di Simona D’Alessio

Salto di qualità del welfare per i professionisti, «motore» di sviluppo della cultura previdenziale (chiarendo che i versamenti non sono «una tassa», bensì un «investimento sul futuro»), veicolo per elevare le competenze, individuare le opportunità da cogliere dei fondi Ue, nonché per favorire l’accesso al credito, attraverso accordi delle Casse con enti, fondazioni e istituti bancari per «garantire un portafoglio di strumenti finanziari agevolati per i propri iscritti». È l’orizzonte tracciato dal libro bianco sul welfare, illustrato a Roma, nel corso dell’iniziativa dell’Adepp (l’Associazione degli Enti pensionistici) nella quale è stato presentato dal presidente Alberto Oliveti l’VIII rapporto sulla previdenza privata (i cui contenuti erano stati anticipati ieri da ItaliaOggi); gli esiti del questionario cui hanno risposto 16 Casse su 20, un campione rappresentativo di «circa l’80% degli 1,6 milioni di associati», rimarcano l’ampia copertura sul fronte della salute, poiché 11 offrono un rimborso delle spese mediche totalmente auto-finanziato, 9 la Long term care in caso di non autosufficienza, 8 la copertura per infortunio.

Aiuto rilevante, poi, quello delle borse di lavoro, concepite, secondo quanto sottolineato dalla coordinatrice della commissione welfare dell’Adepp Tiziana Stallone, quali «incentivi economici finalizzati a svolgere attività professionale», utili a «stimolare l’autoimprenditorialità, attraverso la cessione agli iscritti di progetti «chiavi in mano». Gli enti», ha anticipato, «si stanno attivando per offrire borse lavoro riservate a persone in difficoltà, ad esempio alle neomamme e ai professionisti che hanno sofferto sensibili cali dei redditi».
Nel 2019, ha affermato il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon, potrebbero arrivare novità sul fondo di solidarietà intercategoriale (piano sostenuto dall’Adepp, da inserire in una cornice legislativa «ad hoc», si veda ItaliaOggi del 21 giugno 2018) e sul regolamento sugli investimenti delle Casse: «È fermo al ministero dell’economia dal 2011», l’emanazione «potrebbe servire», linea condivisa dal direttore generale per le politiche previdenziali ed assicurative del ministero di via Veneto Concetta Ferrari, convinta che un punto di riferimento normativo sia «necessario». Infine, il ministro della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno lancia l’idea del coinvolgimento di «professionisti e società» nella valutazione degli obiettivi di dipendenti e dirigenti della Pa. «So che ha un costo, ma voglio lottare per trovare le risorse», è stata la sua promessa.

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