di Nicola Caroiselli
Gli anni di incertezza hanno forgiato gli italiani, che hanno ripreso a pensare positivamente. Il cambiamento è accettato più facilmente e in questo la tecnologia ha un ruolo chiave. L’innovazione sta aprendo le porte a una sempre più diffusa domanda di supporto al cambiamento degli italiani per gestirlo attivamente. È la fotografia scattata dall’ultima ricerca Axa Italia condotta da Episteme: Tra Volatilità e Connessione: le nuove Frontiere dell’Innovazione per la Protezione, presentata ieri dal gruppo a Milano in occasione dell’Italian Axa Forum 2017. Come dimostrano i dati, dal 2013 a oggi la paura del futuro, tra 18 e 74 anni, si è ridotto dall’82 al 77%, sottolineando quindi un’attenuazione del senso di rischio in accezione puramente negativa. Ciò detto, il cambiamento va considerato anche come volatilità: un italiano su tre dichiara di aver subito nell’ultimo anno almeno un evento improvviso e imprevedibile nella sfera economico-lavorativa, la salute, la vita affettiva e l’abitazione, mentre 2 su 3 dichiarano di sentirsi esposti a eventi imprevedibili nella quotidianità, quindi su abitazione (42%), reddito (39%), salute (37%) e lavoro (35%). Quindi gli italiani sono ancora preoccupati ma molto meno di prima.

L’innovazione è una delle risposte a questa nuova volatilità della vita che comporta, moltiplicarsi i rischi ma anche emergere due scenari: la possibilità di prevenire e gestire il rischio e l’aspettativa che la tecnologia renda più sostenibili lo stile di vita e i consumi. Le compagnie assicurative si ritagliano un ruolo da protagoniste in questo cambiamento. Il 47% degli intervistati, infatti, si è detto interessato a una consulenza assicurativa sulla gestione del cambiamento in grado di accompagnarli nelle fasi decisive della vita. E quindi accanto alle esigenze tradizionali (prevenzione, servizi online e prodotti flessibili si attestano a circa l’80% delle preferenze), emerge con forza l’interesse per nuovi servizi. In più, ha sottolineato Patrick Cohen, ceo di Axa Italia, nel suo intervento, «il 66% degli italiani cambierebbe la propria compagnia per una che offre servizi più innovativi». Quindi proprio il passaggio a una gestione attiva del cambiamento chiama in causa le assicurazioni, sempre più percepite, soprattutto dai giovani (da 18 a 24 e da 25 a 34 anni), come consulenti per gestire il cambiamento. Un ruolo che vede emergere, accanto a esigenze più tradizionali e ben codificate, un interesse per servizi più innovativi e basati su tecnologie d’avanguardia.

Prendono così forma servizi che garantiscono una migliore prevenzione e migliori cure via web, invece dei rimborsi per spese mediche (74,4%); una gestione completa della non autosufficienza che apre frontiere come quelle dei robot badanti (71,3%); l’indennizzo automatico dai danni provocati da agenti atmosferici (71%); il rimborso automatico, per esempio, per un ritardo di un aereo rilevato automaticamente (70,1%); dispositivi per il controllo della salute (63,5%). Insomma la connessione diventa la strada principale verso l’innovazione in campo assicurativo. Ma la tecnologia in genere porta in sé i rischi, le minacce alla cyber security. Per dirla con il presidente di Episteme, Monica Fabris, «gli italiani sposano l’innovazione radicale, cercando chi sappia sostenerli nel governare la nuova realtà, in cui si moltiplicano rischi e nascono nuovi bisogni». Si pensi alla sharing economy. A fronte di un 56% di italiani che ne utilizzerebbe i servizi (+11% rispetto al 2016), quasi metà dei rispondenti si sentirebbe più tranquilla se tutelata da un’assicurazione. (riproduzione riservata)
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