di Anna Messia

I fondi pensione negoziali sono finalmente pronti a investire in economia reale. Un progetto aperto da anni che dopo un lungo periodo di confronto sta ora prendendo forma, assicura Giovanni Maggi, presidente di Assofondipensione, con otto fondi che hanno già dato adesione all’iniziativa. L’argomento sarà tra i punti cardine della prossima assemblea annuale dell’associazione che si terrà a Roma l’11 dicembre.

I dati del settore sono positivi: i fondi pensione negoziali continuano a crescere e hanno raggiunto oggi un patrimonio di 51,5 miliardi, con quasi 3 milioni di soci. Assofondipensione è pronta a partire con nuove iniziative per favorire un rilancio delle adesioni, anche se ci vorrebbe un intervento di tipo istituzionale per favorirne una seconda ondata, come era stato nel 2007 con il trasferimento dei tfr nei fondi con la formula del silenzio assenso. «Abbiamo elaborato un “progetto per le adesioni” volto a programmare e coordinare iniziative di educazione finanziaria, utilizzando anche la dimensione territoriale e di categoria delle parti sociali e i punti di contatto dei patronati e dei Caf sparsi su tutto il territorio italiano per far comprendere ai lavoratori i vantaggi di aderire a forme di previdenza complementare».

L’altro nodo aperto è quello fiscale, con il ddl di Bilancio 2019 che ha praticamente ignorato i fondi pensione negoziali, aumentando invece le detrazioni per le casse previdenziali che investono in economia reale. «Anche per il nostro settore le agevolazioni fiscali sarebbero molto utili con i fondi negoziali che sono pronti a sostenere l’economia reale. Alcuni stanno già investendo in nuove asset class», conclude Maggi, «ma stiamo anche lavorando a un’iniziativa coordinata, un progetto di sistema, che ha già raccolto l’adesione di otto fondi, tra cui Prevedi (il fondi degli edili, ndr), Arco (il fondo del legno, ndr) e Concreto (il fondo dell’industria del cemento)». L’obiettivo è raccogliere 500 milioni di euro che potranno poi essere investiti a supporto delle piccole e medie imprese. L’advisor per avviare il progetto sarà individuato nei prossimi mesi e sarà utile anche per capire «che forma dare alla nostra iniziativa», conclude Maggi, con tre opzioni aperte oggi sul tavolo: «Il fondo di fondi, l’investimento in fondi chiusi oppure il mandato di gestione». (riproduzione riservata)

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