A due mesi di distanza dal perfezionamento dell’acquisizione di XL, la nuova unit adotterà le politiche di responsabilità aziendale del Gruppo AXA. In particolare, l’adozione di misure destinate alla lotta ai cambiamenti climatici comporterà per la divisione XL la cessione di ogni tipo di investimento nel business del carbone e delle sabbie bituminose, con relativo stop alla sottoscrizione di contratti assicurativi connessi.

Nel corso del 2019 saranno inoltre dismessi gli investimenti già effettuati in queste tipologie di attività che oggi ammontano a circa 600 milioni di euro.

Si stima che la strategia di contrasto al climate change avrà un impatto negativo di circa 100 milioni di euro sui ricavi di AXA XL, quasi interamente scontati nell’esercizio 2020. Si tratta indubbiamente di un sacco di soldi “ma considerando le entrate globali di AXA, la dismissione in questo ambito di mercato dovrebbe essere assorbita dalla crescita delle attività complessive”, ha detto Jad Ariss, responsabile di AXA dell’area affari pubblici e corporate responsibility.

XL si asterrà inoltre da ogni tipo di investimento in attività legate all’industria del tabacco e in asset connessi alle armi chimiche e biologiche, alle cluster bombs o alle mine antiuomo, ha aggiunto.

Già nel 2015 AXA aveva compiuto dei passi rilevanti per limitare i suoi investimenti nel comparto del carbone, ma nel 2017 aveva ufficialmente comunicato che sarebbe uscita dal business del carbone, con disinvestimenti per 2,4 miliardi di euro e da quello legato allo sfruttamento delle sabbie bituminose (616 milioni di euro).

Attualmente i cambiamenti climatici producono ogni anno danni per circa 300 miliardi di euro e negli ultimi 30 anni il gap di protezione tra danni e coperture assicurative è cresciuto da 20 a 100 miliardi di euro.