di Paola Valentini
Dopo l’accordo siglato il 12 dicembre tra Unicredit e i francesi di Amundi per la vendita di Pioneer, la fetta del risparmio gestito in mano a gruppi stranieri è salita al 33%. E nessuno ha avuto da ridire. Eppure il risparmio è la principale risorsa dell’Italia e difenderlo è una priorità. Con 4 mila miliardi di euro, le famiglie italiane detengono una delle ricchezze finanziarie maggiori al mondo e le masse che fanno capo al risparmio gestito sono arrivate al record di 1.864 miliardi. Logico che ai grandi gruppi esteri di asset management faccia gola il mercato italiano. Non a caso un colosso come Amundi ha speso oltre 3,5 miliardi per comprare Pioneer dalla banca guidata dall’ad Jean-Pierre Mustier. L’operazione ha permesso alla società francese di salire dall’11° all’8° posto nella classifica dei maggiori asset manager al mondo grazie a masse che unendo le due entità (oltre mille miliardi Amundi e 222 miliardi Pioneer ci cui 145 in Italia) superano i 1.200 miliardi. Ma è soprattutto in Italia che Amundi fa il salto di scala passando dalla nona alla terza posizione con masse per 189 miliardi e una quota di mercato del 10%, alle spalle di Intesa Sanpaolo (366 miliardi di cui 279 miliardi di Eurizon Capital e 87 miliardi di Banca Fideuram) e del gruppo Generali (465 miliardi). Insieme alle masse sono passati sotto l’ombrello dei francesi anche i titoli di Stato italiani che Pioneer ha in pancia. E si parla di diverse decine di miliardi di euro. Che oggi godono dell’ombrello di protezione della Bce, ma quando finirà il sostegno di Mario Draghi, la speculazione potrebbe tornare a colpirli come nel 2011. Per questo motivo è importante la creazione di un campione del risparmio tutto italiano. Come Poste-Anima che erano anch’esse in corsa, con Cdp, per Pioneer, ma alla fine Unicredit ha deciso di dare l’esclusiva ai francesi. Sfumato l’affare, ora le due società, legate da poco più di un anno da un accordo commerciale che ha visto anche l’ingresso di Poste nel capitale di Anima , hanno ribadito di essere pronte a nuove mosse per crescere nel settore del risparmio gestito. Che, non è un mistero, rappresenta uno dei pilastri del piano industriale del gruppo guidato dall’ad Francesco Caio. E ben presto quindi Poste e Anima potrebbero diventare più grandi di quanto è oggi Amundi-Pioneer.
Il che anche dal punto di vista della borsa rende i titoli interessanti dato che sia Anima sia le Poste sono quotate a Piazza Affari. E’ quanto afferma Mediobanca Securities a proposito di Anima , società guidata dall’ad e dg Marco Carreri. Il broker, in una nota pubblicata il 13 dicembre, ha confermato il giudizio outperform e il prezzo obiettivo a 6 euro, delineando un 2017 all’insegna delle operazioni straordinarie per la società. Anche Banca Imi, in un’analisi del 15 dicembre, nella quale conferma il buy dando un target price di 5,8 euro, afferma che l’m&a rappresenterà nei prossimi mesi un elemento di appeal per il titolo Anima . E la prima mossa è già pianificata. Il 5 dicembre scorso, quando Unicredit ha dato l’esclusiva ad Amundi, Poste ha comunicato come intende rafforzare l’alleanza con Anima avviata nel maggio del 2015 con l’acquisizione del 10% che ha portato ad un accordo di distribuzione attivo dal settembre del 2015 e allo sviluppo di una gamma di fondi. Entro la prima metà del 2017, Poste conferirà ad Anima la controllata del risparmio gestito del gruppo BancoPosta Fondi Sgr. A seguito di tale operazione, il gruppo guidato da Caio aumenterà la sua quota in Anima dall’attuale 10,3% al 24,9% diventando così l’azionista di riferimento di un campione nazionale dell’industria con circa 145 miliardi di masse e una quota del 7,8%, che salirebbe al quarto posto proprio dietro Amundi-Pioneer (tabella in pagina). Banco Posta Fondi ha 74 miliardi di masse e un utile netto 2015 di 20 milioni. Dal canto suo Anima ha un patrimonio di 71 miliardi (con un utile netto 2015 di 127 milioni). «Con il rafforzamento della presenza nel capitale di Anima », ha commentato Caio presentando l’operazione, «Poste Italiane mette le basi per la creazione di un campione nazionale con masse gestite per oltre 145 miliardi e accelera l’attuazione del suo piano industriale che vede nel risparmio gestito uno dei suoi pilastri in coerenza con il ruolo svolto da sempre nella protezione del risparmio dei cittadini e delle famiglie italiane». Quindi l’unione Banco Posta-Anima è solo l’inizio. «La stessa Anima rappresenta una storia di successo nell’m&a considerando che il gruppo è la risultante dall’integrazione tra Anima Sgr e Prima Sgr che ha portato a significative efficienze», dice Banca Imi sottolineando anche che il gruppo conta su una cassa significativa per fare acquisizioni (190 milioni al 30 settembre al netto dei debiti). In questo contesto Mediobanca suggerisce che potrebbe tornare in auge il dossier Aletti-Gestielle, la sgr del Banco Popolare prossima alle nozze con Bpm . Indicazioni in tal senso, ricorda il broker, sono arrivate dall’ad di Bpm , Giuseppe Castagna, il quale di recente ha mostrato segnali di apertura su una possibile cessione sottolineando che «qualsiasi considerazione su Aletti Gestielle e Anima è in sospeso fino a che non si sarà conclusa l’operazione Pioneer».
Mediobanca si sofferma anche su altre opzioni che Anima -Poste potrebbero prendere in considerazione. E su tutte spicca Arca. «Non escludiamo che il dossier Arca possa riprendere quota, dal momento che il 40% del capitale di questa Sgr è oggi nelle mani del fondo Atlante tramite Bpvi e Veneto Banca, e crediamo che entrambe queste ultime banche vogliano monetizzare la loro quota nell’asset manager», sottolinea Mediobanca , che ha fatto due simulazioni per stimare l’impatto sull’utile per azione di Anima nel caso di fusione con Aletti Gestielle o con Arca.
L’analisi si basa su una valutazione di Aletti Gestielle attorno ai 400 milioni di euro, ovvero l’1,2% dei suoi asset 2015, mentre Arca è valorizzata 480 milioni pari all’1,7% delle masse 2015. Per dare un’idea di confronto, i 3,5 miliardi pagati da Amundi per Pioneer equivalgono all’1,6% degli asset totali (tenendo conto di un margine netto sulle masse che è attorno all’8%, un valore nella parte bassa del settore). Le stime su un eventuale deal Aletti-Gestielle prevedono che l’acquisizione sia fatta per metà cash e per l’altrà metà con azioni.
«Nel caso di fusione con Aletti Gestielle abbiamo calcolato che l’utile per azione possa crescere del 9%, mentre con Arca l’incremento sarebbe del 12%», afferma Mediobanca . Il deal più probabile, secondo il broker, è quello con la sgr del Banco Popolare , un evento che potrebbe concretizzarsi nel primo trimestre 2017, mentre è probabilmente necessario più tempo per un’operazione con Arca che potrebbe avvenire nel secondo semestre. Una decisione su Aletti Gestielle, dice Mediobanca , «potrebbe essere prima al più presto nel primo trimestre del 2017. Date le relazioni esistenti con Bpm (primo azionista di Anima con il 14,6%, ndr) e la possibilità di raccogliere 500-600 milioni d euro da utilizzare per l’m&a, una transazione potrebbe essere organizzata facilmente. Mentre per una fusione con Arca i tempi si allungherebbero, dal momento che la necessità liquidità da parte di Bpvi e Veneto Banca si scontrerebbero con altre priorità di Popolare Sondrio e Bper », le altre due banche azioniste di Arca, rispettivamente al 21,4% e al 32,7%. Certo è che se quest’ultima entrasse nell’orbita di Anima -Poste, porterebbe in dote 30 miliardi e le masse del polo salirebbero a 175 miliardi avvicinandosi a Amundi-Pioneer. Con Aletti-Gestielle, che conta su un patrimonio di circa 15 miliardi, Anima -Poste si attesterebbero sui 190 miliardi superando di un soffio i francesi. Una taglia comunque ancora piccola rispetto ai big mondiali, a partire dal più grande, Blackrock che ha oltre 4.300 miliardi di masse a livello internazionale. Ma la strada è segnata. «La notizia della cessione di Pioneer ad Amundi è l’ultimo esempio di come i gestori stiano compiendo passi decisivi per affrontare le numerose sfide dell’attuale contesto di mercato», commenta Riccardo Lamanna, country head per l’Italia di State Street Global Services. (riproduzione riservata)
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