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Il 2018 è stato l’anno del lancio del nuovo IAssicur DBI, l’innovativo gestionale pensato “su misura” per Broker, Agenzie e Compagnie di Assicurazione.

Durante questi mesi, sono state presentate alcune tra le più significative funzionalità del nuovo software: dal CRM alle dashboard, passando per il workflow, IAssicur DBI permette un vero e proprio salto qualitativo nella gestione aziendale.

Come Diagramma, la software house che ha sviluppato IAssicur, sia arrivata a questo traguardo è una faccenda che risale ai primi anni ottanta, ovvero quando nacque l’utilizzo “moderno” dell’Intelligenza Artificiale.

Con il termine Intelligenza Artificiale (IA) intendiamo, banalmente, la disciplina che deriva dall’informatica (e dalla filosofia) che studia, implementa e progetta sistemi hardware e software con capacità simili a quelle dell’uomo.

Essendo i nostri sensi (e la nostra capacità di calcolo e ragionamento) limitati per natura, l’uomo ha da sempre cercato di trovare e costruire tecnologie (dalla ruota a Google, poco cambia) atte a migliorare la qualità della propria vita: dalle ferrovie a Wikipedia, passando per la creazione degli ultimi videogiochi di realtà virtuale, l’evoluzione uomo-macchina sembra decisamente inarrestabile.

Nel campo dell’Intelligenza Artificiale applicata (da qui il claim che accompagna da sempre il marchio), Diagramma si muove in questa direzione dal 1982 – anno della sua nascita: chatbot, sistemi di compressione dati, crittografia, tecnologie web, computer grafica, motori di ricerca a base semantica, riconoscimento visivo e vocale, help desk automatici, sono solo alcune delle aree di applicazione a cui Diagramma, quando ancora pochi sapevano di cosa si stesse parlando, si è dedicata.

Su queste stesse pagine, alcuni forse ricorderanno (diciamo i meno giovanissimi), è apparso un ciclo di articoli dedicati proprio a questi argomenti a partire da febbraio 1994: rileggendo quegli articoli, viene naturale apprezzarne il contenuto “profetico”. Tra la prima versione di IAssicur e quella attuale, sono passati dunque più di trent’anni.

Anni di continua ricerca sull’IA e di sviluppo tecnologico – interno ed esterno: se fino a poco tempo fa era impensabile avere un gestionale indipendente dal data base, ora si può; se l’altro ieri la business intelligence e il CRM erano prerogativa di aziende come Google e Amazon, oggi sono ordinaria amministrazione.

Parafrasando Abraham Lincoln, visto che prevedere il futuro è meno difficile se si prova a partecipare alla sua creazione, cerchiamo di ipotizzare le tre principali novità tecnologiche che ci potrebbe portare il biennio 2019-2020.

Indovinarne almeno due su tre è la nostra scommessa, con relativo appuntamento di verifica intermedia tra dodici mesi. Innanzitutto, dopo molte false partenze, ci aspettiamo che i prossimi mesi vedranno apparire un utilizzo estensivo della Firma Elettronica e, di conseguenza, dei progressivi processi di dematerializzazione ad essa collegati. L

a parola chiave del nuovo anno sembra essere digitalizzazione: nel 2019, i documenti verranno archiviati digitalmente, consentendo più fluidità nei meccanismi di conservazione e maggiore spazio libero negli uffici di ogni azienda; la Firma Digitale sostituirà a pieno titolo (o quasi) quella manuale, snellendo e velocizzando tutti i processi di firma coinvolti nella gestione documentale; last but not least, la Fatturazione Elettronica proseguirà ulteriormente in questa direzione, coronando così l’impianto di digitalizzazione del futuro.

La seconda novità sarà il significativo successo di almeno una nuova iniziativa imprenditoriale basata sulla vendita di prodotti assicurativi, permessa da un utilizzo intensivo di strumenti di Intelligenza Artificiale: analisi dei clienti, nuove opportunità di vendita, cross-selling e up-selling, chiusure di deal particolarmente strategici, sono solo alcune delle aree in cui l’intervento dell’IA parrebbe indispensabile.

Parola d’ordine di questa seconda “profezia” può essere definita con il concetto di anticipazione dei bisogni: al di là di fornire una maggiore granularità complessiva all’intero settore, l’idea principe è quella di suggerire le strategie di marketing più efficaci.

Nei prossimi mesi, la chiusura delle trattative, il contatto clienti (potenziali e acquisiti), la modulistica ad hoc, le graduatorie “reali” di business e prospect, ecc., saranno a portata di tutti gli operatori del settore grazie all’applicazione delle più avanzate forme di Business (Artificial) Intelligence.

La terza novità sarà l’adozione da parte di molte aziende di un nuovo modello organizzativo basato sull’utilizzo operativo quotidiano dei Workflow e delle Dashboard: parola d’ordine completo controllo (attivo e passivo) di qualsiasi aspetto aziendale.

Sebbene il concetto di pannello di controllo sul quale evidenziare i più importanti indicatori aziendali non è certamente nuovo, il radicale incremento della potenza di calcolo a disposizione da una parte e l’aumento di intelligenza generale dei software dall’altra, permetteranno una vera e propria rivoluzione qualitativa in termini di gestione delle attività da svolgere (Task To Do).

Tramite le dashboard evolute, sarà possibile ottenere dati e indici (anche molto complessi) praticamente in tempo reale, ma non solo: l’apparire della Business Intelligence consentirà non solo di fotografare il dato – e di confrontarlo col passato – ma anche di fare vere e proprie proiezioni sul futuro ed elaborarle in termini di supporto alle decisioni.

Il workflow invece, pur non essendo un concetto nuovo – quantomeno nella sua connotazione “procedurale” – grazie alla IA e al cambiamento di natura “culturale” ormai in atto, permetterà da un lato di scandire il ritmo con cui vengono eseguite tutte le attività (al pari di un direttore d’orchestra, coordinerà tutti gli strumenti a disposizione), dall’altro si porrà in modo attivo rispetto al processo gestendo autonomamente molte delle attività del processo stesso – o di predisporre buona parte del lavoro che l’essere umano dovrebbe smaltire, ma che in questo modo è solo tenuto a controllare.