cresce ancora, in Italia, ma non solo. Grazie alle operazioni di cessione, infatti, le aziende possono incassare subito i propri crediti commerciali e ottimizzare la gestione del capitale circolante, anche attraverso anticipi, a costi competitivi rispetto ai finanziamenti bancari, senza rischiare di perdere liquidità causa ritardi dei pagamenti.
Per il factoring italiano, quindi, si parla di un altro anno di crescita: +8,09% a fine ottobre 2019, +7,12% la previsione per fine anno di Assifact, Associazione italiana per il factoring, diffusa a Londra in occasione della presentazione della ricerca sull’invoice fintech (si veda altro articolo in pagina). Il volume d’affari italiano, nel 2018, è stato di 247 miliardi di euro, pari al 14% del pil, in crescita dell’11,92% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente. Segno positivo anche per i crediti in essere (+2,43%) e per gli anticipi e corrispettivi pagati (+2,93%).
E il settore avanza in tutta Europa, con la Francia primo mercato. Mentre a livello globale il primato va alla Cina. In dettaglio, in Europa il factoring continua a crescere a ritmo sostenuto: +7% all’anno tra il 2010 e il 2018, con un risultato nel periodo trainato dalla Francia (+10%, primo mercato dopo il sorpasso al Regno Unito), dalla Germania (+8%) e dall’Italia (+7%). La Spagna, ultima nella classifica assoluta dei maggiori Paesi europei, è quella che tra il 2015 e il 2018 è cresciuta di più (+13%).
Al di fuori dell’Europa i principali player a livello globale sono gli Usa e la Cina, leader assoluta con 410 miliardi di euro di volume d’affari.
Le previsioni di crescita del turnover factoring, cioè il volume totale dei crediti ceduti, per il 2019 si attestano al +7,12%. Per il 2020 si stima una variazione positiva del 6,78%.
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