E se il software fosse stato hackerato per danneggiarvi?
di da Berlino Roberto Giardina

Castigo senza delitto è un racconto breve di Ray Bradbury, da cui il regista Fabio Piccioni trasse un telefilm con Arnoldo Foà e Valeria Ciangottini (1981). Un uomo abbandonato dalla moglie si fa costruire un robot uguale alla traditrice e lo uccide. O la uccide? Viene condannato a morte per uxoricidio anche se la donna è viva e lo viene a trovare in carcere.

Quel che conta è l’atto, non la vittima reale o artificiale. Una storia di fantascienza di mezzo secolo fa, ma oggi il codice dovrebbe essere modificato a causa delle invenzioni che hanno cambiato la nostra vita quotidiana. Chi è il responsabile, se il robot è il colpevole, e non la vittima?, si è chiesto l’avvocato di Francoforte Udo Kornmeier, sulla Frankfurter Allgemeine.

Le auto di domani si muoveranno senza obbligarci a stare al volante, si guidano da sole, evitando altre vetture e pedoni, ci conducono a destinazione, e si trovano il parcheggio. Bene, ma in alcune situazioni tocca all’auto prendere una decisione e scegliere: eviterà di danneggiare la costosa Ferrari che le taglia la strada, finendo per ferire un passante? Ne risponde il proprietario o il costruttore? Un caso ipotetico come il delitto di Bradbury. Ma già oggi possono avvenire incidenti banali ma con costose conseguenze.

Due tedeschi su tre, secondo i sondaggi, desidererebbero vivere in una casa totalmente automatizzata. Sono in vacanza in Patagonia? Possono ordinare l’ora esatta in cui accendere il riscaldamento in previsione del loro ritorno. Oppure, più modestamente, andare a letto e programmare con il timer, il minuto esatto in cui far partire la caffettiera e trovarsi il cappuccino caldo al risveglio. È il sistema usato dai miei amici a Gerusalemme o a Tel Aviv al sabato per non violare il precetto che vieta di usare macchine e premere bottoni.

Ma che accade, si chiede il Doktor Kornmeier se il tagliaerba automatico che vi tosa il prato mentre guardate la partita a Tv amokläuft? Cioè impazzisce e corre all’impazzata magari ferendo il cane di razza dei vicini? «La casa del futuro sa tutto», ha detto l’avvocato, «e lavora per voi, chiude o alza le serrande, e perfino controlla le provviste in frigorifero. Avete latte a sufficienza per la colazione? Prevede gli incidenti, si accorge se siete rimasti bloccati in garage, o se avviene un cortocircuito. Tutto viene programmato e controllato elettronicamente, ma c’è la possibilità che venga hackerata la vostra password».

Un vicino maligno, il collega d’ufficio geloso, vi può mandare in tilt il cervello che controlla casa vostra. Vi accende lo scaldabagno e allo stesso tempo vi chiude l’acqua. Come fare a provare che non siete responsabili dei danni? Non sono domande ipotetiche, incidenti, o sabotaggi del genere, sono già avvenuti. Il sistema è controllato dal vostro cellulare o dal laptop, ma i dati possono venire rubati mentre siete in metropolitana, o in albergo all’estero. Come risalire al colpevole?

Anche se il padrone di casa può dimostrare di non essere il responsabile degli ordini errati, come per le carte di credito è responsabile se non ha tutelato i suoi dati, ed essere condannato per trascuratezza. E in questo caso l’assicurazione non ne risponde. «È difficile risalire agli hacker», ha spiegato Kornmeier, «non si può dare sempre la colpa ai russi e a Putin. Scherzi a parte, il problema è serio. Per sicurezza i dati del sistema automatico, come le chiavi di casa, possono essere affidati a un vicino o a un amico per sicurezza durante la nostra assenza. In questo caso sarà lui il responsabile degli inconvenienti? E il sistema può impazzire anche per un difetto di costruzione». I giuristi e i legislatori avranno da lavorare nei prossimi anni. Bradbury aveva previsto il futuro: saremo castigati senza colpa?

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