Poste chiude la partita Anima . Un capitolo a lungo rinviato e portato a compimento prima della fine dell’anno, in attesa che l’amministratore delegato Matteo Del Fante presenti, nei primi mesi del 2018, il nuovo piano industriale. Un piano che evidenzia la sterzata verso le attività finanziarie per la società pubblica quotata, le cui masse hanno superato i 500 miliardi. Obiettivo fondamentale del prossimo business plan è infatti bloccare i deflussi dal risparmio postale, e allo stesso tempo crescere nelle assicurazioni Danni e nei servizi di pagamento. Il nuovo accordo vincolante sul risparmio gestito prevede la scissione parziale, in favore di Anima Sgr, della gestione degli asset sottostanti le polizze Vita di Ramo I per oltre 70 miliardi di euro dei quali oggi è titolare BancoPosta Fondi Sgr. La contropartita per Poste sono azioni di Anima Sgr di nuova emissione che saranno acquistate simultaneamente da Anima Holding per 120 milioni. Un buyback finanziato con nuovo debito.

Sono questi i termini del memorandum d’intesa siglato giovedì in tarda serata per rafforzare il sodalizio e la collaborazione tra le due società avviate a luglio del 2015, due mesi dopo l’operazione con la quale il gruppo postale acquisì il 10,3% della società guidata da Marco Carreri, per 215 milioni. Ora la partnership viene rivista ed estesa con una durata di 15 anni dal closing. L’obiettivo, allora come oggi, è fare di Anima il sostegno dello sviluppo di prodotti di risparmio gestito quanto più adatti alla clientela di Poste. Rispetto alle attese e a quanto ipotizzato nel corso degli ultimi dodici mesi, non si è invece concretizzato il conferimento di BancoPosta Fondi Sgr in Anima Sgr, che avrebbe dovuto essere il fulcro di tutta l’operazione. La manovra avrebbe dovuto aver luogo tramite un aumento di capitale, che avrebbe consentito alla controllata di Cdp di salire fino a un massimo del 25% di Anima , superando quindi Banco Bpm che, stando agli ultimi dati Consob, detiene oggi il 14,67% del capitale (tra gli altri soci spiccano Wellington al 5,03% e Aviva al 4,87%). Al contrario, manterrà il 100% di Banco Posta Fondi «con l’obiettivo di farne un centro di competenze nella gestione degli investimenti finanziari» per tutto il gruppo. (riproduzione riservata)
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