I sottoscrittori di fondi stanno già beneficiando del calo dei costi Ma non è finita: nei prossimi sette anni le fee da pagare per i prodotti sia attivi sia passivi sono destinate a diminuire di un altro 20%, prevede Pwc
di Andrea Giacobino

La rivoluzione del settore dell’asset e wealth management è ormai in fase avanzata. È il punto di partenza di un recente report di Pwc su «Asset and wealth management revolution-Pressure on profitability». Anche se i costi sono cresciuti, non l’hanno fatto rapidamente come i ricavi. Tuttavia, le pressioni degli investitori e del quadro regolatorio e gli investimenti in nuove infrastrutture e nei talenti professionali potrebbero far accelerare la crescita dei costi. In questo contesto gli asset e i wealth manager stanno subendo già forti pressioni sui profitti in alcune aree geografiche, mentre in altre l’impatto si sentirà negli anni a venire.
Secondo l’analisi condotta da PwC sui bilanci annuali di 64 gruppi di asset management che hanno più di 40 trilioni di dollari di asset under management, il rapporto tra ricavi e masse gestite è diminuito del 9,8% tra il 2012 e il 2017. Allo stesso tempo il rapporto tra costi e masse è calato del 15,3% e ciò ha comportato un aumento del 15,9% dei margini operativi medi.

Tuttavia è importante notare che non tutti i gestori hanno registrato questo tasso di crescita. La crescita è stata circoscritta soprattutto alle società di gestione di grandi dimensioni e a numerosi gestori di nicchia. Questi dati sono la prova che nei prossimi anni avranno successo solo i player che sapranno davvero mettere in atto un processo di trasformazione e creare valore per gli investitori. PwC stima infatti che le fee incassate dalle società di gestione continueranno a diminuire fino al 2025. Questa tendenza sarà influenzata dall’aumento di prodotti a gestione passiva e di nuovi prodotti low cost come gli smart beta, oltre che dalla tendenza di investitori e regolatori a focalizzare l’attenzione sulle società di asset management che danno un reale valore aggiunto ai clienti, con nuovi modelli di commissioni, nell’ambito della gestione attiva, incentrati molto sulle prestazioni.
Secondo il report, sono quattro le strade che i gestori devono percorrere fin da subito per costruire un modello operativo target per proteggere o addirittura migliorare la profittabilità: articolazione del rapporto qualità/prezzo, chiaro posizionamento strategico, trasformazione tecnologica e battaglia per accaparrarsi i migliori talenti professionali.
Più in generale, dal momento che le preoccupazioni in materia di pricing sono sempre più reali, una rinnovata attenzione alla performance degli investimenti diventerà il punto-chiave delle politiche di vendita. Allo stesso tempo, la tecnologia sotto forma di consulenza automatizzata e il servizio ai clienti diventeranno fattori indispensabili.

Secondo PwC, il settore subirà un significativo consolidamento in alcuni mercati sviluppati e circa il 20% delle società attualmente esistenti verranno acquisite o eliminate. È vero che le masse attuali dell’industria, se rimarranno in vigore le condizioni attuali, aumenteranno fino a 145,4 trilioni di dollari entro il 2025. Ma la crescente pressione tariffaria, un numero sempre minore di canali di distribuzione e un focus sulla performance degli investimenti continueranno a essere dirompenti per i modelli di business attuali.
Nel 2017 c’è stato un altro record per l’industria del risparmio gestito internazionale. Le masse globali hanno raggiunto i 98,1 trilioni di dollari, con un aumento del 53,7% rispetto al 2012. Tuttavia nello stesso periodo il pool di ricavi complessivo è cresciuto solo del 38,5%, disallineando l’aumento di asset e di ricavi. PwC prevede che i ricavi per asset under management per i gestori tradizionali long-only scenderanno dallo 0,40% del 2017 allo 0,31% entro il 2025. Questa diminuzione deriverà dal calo delle fee sui fondi comuni. Le commissioni di gestione globali ponderate per gli asset diminuiranno di quasi il 20% entro il 2025, raggiungendo lo 0,36% a livello globale.
Il report stima che il calo delle commissioni sarà più ripido prima del 2021, ma poi si attenuerà non appena gli interessi degli investitori e quelli degli asset manager saranno più allineati. La ricerca di diversificazione da parte degli investitori e l’aumento dei rendimenti sosterrà la popolarità dei prodotti alternativi, ma PwC prevede che anche le commissioni di gestione medie diminuiranno – tra il 13,1 e il 16,4% – a seconda delle diverse asset class.
Le commissioni di gestione dei player attivi diminuiranno del 19,3%, raggiungendo lo 0,44% nel 2025. Tuttavia il ritmo sarà molto diverso a seconda delle aree geografiche. Il calo sarà più lento negli Stati Uniti, dove le commissioni sono già ai livelli più bassi a livello globale, e più rapido in Europa, dove le tariffe dei fondi comuni attivi dovrebbero scendere del 26% tra il 2017 e il 2025. Questo forte calo è legato alla direttiva Mifid 2 e al passaggio degli investitori ai prodotti a basso costo. Del resto si già visto l’effetto della regolamentazione sui prezzi nel Regno Unito, dove l’introduzione del Retail Distribution Review ha causato una riduzione delle commissioni di gestione attive del 25% tra il 2012 e il 2017.

E i fondi passivi? Continuano ad attraversare una fase di crescita, sostenuti dalle performance record del mercato azionario. Gli investitori istituzionali si stanno sempre più indirizzando verso i prodotti passivi perché offrono trasparenza e bassi costi. Tuttavia, in seguito alla concorrenza intensa e alle capacità di differenziazione minime nell’offerta degli operatori, PwC ritiene che entro il 2025 le commissioni di gestione su tutte le classi di fondi passivi diminuiranno del 20% o anche di più. Nel dettaglio, tra il 2017 e il 2025 le commissioni passive medie ponderate per il patrimonio globale scenderanno del 20,7% per raggiungere lo 0,12%. Dati i bassi margini dei prodotti passivi, le dimensioni di scala sono fondamentali in questo mercato e i grandi giocatori troveranno molto più facile operare in modo proattivo. E alla fine il prezzo rimarrà il principale fattore di differenziazione tra i prodotti passivi tradizionali.
In conclusione, PwC osserva che dallo scoppio della grande crisi finanziaria globale a oggi i regolatori hanno introdotto normative che impongono sempre di più ai gestori di fornire servizi a valore aggiunto ai clienti. Questi regolamenti, uniti alla maggiore trasparenza, hanno portato il Total Expense Ratio (Ter) a una flessione del 15,2% negli ultimi 5 anni: si tratta di un calo più rapido rispetto a quello subito nello stesso periodo dalle commissioni di gestione. PwC prevede perciò che, man mano che le commissioni di gestione continueranno la loro marcia verso il basso e gli investitori proseguiranno a muoversi verso prodotti a basso costo, i Ter diminuiranno di oltre il 22% per raggiungere lo 0,53% entro il 2025. (riproduzione riservata)

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