Con l’assemblea di aprile la compagnia passerà al sistema monistico, riducendo i consiglieri da 23 a 17. Un posto per Buffett in cda? Intanto per la presidenza spunta anche Fratta Pasini
di Anna Messia

Si scalda il clima per il rinnovo del consiglio di amministrazione di Cattolica Assicurazioni con l’inevitabile avvio del toto-nomine. E per la presidenza spunta il nome dell’attuale numero uno di Banco Bpm , Carlo Fratta Pasini, attuale presidente di Banco Bpm . All’appuntamento mancano ancora più di tre mesi, visto che i vertici di Cattolica arriveranno a scadenza ad aprile prossimo con l’approvazione del bilancio 2018, ma evidentemente quest’anno più di altri il confronto tra i soci della compagnia veronese rischia di accendersi, visti i profondi cambiamenti che si prospettano all’orizzonte. Cattolica è l’unica cooperativa assicurativa quotata in Borsa ma l’hanno scorso la società, fondata nel 1896, ha deciso di rimettere mano con decisione alla governance, facendo spazio ai soci di capitale.

Un riassetto che partirà appunto con il nuovo anno, e che è stato deciso in concomitanza con l’ingresso nel capitale di Cattolica di Warren Buffett, che a fine 2017 tramite il suo colosso, Berkshire Hathaway, è diventato il primo azionista della compagnia, rilevando il 9,05% del capitale. Così ad aprile, senza rinunciare al voto capitario, la società adotterà un sistema monistico con l’intenzione di consentire una gestione più snella, ma senza la trasformazione in spa, che avrebbe potuto renderla una facile preda nell’attuale contesto di mercato.
Il collegio sindacale sarà di conseguenza eliminato, dando più poteri al consiglio di amministrazione, che verrà ridotto da 23 a 17 membri, da rinnovare ogni tre anni, per dare maggiore stabilità alla politica e alla gestione dell’azienda. Una bella rivoluzione e un posto in consiglio potrà averlo di diritto anche l’oracolo di Omaha che però, finora, non ha chiesto l’iscrizione nel libro soci della compagnia, indispensabile per aprire le porte dell’assemblea e del consiglio. Si vedrà. Da qui ad aprile, del resto, c’è ancora tempo ma sono già iniziate a circolare voci su possibili candidati a salire al vertice, in particolare alla presidenza, dove Paolo Bedoni siede da 16 anni.

Dopo l’arrivo di Alberto Minali al timone della compagnia come amministratore delegato, tante cose sono cambiate con l’avvio del nuovo piano industriale che punta a 400 milioni di utile operativo entro il 2020 e l’avvio della joint venture con BancoBpm, su cui la compagnia ha investito più di 850 milioni. È stato lo stesso Bedoni ad affidare il timone della compagnia all’ex direttore di Generali Assicurazioni , ma si dice che oggi i rapporti tra i due non siano più idilliaci come in partenza. A metà dell’anno scorso c’è stata poi un’indagine aperta su Cattolica per questioni fiscali che ha portato alle dimissioni dell’ex direttore amministrativo della compagnia.

Niente che possa mettere in discussione il ruolo del presidente Bedoni, che continua ad avere un forte sostegno del territorio, come è costantemente avvenuto negli ultimi anni. L’unica lista storicamente contrapposta a quella del cda, quella presentata da Michele Giangrande, non è riuscita ad avere un posto nel consiglio di Cattolica. Ora i giochi si riaprono e lo scenario appare fluido con un candidato di primo piano che potrebbe ambire alla presidenza della compagnia e che tra l’altro – con l’attuale add – sembra avere un ottimo feeling. Si vedrà.
La salita alla presidenza di Cattolica di Fratta Pasini potrebbe avere tra l’altro l’effetto di stringere ancora di più la relazione tra la compagnia e Banco Bpm . Nei giorni scorsi era circolate addirittura le voci di una possibile integrazione tra la compagnia di Verona e Banco Bpm , con l’obiettivo di creare un agglomerato bancassicurativo unico con una forte presenza in Veneto. Operazione che appare oggi irrealizzabile, ma il passaggio di Fratta Pasini in Cattolica potrebbe rafforzare l’asse. (riproduzione riservata)

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