Le assicurazioni scelgono il gestore per investire nelle infrastrutture italiane. In gara Macquarie, Dws e Dif (socio di Autostrade). L’obiettivo è partire nel primo trimestre dell’anno prossimo
di Anna Messia

L’obiettivo è lanciare il fondo nel primo trimestre dell’anno prossimo e si parte da un patrimonio di 500 milioni per arrivare, in prospettiva, a un investimento complessivo di 1 miliardo. L’Ania, l’associazione che rappresenta le compagnie di assicurazione italiane, è pronta a scendere in campo per sostenere l’economia nazionale investendo in particolare nelle infrastrutture del Paese. A dare la tempistica nei giorni scorsi è stata la stessa presidente dell’Ania, Maria Bianca Farina, che ha annunciato «l’interesse a partire il prima possibile», dando come riferimento l’inizio del nuovo anno. La gara per selezionare il gestore cui sarà affidato il fondo è entrata del resto nel vivo. «Abbiamo lanciato un Rfb (acronimo di Riquest For Bid, ovvero la gara, ndr) per individuare il gestore», ha aggiunto Farina. «Hanno risposto in molti e siamo ora nella fase di selezione». Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il bando è scaduto lo scorso 3 dicembre e ora l’associazione sta vagliando le diverse opzioni. Tra le società contattate ci sarebbero i principali gruppi di gestione internazionali, da BlackRock a Dws (del gruppo Deutsche Bank ), passando per Ubs e Macquarie, oltre a Dif, il fondo che in Italia detiene già più del 5% di Autostrade per l’Italia. Non tutti però sarebbero arrivati alla fase finale. A decidere di fare un passo indietro sarebbe stata per esempio Ubs.

Si vedrà. Di certo le prospettive che si aprono con questo progetto coordinato da Ania sono interessanti. «Le compagnie sono pronte a investire risorse per finanziarie l’economia reale e in particolare quella italiana, nell’interesse del clienti e del Paese», ha sottolineato in più occasioni Farina. L’idea è appunto quella di costituire un fondo nel quale possano essere convogliate le risorse delle compagnie di assicurazione che decideranno di aderire all’iniziativa e «quando saremo pronti apriremo il progetto anche alle casse previdenziali e ai fondi pensione», aveva aggiunto Farina, «ma anche alla Cassa Depositi e Prestiti e a tutti gli altri stakeholders che possono essere funzionali al piano».

I numeri parlano da soli. Con la riallocazione di appena il 2% delle riserve del settore assicurativo si potrebbero mettere a disposizione del Paese circa 15 miliardi. «Per quanto riguarda l’investimento iniziale, al momento non abbiamo una cifra precisa ma c’è un forte commitment da parte degli assicuratori», aveva detto Farina. «Partiremo in modo graduale ma sicuramente il fondo è destinato ad avere un investimento consistente». La soglia iniziale, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, sarebbe stata individuata appunto in 500 milioni di euro, con l’obiettivo di raddoppiare l’intervento nel giro di qualche anno. Per quanto riguarda la tipologia d’investimento, le compagnie si starebbero poi orientando verso un fondo di tipo equity, preferendolo a un fondo di debito. Del resto nel settore assicurativo c’è già chi si è già mosso da solo per la creazione di un fondo di debito nelle infrastrutture. A marzo scorso il gruppo Generali ha annunciato il lancio di una nuova piattaforma, Generali Investment Partners, per investire sul debito infrastrutturale per clienti sia interni sia esterni, con l’obiettivo di arrivare a 2,5 miliardi di asset gestiti nei prossimi 5 anni, cui si aggiunge 1 miliardo di asset provenienti dalla stessa compagnia. (riproduzione riservata)

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