di Luca Gualtieri
Le diplomazie sono già al lavoro tra Modena e Bologna. Ad aprile scadrà infatti il consiglio di amministrazione di Bper Banca , la ex popolare partecipata con una quota vicina al 10% dal gruppo Unipol . L’intento degli attuali vertici dell’istituto è arrivare a un’intesa con l’azionista forte per porre le basi delle strategie future. Un’intesa che potrebbe passare attraverso la presentazione di una lista di larghe intese, condivisa non solo da Unipol , ma anche dalle fondazioni e dal nocciolino di imprenditori locali che negli ultimi anni ha messo insieme quasi il 5%.

Il tema più caldo in queste ultime settimane dell’anno sarebbe quello della presidenza. Gli amministratori di Bper sarebbero favorevoli a una conferma di Luigi Odorici, l’ex amministratore delegato passato l’anno scorso al vertice della banca. Nella compagine sociale circolano però altre ipotesi. Alcune fondazioni avrebbero infatti sponsorizzato la candidatura del commercialista modenese Carlo Corradini, ex consigliere delegato di Banca Imi e consigliere di Intesa Sanpaolo . Un nome, dunque, non solo gradito ai poteri locali (sembra che sia molto apprezzato dal sindaco piddino di Modena, Gian Carlo Muzzarelli), ma anche vicino all’entourage bazoliano se è vero che nel 2015 era tra i favoriti per la presidenza della Ca’ de Sass. La partita, seguita personalmente dal vicepresidente di Bper Ettore Caselli, è in corso e l’obiettivo della banca è convergere su un nome che unisca i grandi azionisti. A partire proprio dalle fondazioni che rappresentano uno degli elementi di stabilità della governance di Bper . Oltre alle piccole Cr Provincia dell’Aquila, Banca del Monte di Foggia, Cr Bra e Cr Vignola, la parte del leone spetta all’ente Banco di Sardegna . La fondazione cagliaritana potrebbe oltretutto incrementare la propria partecipazione nel caso in cui andasse in porto l’ipotesi di swap tra le azioni delle controllata e quelle della capogruppo. Meno significativa, ma comunque determinante, è anche la quota detenuta dagli imprenditori riuniti attorno al ravennate Giorgio Pulazza. La loro associazione, infatti, ha dato vita a un patto sul 4,6% del capitale di Bper in vista dell’assemblea dell’aprile scorso.

L’attore più importante, però, resta Unipol che oggi detiene una quota vicina al 10%, alimentando suggestivi scenari sul futuro di Bper . Ufficialmente l’amministratore delegato Carlo Cimbri non ha ancora fornito indicazioni sul futuro della partecipazione. Molti analisti ritengono però che la quota possa avere una forte valenza industriale. Concluso il processo di derisking attraverso la scissione dei bad loan, potrebbe infatti partire il processo di valorizzazione di Unipol Banca. La controllata potrebbe finire nell’orbita di un gruppo come Bper che, dopo l’acquisizione della piccola Cassa di risparmio di Ferrara, non ha smesso di pensare alle opportunità di m&a. In uno scenario di questo genere l’assemblea della prossima primavera costituirà uno snodo fondamentale per cementare l’alleanza dei due gruppi e porre le premesse degli sviluppi futuri. Sarebbe questa la trama alla quale si sta lavorando in queste ultime settimane dell’anno. Per il momento il lavoro diplomatico è ancora in corso e bisognerà aspettare i primi mesi del 2018 per conoscerne l’esito. (riproduzione riservata)
Fonte: logo_mf